“Egli prese il pane nelle sue mani sante e venerabili”, le stesse mani che hanno toccato, guarito, benedetto. Le stesse mani che tra poco saranno inchiodate sulla croce. Entriamo oggi nel Santo triduo pasquale. Una notte intensa quella di oggi, la notte della cena.
Una cena solenne con molti gesti e azioni (si alzò, depose, prese, se lo cinse, versò, cominciò a lavare, asciugò…) ma una cena anche dal sapore amaro, come quelle erbe amare che facevano parte di quel pasto. Ricordiamo oggi l’istituzione dell’eucaristia e del sacerdozio ministeriale.
Giovedì santo vissuto nelle nostre case, ma non deve perdere il suo grande carattere solenne. Padre buono guardiamo a Te, ti ringraziamo per gli innumerevoli doni. Siedi alla tavola del nostro cuore. Ti sei fatto servo per amore, anche noi come Pietro non capiamo fin da subito il gesto della lavanda.
Apri gli occhi del nostro cuore e rendi le nostre vite aperte al servizio, ci hai dato l’esempio, fa che possiamo cingere i nostri fianchi con il grembiule del “gratuitamente date”. Eccomi Signore, fa giungere la Tua grazia su tutta la mia esistenza! Veglio insieme a Te!