โTendi la tua mano al poveroโ (cfr Sir 7,32)
โTendi la tua mano al poveroโ (cfr Sir 7,32). La sapienza antica ha posto queste parole come un codice sacro da seguire nella vita. Esse risuonano oggi con tutta la loro carica di significato per aiutare anche noi a concentrare lo sguardo sullโessenziale e superare le barriere dellโindifferenza. La povertร assume sempre volti diversi, che richiedono attenzione ad ogni condizione particolare: in ognuna di queste possiamo incontrare il Signore Gesรน, che ha rivelato di essere presente nei suoi fratelli piรน deboli (cfr Mt 25,40).
Fin dalle prime pagine del libro, il Siracide espone i suoi consigli su molte concrete situazioni di vita, e la povertร รจ una di queste. Egli insiste sul fatto che nel disagio bisogna avere fiducia in Dio: ยซNon ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perchรฉ tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perchรฉ lโoro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertร confida in lui. Affidati a lui ed egli ti aiuterร , raddrizza le tue vie e spera in lui. Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia e non deviate, per non cadereยป (2,2-7).
2. Pagina dopo pagina, scopriamo un prezioso compendio di suggerimenti sul modo di agire alla luce di unโintima relazione con Dio, creatore e amante del creato, giusto e provvidente verso tutti i suoi figli. Il costante riferimento a Dio, tuttavia, non distoglie dal guardare allโuomo concreto, al contrario, le due cose sono strettamente connesse.
Lo dimostra chiaramente il brano da cui รจ tratto il titolo di questo Messaggio (cfr 7,29-36). La preghiera a Dio e la solidarietร con i poveri e i sofferenti sono inseparabili. Per celebrare un culto che sia gradito al Signore, รจ necessario riconoscere che ogni persona, anche quella piรน indigente e disprezzata, porta impressa in sรฉ lโimmagine di Dio. Da tale attenzione deriva il dono della benedizione divina, attirata dalla generositร praticata nei confronti del povero. Pertanto, il tempo da dedicare alla preghiera non puรฒ mai diventare un alibi per trascurare il prossimo in difficoltร . ร vero il contrario: la benedizione del Signore scende su di noi e la preghiera raggiunge il suo scopo quando sono accompagnate dal servizio ai poveri.
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3. Quanto รจ attuale questo antico insegnamento anche per noi! Infatti la Parola di Dio oltrepassa lo spazio, il tempo, le religioni e le culture. La generositร che sostiene il debole, consola lโafflitto, lenisce le sofferenze, restituisce dignitร a chi ne รจ privato, รจ condizione di una vita pienamente umana. La scelta di dedicare attenzione ai poveri, ai loro tanti e diversi bisogni, non puรฒ essere condizionata dal tempo a disposizione o da interessi privati, nรฉ da progetti pastorali o sociali disincarnati. Non si puรฒ soffocare la forza della grazia di Dio per la tendenza narcisistica di mettere sempre sรฉ stessi al primo posto.
Tenere lo sguardo rivolto al povero รจ difficile, ma quanto mai necessario per imprimere alla nostra vita personale e sociale la giusta direzione. Non si tratta di spendere tante parole, ma piuttosto di impegnare concretamente la vita, mossi dalla caritร divina. Ogni anno, con la Giornata Mondiale dei Poveri, ritorno su questa realtร fondamentale per la vita della Chiesa, perchรฉ i poveri sono e saranno sempre con noi (cfr Gv 12,8) per aiutarci ad accogliere la compagnia di Cristo nellโesistenza quotidiana.
4. Sempre lโincontro con una persona in condizione di povertร ci provoca e ci interroga. Come possiamo contribuire ad eliminare o almeno alleviare la sua emarginazione e la sua sofferenza? Come possiamo aiutarla nella sua povertร spirituale? La comunitร cristiana รจ chiamata a coinvolgersi in questa esperienza di condivisione, nella consapevolezza che non le รจ lecito delegarla ad altri. E per essere di sostegno ai poveri รจ fondamentale vivere la povertร evangelica in prima persona. Non possiamo sentirci โa postoโ quando un membro della famiglia umana รจ relegato nelle retrovie e diventa unโombra. Il grido silenzioso dei tanti poveri deve trovare il popolo di Dio in prima linea, sempre e dovunque, per dare loro voce, per difenderli e solidarizzare con essi davanti a tanta ipocrisia e tante promesse disattese, e per invitarli a partecipare alla vita della comunitร .
ร vero, la Chiesa non ha soluzioni complessive da proporre, ma offre, con la grazia di Cristo, la sua testimonianza e gesti di condivisione. Essa, inoltre, si sente in dovere di presentare le istanze di quanti non hanno il necessario per vivere. Ricordare a tutti il grande valore del bene comune รจ per il popolo cristiano un impegno di vita, che si attua nel tentativo di non dimenticare nessuno di coloro la cui umanitร รจ violata nei bisogni fondamentali.
5. Tendere la mano fa scoprire, prima di tutto a chi lo fa, che dentro di noi esiste la capacitร di compiere gesti che danno senso alla vita. Quante mani tese si vedono ogni giorno! Purtroppo, accade sempre piรน spesso che la fretta trascina in un vortice di indifferenza, al punto che non si sa piรน riconoscere il tanto bene che quotidianamente viene compiuto nel silenzio e con grande generositร . Accade cosรฌ che, solo quando succedono fatti che sconvolgono il corso della nostra vita, gli occhi diventano capaci di scorgere la bontร dei santi โdella porta accantoโ, ยซdi quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dioยป (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 7), ma di cui nessuno parla. Le cattive notizie abbondano sulle pagine dei giornali, nei siti internet e sugli schermi televisivi, tanto da far pensare che il male regni sovrano. Non รจ cosรฌ. Certo, non mancano la cattiveria e la violenza, il sopruso e la corruzione, ma la vita รจ intessuta di atti di rispetto e di generositร che non solo compensano il male, ma spingono ad andare oltre e ad essere pieni di speranza.
6. Tendere la mano รจ un segno: un segno che richiama immediatamente alla prossimitร , alla solidarietร , allโamore. In questi mesi, nei quali il mondo intero รจ stato come sopraffatto da un virus che ha portato dolore e morte, sconforto e smarrimento, quante mani tese abbiamo potuto vedere! La mano tesa del medico che si preoccupa di ogni paziente cercando di trovare il rimedio giusto. La mano tesa dellโinfermiera e dellโinfermiere che, ben oltre i loro orari di lavoro, rimangono ad accudire i malati. La mano tesa di chi lavora nellโamministrazione e procura i mezzi per salvare quante piรน vite possibile. La mano tesa del farmacista esposto a tante richieste in un rischioso contatto con la gente. La mano tesa del sacerdote che benedice con lo strazio nel cuore. La mano tesa del volontario che soccorre chi vive per strada e quanti, pur avendo un tetto, non hanno da mangiare. La mano tesa di uomini e donne che lavorano per offrire servizi essenziali e sicurezza. E altre mani tese potremmo ancora descrivere fino a comporre una litania di opere di bene. Tutte queste mani hanno sfidato il contagio e la paura pur di dare sostegno e consolazione.
7. Questa pandemia รจ giunta allโimprovviso e ci ha colto impreparati, lasciando un grande senso di disorientamento e impotenza. La mano tesa verso il povero, tuttavia, non รจ giunta improvvisa. Essa, piuttosto, offre la testimonianza di come ci si prepara a riconoscere il povero per sostenerlo nel tempo della necessitร . Non ci si improvvisa strumenti di misericordia. ร necessario un allenamento quotidiano, che parte dalla consapevolezza di quanto noi per primi abbiamo bisogno di una mano tesa verso di noi.
Questo momento che stiamo vivendo ha messo in crisi tante certezze. Ci sentiamo piรน poveri e piรน deboli perchรฉ abbiamo sperimentato il senso del limite e la restrizione della libertร . La perdita del lavoro, degli affetti piรน cari, come la mancanza delle consuete relazioni interpersonali hanno di colpo spalancato orizzonti che non eravamo piรน abituati a osservare. Le nostre ricchezze spirituali e materiali sono state messe in discussione e abbiamo scoperto di avere paura. Chiusi nel silenzio delle nostre case, abbiamo riscoperto quanto sia importante la semplicitร e il tenere gli occhi fissi sullโessenziale. Abbiamo maturato lโesigenza di una nuova fraternitร , capace di aiuto reciproco e di stima vicendevole. Questo รจ un tempo favorevole per ยซsentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilitร verso gli altri e verso il mondo [โฆ]. Giร troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dellโetica, della bontร , della fede, dellโonestร [โฆ]. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci lโuno contro lโaltro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltร e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dellโambienteยป (Lett. enc. Laudato siโ, 229). Insomma, le gravi crisi economiche, finanziarie e politiche non cesseranno fino a quando permetteremo che rimanga in letargo la responsabilitร che ognuno deve sentire verso il prossimo ed ogni persona.
8. โTendi la mano al poveroโ, dunque, รจ un invito alla responsabilitร come impegno diretto di chiunque si sente partecipe della stessa sorte. ร un incitamento a farsi carico dei pesi dei piรน deboli, come ricorda San Paolo: ยซMediante lโamore siate a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stesso. [โฆ] Portate i pesi gli uni degli altriยป (Gal 5,13-14; 6,2). LโApostolo insegna che la libertร che ci รจ stata donata con la morte e risurrezione di Gesรน Cristo รจ per ciascuno di noi una responsabilitร per mettersi al servizio degli altri, soprattutto dei piรน deboli. Non si tratta di unโesortazione facoltativa, ma di una condizione dellโautenticitร della fede che professiamo.
Il libro del Siracide ritorna in nostro aiuto: suggerisce azioni concrete per sostenere i piรน deboli e usa anche alcune immagini suggestive. Dapprima prende in considerazione la debolezza di quanti sono tristi: ยซNon evitare coloro che piangonoยป (7,34). Il periodo della pandemia ci ha costretti a un forzato isolamento, impedendoci perfino di poter consolare e stare vicino ad amici e conoscenti afflitti per la perdita dei loro cari. E ancora afferma lโautore sacro: ยซNon esitare a visitare un malatoยป (7,35). Abbiamo sperimentato lโimpossibilitร di stare accanto a chi soffre, e al tempo stesso abbiamo preso coscienza della fragilitร della nostra esistenza. Insomma, la Parola di Dio non ci lascia mai tranquilli e continua a stimolarci al bene.
9. โTendi la mano al poveroโ fa risaltare, per contrasto, lโatteggiamento di quanti tengono le mani in tasca e non si lasciano commuovere dalla povertร , di cui spesso sono anchโessi complici. Lโindifferenza e il cinismo sono il loro cibo quotidiano. Che differenza rispetto alle mani generose che abbiamo descritto! Ci sono, infatti, mani tese per sfiorare velocemente la tastiera di un computer e spostare somme di denaro da una parte allโaltra del mondo, decretando la ricchezza di ristrette oligarchie e la miseria di moltitudini o il fallimento di intere nazioni. Ci sono mani tese ad accumulare denaro con la vendita di armi che altre mani, anche di bambini, useranno per seminare morte e povertร . Ci sono mani tese che nellโombra scambiano dosi di morte per arricchirsi e vivere nel lusso e nella sregolatezza effimera. Ci sono mani tese che sottobanco scambiano favori illegali per un guadagno facile e corrotto. E ci sono anche mani tese che nel perbenismo ipocrita stabiliscono leggi che loro stessi non osservano.
In questo panorama, ยซgli esclusi continuano ad aspettare. Per poter sostenere uno stile di vita che esclude gli altri, o per potersi entusiasmare con questo ideale egoistico, si รจ sviluppata una globalizzazione dellโindifferenza. Quasi senza accorgercene, diventiamo incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri, non piangiamo piรน davanti al dramma degli altri nรฉ ci interessa curarci di loro, come se tutto fosse una responsabilitร a noi estranea che non ci competeยป (Esort. ap. Evangelii gaudium, 54). Non potremo essere contenti fino a quando queste mani che seminano morte non saranno trasformate in strumenti di giustizia e di pace per il mondo intero.
10. ยซIn tutte le tue azioni, ricordati della tua fineยป (Sir 7,36). ร lโespressione con cui il Siracide conclude questa sua riflessione. Il testo si presta a una duplice interpretazione. La prima fa emergere che abbiamo bisogno di tenere sempre presente la fine della nostra esistenza. Ricordarsi il destino comune puรฒ essere di aiuto per condurre una vita allโinsegna dellโattenzione a chi รจ piรน povero e non ha avuto le stesse nostre possibilitร . Esiste anche una seconda interpretazione, che evidenzia piuttosto il fine, lo scopo verso cui ognuno tende. ร il fine della nostra vita che richiede un progetto da realizzare e un cammino da compiere senza stancarsi. Ebbene, il fine di ogni nostra azione non puรฒ essere altro che lโamore. ร questo lo scopo verso cui siamo incamminati e nulla ci deve distogliere da esso. Questo amore รจ condivisione, dedizione e servizio, ma comincia dalla scoperta di essere noi per primi amati e risvegliati allโamore. Questo fine appare nel momento in cui il bambino si incontra con il sorriso della mamma e si sente amato per il fatto stesso di esistere. Anche un sorriso che condividiamo con il povero รจ sorgente di amore e permette di vivere nella gioia. La mano tesa, allora, possa sempre arricchirsi del sorriso di chi non fa pesare la propria presenza e lโaiuto che offre, ma gioisce solo di vivere lo stile dei discepoli di Cristo.
In questo cammino di incontro quotidiano con i poveri ci accompagna la Madre di Dio, che piรน di ogni altra รจ la Madre dei poveri. La Vergine Maria conosce da vicino le difficoltร e le sofferenze di quanti sono emarginati, perchรฉ lei stessa si รจ trovata a dare alla luce il Figlio di Dio in una stalla. Per la minaccia di Erode, con Giuseppe suo sposo e il piccolo Gesรน รจ fuggita in un altro paese, e la condizione di profughi ha segnato per alcuni anni la santa Famiglia. Possa la preghiera alla Madre dei poveri accomunare questi suoi figli prediletti e quanti li servono nel nome di Cristo. E la preghiera trasformi la mano tesa in un abbraccio di condivisione e di fraternitร ritrovata.
Roma, San Giovanni in Laterano, 13 giugno 2020, Memoria liturgica di SantโAntonio di Padova.
FRANCESCO