“Nella vecchiaia daranno ancora frutti” (Sal 92,15)

Carissima, carissimo!

Il versetto del salmo 92 ยซnella vecchiaia daranno ancora fruttiยป (v. 15) รจ una buona notizia, un vero e proprio โ€œvangeloโ€, che in occasione della seconda Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani possiamo annunciare al mondo. Esso va controcorrente rispetto a ciรฒ che il mondo pensa di questa etร  della vita; e anche rispetto allโ€™atteggiamento rassegnato di alcuni di noi anziani, che vanno avanti con poca speranza e senza piรน attendere nulla dal futuro.

A molti la vecchiaia fa paura. La considerano una sorta di malattia con la quale รจ meglio evitare ogni tipo di contatto: i vecchi non ci riguardano โ€“ pensano โ€“ ed รจ opportuno che stiano il piรน lontano possibile, magari insieme tra loro, in strutture che se ne prendano cura e ci preservino dal farci carico dei loro affanni. รˆ la โ€œcultura dello scartoโ€: quella mentalitร  che, mentre fa sentire diversi dai piรน deboli ed estranei alla loro fragilitร , autorizza a immaginare cammini separati tra โ€œnoiโ€ e โ€œloroโ€. Ma, in realtร , una lunga vita โ€“ cosรฌ insegna la Scrittura โ€“ รจ una benedizione, e i vecchi non sono reietti dai quali prendere le distanze, bensรฌ segni viventi della benevolenza di Dio che elargisce la vita in abbondanza. Benedetta la casa che custodisce un anziano! Benedetta la famiglia che onora i suoi nonni!

La vecchiaia, in effetti, รจ una stagione non facile da comprendere, anche per noi che giร  la viviamo. Nonostante giunga dopo un lungo cammino, nessuno ci ha preparato ad affrontarla, sembra quasi coglierci di sorpresa. Le societร  piรน sviluppate spendono molto per questa etร  della vita, ma non aiutano a interpretarla: offrono piani di assistenza, ma non progetti di esistenza. [1] Perciรฒ รจ difficile guardare al futuro e cogliere un orizzonte verso il quale tendere. Da una parte siamo tentati di esorcizzare la vecchiaia nascondendo le rughe e facendo finta di essere sempre giovani, dallโ€™altra sembra che non si possa far altro che vivere in maniera disillusa, rassegnati a non avere piรน โ€œfrutti da portareโ€.

La fine dellโ€™attivitร  lavorativa e i figli ormai autonomi fanno venir meno i motivi per i quali abbiamo speso molte delle nostre energie. La consapevolezza che le forze declinano o lโ€™insorgere di una malattia possono mettere in crisi le nostre certezze. Il mondo โ€“ con i suoi tempi veloci, rispetto ai quali fatichiamo a tenere il passo โ€“ sembra non lasciarci alternative e ci porta a interiorizzare lโ€™idea dello scarto. Cosรฌ sale al cielo la preghiera del salmo: ยซNon gettarmi via nel tempo della vecchiaia, / non abbandonarmi quando declinano le mie forzeยป (71,9).

Ma lo stesso salmo โ€“ che rintraccia la presenza del Signore nelle diverse stagioni dellโ€™esistenza โ€“ ci invita a continuare a sperare: venuta la vecchiaia e i capelli bianchi, Egli ci darร  ancora vita e non lascerร  che siamo sopraffatti dal male. Confidando in Lui, troveremo la forza per moltiplicare la lode (cfr vv. 14-20) e scopriremo che diventare vecchi non รจ solo il deterioramento naturale del corpo o lo scorrere ineluttabile del tempo, ma รจ il dono di una lunga vita. Invecchiare non รจ una condanna, ma una benedizione!

Dobbiamo, per questo, vigilare su noi stessi e imparare a condurre una vecchiaia attiva anche dal punto di vista spirituale, coltivando la nostra vita interiore attraverso la lettura assidua della Parola di Dio, la preghiera quotidiana, la consuetudine con i Sacramenti e la partecipazione alla Liturgia. E, insieme alla relazione con Dio, le relazioni con gli altri: anzitutto la famiglia, i figli, i nipoti, ai quali offrire il nostro affetto pieno di premure; come pure le persone povere e sofferenti, alle quali farsi prossimi con lโ€™aiuto concreto e con la preghiera. Tutto questo ci aiuterร  a non sentirci meri spettatori nel teatro del mondo, a non limitarci a โ€œ balconearโ€, a stare alla finestra. Affinando invece i nostri sensi a riconoscere la presenza del Signore, [2] saremo come โ€œolivi verdeggianti nella casa di Dioโ€ (cfr Sal 52,10), potremo essere benedizione per chi vive accanto a noi.

La vecchiaia non รจ un tempo inutile in cui farci da parte tirando i remi in barca, ma una stagione in cui portare ancora frutti: cโ€™รจ una missione nuova che ci attende e ci invita a rivolgere lo sguardo al futuro. ยซLa speciale sensibilitร  di noi vecchi, dellโ€™etร  anziana per le attenzioni, i pensieri e gli affetti che ci rendono umani, dovrebbe ridiventare una vocazione di tanti. E sarร  una scelta dโ€™amore degli anziani verso le nuove generazioniยป. [3] รˆ il nostro contributo alla rivoluzione della tenerezza, [4] una rivoluzione spirituale e disarmata di cui invito voi, cari nonni e anziani, a diventare protagonisti.

Il mondo vive un tempo di dura prova, segnato prima dalla tempesta inaspettata e furiosa della pandemia, poi da una guerra che ferisce la pace e lo sviluppo su scala mondiale. Non รจ casuale che la guerra sia tornata in Europa nel momento in cui la generazione che lโ€™ha vissuta nel secolo scorso sta scomparendo. E queste grandi crisi rischiano di renderci insensibili al fatto che ci sono altre โ€œepidemieโ€ e altre forme diffuse di violenza che minacciano la famiglia umana e la nostra casa comune.

Di fronte a tutto ciรฒ, abbiamo bisogno di un cambiamento profondo, di una conversione, che smilitarizzi i cuori, permettendo a ciascuno di riconoscere nellโ€™altro un fratello. E noi, nonni e anziani, abbiamo una grande responsabilitร : insegnare alle donne e gli uomini del nostro tempo a vedere gli altri con lo stesso sguardo comprensivo e tenero che rivolgiamo ai nostri nipoti. Abbiamo affinato la nostra umanitร  nel prenderci cura del prossimo e oggi possiamo essere maestri di un modo di vivere pacifico e attento ai piรน deboli. La nostra, forse, potrร  essere scambiata per debolezza o remissivitร , ma saranno i miti, non gli aggressivi e i prevaricatori, a ereditare la terra (cfr Mt 5,5).

Uno dei frutti che siamo chiamati a portare รจ quello di custodire il mondo. ยซSiamo passati tutti dalle ginocchia dei nonni, che ci hanno tenuti in braccioยป; [5] ma oggi รจ il tempo di tenere sulle nostre ginocchia โ€“ con lโ€™aiuto concreto o anche solo con la preghiera โ€“, insieme ai nostri, quei tanti nipoti impauriti che non abbiamo ancora conosciuto e che magari fuggono dalla guerra o soffrono per essa. Custodiamo nel nostro cuore โ€“ come faceva San Giuseppe, padre tenero e premuroso โ€“ i piccoli dellโ€™Ucraina, dellโ€™Afghanistan, del Sud Sudanโ€ฆ

Molti di noi hanno maturato una saggia e umile consapevolezza, di cui il mondo ha tanto bisogno: non ci si salva da soli, la felicitร  รจ un pane che si mangia insieme. Testimoniamolo a coloro che si illudono di trovare realizzazione personale e successo nella contrapposizione. Tutti, anche i piรน deboli, possono farlo: il nostro stesso lasciarci accudire โ€“ spesso da persone che provengono da altri Paesi โ€“ รจ un modo per dire che vivere insieme non solo รจ possibile, ma necessario.

Care nonne e cari nonni, care anziane e cari anziani, in questo nostro mondo siamo chiamati ad essere artefici della rivoluzione della tenerezza! Facciamolo, imparando a utilizzare sempre di piรน e sempre meglio lo strumento piรน prezioso che abbiamo, e che รจ il piรน appropriato alla nostra etร : quello della preghiera. ยซDiventiamo anche noi un poโ€™ poeti della preghiera: prendiamo gusto a cercare parole nostre, riappropriamoci di quelle che ci insegna la Parola di Dioยป. [6] La nostra invocazione fiduciosa puรฒ fare molto: puรฒ accompagnare il grido di dolore di chi soffre e puรฒ contribuire a cambiare i cuori. Possiamo essere ยซla โ€œcoraleโ€ permanente di un grande santuario spirituale, dove la preghiera di supplica e il canto di lode sostengono la comunitร  che lavora e lotta nel campo della vitaยป. [7]

Ecco allora che la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani รจ unโ€™occasione per dire ancora una volta, con gioia, che la Chiesa vuole far festa insieme a coloro che il Signore โ€“ come dice la Bibbia โ€“ ha โ€œsaziato di giorniโ€. Celebriamola insieme! Vi invito ad annunciare questa Giornata nelle vostre parrocchie e comunitร ; ad andare a trovare gli anziani piรน soli, a casa o nelle residenze dove sono ospiti. Facciamo in modo che nessuno viva questo giorno nella solitudine. Avere qualcuno da attendere puรฒ cambiare lโ€™orientamento delle giornate di chi non si aspetta piรน nulla di buono dallโ€™avvenire; e da un primo incontro puรฒ nascere una nuova amicizia. La visita agli anziani soli รจ unโ€™opera di misericordia del nostro tempo!

Chiediamo alla Madonna, Madre della Tenerezza, di fare di tutti noi degli artefici della rivoluzione della tenerezza, per liberare insieme il mondo dallโ€™ombra della solitudine e dal demone della guerra.

A tutti voi e ai vostri cari giunga la mia Benedizione, con lโ€™assicurazione della mia affettuosa vicinanza. E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me!

Roma, San Giovanni in Laterano, 3 maggio, festa dei santi Apostoli Filippo e Giacomo

FRANCESCO

Fonte

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