A Sua Eccellenzail signor Qu DongyuDirettore Generale della FAOEccellenza,La Giornata Mondiale dell’Alimentazione si celebra in una congiuntura in cui la miseria e lo sconforto non danno tregua a molti nostri fratelli. Di fatto, il grido di angoscia e di disperazione dei poveri deve risvegliarci dal letargo che ci attanaglia e interpellare le nostre coscienze. La condizione di fame e di denutrizione che ferisce gravemente tanti esseri umani è il risultato di un iniquo cumulo di ingiustizie e di disuguaglianze che lascia molti buttati sul ciglio della strada della vita e permette a pochi di godere di uno stato di ostentazione e di opulenza. Ciò si applica non solo al cibo, ma anche a tutte alle risorse fondamentali, la cui inaccessibilità per molte persone costituisce un affronto alla loro dignità intrinseca, donata da Dio. È, senza dubbio, un insulto che dovrebbe far arrossire l’intera umanità e mobilitare la comunità internazionale. In tale senso, il tema su cui s’incentrano le riflessioni della Giornata di quest’anno: “L’acqua è vita, l’acqua è cibo. Non lasciare indietro nessuno”, invita a sottolineare il valore insostituibile di questa risorsa per tutti gli esseri viventi del nostro pianeta, e da ciò deriva la perentorietà di pianificare e attuare la sua gestione in maniera saggia, attenta e sostenibile, di modo che tutti possano beneficarne per soddisfare i propri bisogni essenziali, e si possa anche sostenere e promuovere l’adeguato sviluppo umano, senza che nessuno venga escluso.L’acqua è vita perché garantisce la sopravvivenza; tuttavia, attualmente questa risorsa è minacciata da gravi sfide in termini di quantità e di qualità. In molti luoghi del pianeta, i nostri fratelli sono malati o muoiono proprio per l’assenza o per la scarsità di acqua potabile. Le siccità provocate dal cambiamento climatico stanno rendendo sterili vaste regioni e causando enormi danni a ecosistemi e popolazioni. L’arbitraria gestione delle risorse idriche, il loro uso distorto e la contaminazione danneggiano soprattutto gli indigenti e costituiscono un vergognoso oltraggio dinanzi al quale non possiamo restare a braccia conserte. Al contrario, dobbiamo riconoscere con urgenza che «l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani» (Lettera enciclica Laudato si’, n. 30). È pertanto imprescindibile investire di più in infrastrutture, in reti fognarie, in sistemi di sanificazione e depurazione delle acque reflue, in particolare nelle zone rurali più remote e depresse. È altresì importante elaborare modelli educativi e culturali che sensibilizzino la società affinché si rispetti e si preservi questo bene primario. Non bisogna mai considerare l’acqua come una mera merce, come un prodotto di scambio o un articolo su cui speculare.L’acqua è cibo perché è essenziale per garantire la sicurezza alimentare, essendo un mezzo di produzione e un componente indispensabile per l’agricoltura. Nelle coltivazioni è necessario promuovere programmi efficaci che evitino le perdite nelle tubature per l’irrigazione agricola; utilizzare pesticidi e fertilizzanti organici e inorganici che non inquinino l’acqua; favorire anche misure che salvaguardino la disponibilità delle risorse idriche per impedire che una loro grave carenza diventi causa di conflitti tra comunità, popoli e nazioni. Inoltre la scienza e l’innovazione tecnologica e digitale devono mettersi al servizio di un equilibrio sostenibile tra il consumo e le risorse disponibili, evitando impatti negativi sugli ecosistemi e danni irreversibili all’ambiente. Per questo gli organismi internazionali, i governi, la società civile, le imprese, le istituzioni accademiche e di ricerca, come pure altri enti, devono conciliare volontà e unire idee affinché l’acqua sia patrimonio di tutti, venga meglio distribuita e gestita in modo sostenibile e razionale.Infine, la celebrazione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione deve servire anche per ricordare che la cultura dello scarto deve essere contrastata in modo incisivo con azioni basate su una cooperazione responsabile e leale da parte di tutti. Il nostro mondo è troppo interdipendente e non può permettersi il lusso di dividersi in blocchi di Paesi che promuovono i propri interessi in modo spurio e distorto. Siamo invece chiamati a pensare e ad agire in termini di comunità, di solidarietà, cercando di dare la priorità alla vita di tutti sull’appropriazione di beni da parte di alcuni.Signore Direttore Generale, purtroppo oggi assistiamo a una scandalosa polarizzazione dei rapporti internazionali dovuta alle crisi e agli scontri in atto. Si dirottano verso la produzione e il commercio di armi ingenti risorse finanziarie e tecnologiche innovatrici che potrebbero essere impiegate per far sì che l’acqua sia fonte di vita e di progresso per tutti. Non è mai stato tanto urgente come ora diventare promotori di dialogo e artefici della pace. La Chiesa non si stanca di seminare quei valori capaci di edificare una civiltà che trovi nell’amore, nel mutuo rispetto e nell’aiuto reciproco una bussola per orientare i suoi passi, adoperandosi soprattutto per i fratelli che soffrono di più, come gli affamati e gli assetati.Con questi auspici, mentre ringrazio l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura per quanto fa per promuovere lo sviluppo agricolo, una nutrizione sana e sufficiente per ogni persona e un uso sostenibile dell’acqua, invoco abbondanti Benedizioni celesti su quanti lottano per un mondo migliore e più fraterno.Vaticano, 16 ottobre 2023Francesco