Il messaggio di Papa Francesco, esorta i giornalisti a promuovere una comunicazione di speranza, contrastando la disinformazione e la polarizzazione che generano paura e odio. Si sottolinea lโ€™importanza di โ€œdisarmareโ€ la comunicazione, evitando la semplificazione della realtร  e la manipolazione dellโ€™opinione pubblica, per favorire invece il dialogo e lโ€™empatia.

Il Papa invita a testimoniare la speranza cristiana con mitezza e rispetto, ispirandosi allโ€™esempio di Gesรน, e a focalizzarsi sulle storie di bene, per costruire una comunitร  piรน unita e solidale. Infine, lโ€™importanza della cura della vita interiore, per una comunicazione autentica e capace di risanare le ferite dellโ€™umanitร .

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Santo Padre per la 59ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (2025) sul tema: Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori (cfr 1Pt 3,15-16):

Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori (cfr 1Pt 3,15-16)

Cari fratelli e sorelle!

In questo nostro tempo segnato dalla disinformazione e dalla polarizzazione, dove pochi centri di potere controllano una massa di dati e di informazioni senza precedenti, mi rivolgo a voi nella consapevolezza di quanto sia necessario โ€“ oggi piรน che mai โ€“ il vostro lavoro di giornalisti e comunicatori. Cโ€™รจ bisogno del vostro impegno coraggioso nel mettere al centro della comunicazione la responsabilitร  personale e collettiva verso il prossimo.

Pensando al Giubileo che celebriamo questโ€™anno come un periodo di grazia in un tempo cosรฌ travagliato, vorrei con questo mio Messaggio invitarvi ad essere comunicatori di speranza, incominciando da un rinnovamento del vostro lavoro e della vostra missione secondo lo spirito del Vangelo.

Disarmare la comunicazione

Troppo spesso oggi la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione, pregiudizio e rancore, fanatismo e addirittura odio. Troppe volte essa semplifica la realtร  per suscitare reazioni istintive; usa la parola come una lama; si serve persino di informazioni false o deformate ad arte per lanciare messaggi destinati a eccitare gli animi, a provocare, a ferire. Ho giร  ribadito piรน volte la necessitร  di โ€œdisarmareโ€ la comunicazione, di purificarla dallโ€™aggressivitร . Non porta mai buoni frutti ridurre la realtร  a slogan. Vediamo tutti come โ€“ dai talk show televisivi alle guerre verbali sui social media โ€“ rischi di prevalere il paradigma della competizione, della contrapposizione, della volontร  di dominio e di possesso, della manipolazione dellโ€™opinione pubblica.

Cโ€™รจ anche un altro fenomeno preoccupante: quello che potremmo definire della โ€œdispersione programmata dellโ€™attenzioneโ€ attraverso i sistemi digitali, che, profilandoci secondo le logiche del mercato, modificano la nostra percezione della realtร . Succede cosรฌ che assistiamo, spesso impotenti, a una sorta di atomizzazione degli interessi, e questo finisce per minare le basi del nostro essere comunitร , la capacitร  di lavorare insieme per un bene comune, di ascoltarci, di comprendere le ragioni dellโ€™altro. Sembra allora che individuare un โ€œnemicoโ€ contro cui scagliarsi verbalmente sia indispensabile per affermare sรฉ stessi. E quando lโ€™altro diventa โ€œnemicoโ€, quando si oscurano il suo volto e la sua dignitร  per schernirlo e deriderlo, viene meno anche la possibilitร  di generare speranza. Come ci ha insegnato don Tonino Bello, tutti i conflitti ยซtrovano la loro radice nella dissolvenza dei voltiยป[1]. Non possiamo arrenderci a questa logica.

Sperare, in realtร , non รจ affatto facile. Diceva Georges Bernanos che ยซsperano soltanto coloro che hanno avuto il coraggio di disperare delle illusioni e delle menzogne, nelle quali trovavano una sicurezza e che scambiavano falsamente per speranza. [โ€ฆ] La speranza รจ un rischio che bisogna correre. รˆ il rischio dei rischiยป[2]. La speranza รจ una virtรน nascosta, tenace e paziente. Tuttavia, per i cristiani sperare non รจ una scelta opzionale, ma una condizione imprescindibile. Come ricordava Benedetto XVI nellโ€™Enciclica Spe salvi, la speranza non รจ passivo ottimismo ma, al contrario, una virtรน โ€œperformativaโ€, capace cioรจ di cambiare la vita: ยซChi ha speranza vive diversamente; gli รจ stata donata una vita nuovaยป (n. 2).

Dare ragione con mitezza della speranza che รจ in noi

Nella Prima Lettera di Pietro (3,15-16) troviamo una sintesi mirabile in cui la speranza viene posta in connessione con la testimonianza e con la comunicazione cristiana: ยซAdorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che รจ in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispettoยป. Vorrei soffermarmi su tre messaggi che possiamo trarre da queste parole.

ยซAdorate il Signore, nei vostri cuoriยป: la speranzadei cristiani ha un volto, il volto del Signore risorto. La sua promessa di essere sempre con noi attraverso il dono dello Spirito Santo ci permette di sperare anche contro ogni speranza e di vedere le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto.

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Il secondo messaggio ci chiede di essere pronti a dare ragione della speranza che รจ in noi. รˆ interessante notare che lโ€™Apostolo invita a rendere conto della speranza ยซa chiunque vi domandiยป. I cristiani non sono anzitutto quelli che โ€œparlanoโ€ di Dio, ma quelli che riverberano la bellezza del suo amore, un modo nuovo di vivere ogni cosa. รˆ lโ€™amore vissuto a suscitare la domanda ed esigere la risposta: perchรฉ vivete cosรฌ? Perchรฉ siete cosรฌ?

Nellโ€™espressione di San Pietro troviamo, infine, un terzo messaggio: la risposta a questa domanda sia data ยซcon dolcezza e rispettoยป. La comunicazione dei cristiani โ€“ ma direi anche la comunicazione in generale โ€“ dovrebbe essere intessuta di mitezza, di prossimitร : lo stile dei compagni di strada, seguendo il piรน grande Comunicatore di tutti i tempi, Gesรน di Nazaret, che lungo la strada dialogava con i due discepoli di Emmaus facendo ardere il loro cuore per come interpretava gli avvenimenti alla luce delle Scritture.

Sogno per questo una comunicazione che sappia renderci compagni di strada di tanti nostri fratelli e sorelle, per riaccendere in loro la speranza in un tempo cosรฌ travagliato. Una comunicazione che sia capace di parlare al cuore, di suscitare non reazioni passionali di chiusura e rabbia, ma atteggiamenti di apertura e amicizia; capace di puntare sulla bellezza e sulla speranza anche nelle situazioni apparentemente piรน disperate; di generare impegno, empatia, interesse per gli altri. Una comunicazione che ci aiuti a ยซriconoscere la dignitร  di ogni essere umano e [a] prenderci cura insieme della nostra casa comuneยป (Lett. enc. Dilexit nos, 217).

Sogno una comunicazione che non venda illusioni o paure, ma sia in grado di dare ragioni per sperare. Martin Luther King ha detto: ยซSe posso aiutare qualcuno mentre vado avanti, se posso rallegrare qualcuno con una parola o una canzoneโ€ฆ allora la mia vita non sarร  stata vissuta invanoยป[3]. Per fare ciรฒ dobbiamo guarire dalle โ€œmalattieโ€ del protagonismo e dellโ€™autoreferenzialitร , evitare il rischio di parlarci addosso: il buon comunicatore fa sรฌ che chi ascolta, legge o guarda possa essere partecipe, possa essere vicino, possa ritrovare la parte migliore di sรฉ stesso ed entrare con questi atteggiamenti nelle storie raccontate. Comunicare cosรฌ aiuta a diventare โ€œpellegrini di speranzaโ€, come recita il motto del Giubileo.

Sperare insieme

La speranza รจ sempre un progetto comunitario. Pensiamo per un momento alla grandezza del messaggio di questo anno di grazia: siamo invitati tutti โ€“ davvero tutti! โ€“ a ricominciare, a permettere a Dio di risollevarci, a lasciare che ci abbracci e ci inondi di misericordia. Si intrecciano in tutto questo la dimensione personale e quella comunitaria. Ci si mette in viaggio insieme, si compie il pellegrinaggio con tanti fratelli e sorelle, si attraversa insieme la Porta Santa.

Il Giubileo ha molte implicazioni sociali. Pensiamo ad esempio al messaggio di misericordia e speranza per chi vive nelle carceri, o allโ€™appello alla vicinanza e alla tenerezza verso chi soffre ed รจ ai margini.

Il Giubileo ci ricorda che quanti si fanno operatori di pace ยซsaranno chiamati figli di Dioยป (Mt 5,9). E cosรฌ ci apre alla speranza, ci indica lโ€™esigenza di una comunicazione attenta, mite, riflessiva, capace di indicare vie di dialogo. Vi incoraggio perciรฒ a scoprire e raccontare le tante storie di bene nascoste fra le pieghe della cronaca; a imitare i cercatori dโ€™oro, che setacciano instancabilmente la sabbia alla ricerca della minuscola pepita. รˆ bello trovare questi semi di speranza e farli conoscere. Aiuta il mondo ad essere un poโ€™ meno sordo al grido degli ultimi, un poโ€™ meno indifferente, un poโ€™ meno chiuso. Sappiate sempre scovare le scintille di bene che ci permettono di sperare. Questa comunicazione puรฒ aiutare a tessere la comunione, a farci sentire meno soli, a riscoprire lโ€™importanza del camminare insieme.

Non dimenticare il cuore

Cari fratelli e sorelle, di fronte alle vertiginose conquiste della tecnica, vi invito ad avere cura del vostro cuore, cioรจ della vostra vita interiore. Che cosa significa questo? Vi lascio alcune tracce.

Essere miti e non dimenticare mai il volto dellโ€™altro; parlare al cuore delle donne e degli uomini al servizio dei quali state svolgendo il vostro lavoro.

Non permettere che le reazioni istintive guidino la vostra comunicazione. Seminare sempre speranza, anche quando รจ difficile, anche quando costa, anche quando sembra non portare frutto.

Cercare di praticare una comunicazione che sappia risanare le ferite della nostra umanitร .

Dare spazio alla fiducia del cuore che, come un fiore esile ma resistente, non soccombe alle intemperie della vita ma sboccia e cresce nei luoghi piรน impensati: nella speranza delle madri che ogni giorno pregano per rivedere i propri figli tornare dalle trincee di un conflitto; nella speranza dei padri che migrano tra mille rischi e peripezie in cerca di un futuro migliore; nella speranza dei bambini che riescono a giocare, sorridere e credere nella vita anche fra le macerie delle guerre e nelle strade povere delle favelas.

Essere testimoni e promotori di una comunicazione non ostile, che diffonda una cultura della cura, costruisca ponti e penetri nei muri visibili e invisibili del nostro tempo.

Raccontare storie intrise di speranza, avendo a cuore il nostro comune destino e scrivendo insieme la storia del nostro futuro.

Tutto ciรฒ potete e possiamo farlo con la grazia di Dio, che il Giubileo ci aiuta a ricevere in abbondanza. Per questo prego e benedico ciascuno di voi e il vostro lavoro.

Roma, San Giovanni in Laterano, 24 gennaio 2025, memoria di San Francesco di Sales.

FRANCESCO

[1] ยซLa pace come ricerca del voltoยป, in Omelie e scritti quaresimali, Molfetta 1994, 317.

[2] Georges Bernanos, La libertรฉ, pour quoi faire?, Paris 1995, trad. it. โ€œA che serve questa libertร โ€, in Lo spirito europeo e il mondo delle macchine, Milano 1972, 255-256.

[3] Sermone โ€œThe Drum Major Instinctโ€, 4 febbraio 1968.

Fonte

Immagine di copertina: screenshot del sito della GMCS