Cari fratelli e sorelle,

Auguri! Cento anni sono un traguardo importante, un bel trofeo da mettere nella vostra bacheca! Piรน grande ancora di quello per la tiratura di due milioni di copie vendute in occasione della vittoria dellโ€™Italia ai mondiali di calcio del 2006! Avete fatto una bella corsa in questi cento anni: del resto, tra coloro che hanno contribuito alla nascita del giornale cโ€™era un certo Enzo Ferrari, che si intendeva di motori e di vittorie!

Ringrazio il Direttore Ivan Zazzaroni per avermi inviato una bella lettera parlando del centenario del giornale, e mi fa piacere essere vicino a voi in questo giorno di festa.

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Se penso allo sport, e alla mia patria, lโ€™Argentina, prima ancora che pensare ai grandi impianti calcistici, come la Bombonera, penso a quando da bambini si giocava a calcio con una palla fatta di stracci. Tanti campioni hanno iniziato cosรฌ, giocando con gli amici in modo spensierato in campi improvvisati tra le case, anche in contesti molto poveri. Quanto รจ bello sperimentare il senso della fraternitร : si gioca, e si gioca insieme, e si sa che si รจ avversari soltanto sul campo, mai nemici. Si impara la gioia per la vittoria e si conosce il sudore e lโ€™impegno che sono costati, si impara anche dalla sconfitta, cercando di rialzarsi e di far tesoro degli errori commessi per provare a superarli la prossima volta, o semplicemente ad accettare la propria diversitร  e il proprio limite: siamo tutti preziosi ed unici, ma non siamo perfetti.

Qualcuno dice che io sia tifoso del San Lorenzo, una squadra argentina: rimane un segreto, perรฒ una cosa mi pare bella nella storia di quella squadra. Quando i ragazzi che giocavano in strada allโ€™inizio del novecento erano in cerca di uno spazio sicuro dove poter giocare a calcio, un sacerdote discendente di italiani, un salesiano, don Lorenzo Massa, aprรฌ le porte dellโ€™oratorio, e lรฌ inizio una bella avventura. Abbiamo bisogno anche oggi di spazi per poter fare sport, soprattutto nei contesti piรน poveri ed isolati, ma soprattutto abbiamo bisogno di adulti che accolgano in modo autentico i bambini e i ragazzi, sappiano ascoltare i loro sogni, desiderino insieme a loro un futuro migliore. Pensiamo anche qui in Italia quanto bene รจ stato fatto tramite i campi delle parrocchie e degli oratori, e quanti giovani ora campioni dello sport spesso ricordino di aver iniziato dai campi della parrocchia.

Il vostro giornale ha lunga storia, e nella sua intenzione intende abbracciare tutta lโ€™Italia, per gli eventi sportivi che la riguardano allโ€™interno dei confini e allโ€™estero: lo sport รจ uno dei fattori che ci fa sentire un popolo solo, come quando ci si alza per cantare lโ€™inno, a casa, allo stadio o nei palazzetti dello sport. Quanto รจ importante camminare uniti, sentirsi parte di una unica famiglia, e di una famiglia di nazioni durante le olimpiadi o i campionati mondiali o continentali: in questi anni troppo spesso abbiamo visto ancora popoli vicini, o gruppi allโ€™interno di medesimi paesi, alzarsi gli uni contro gli altri armati. La competizione dello sport รจ sana, perchรฉ chiede pazienza, ascolto dellโ€™allenatore, rispetto per gli avversari, per le regole e per gli arbitri, coordinamento con i compagni: nel mondo invece spesso si mira alla distruzione dellโ€™avversario, al farsi le regole da soli, a rifiutare chi vuole moderare il confronto tra le parti secondo il diritto internazionale. Diffondere una sana cultura dello sport in questo senso significa far crescere lโ€™umanitร  nei suoi valori piรน belli e autentici e per questo vi ringrazio.

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Per quanto purtroppo anche negli ultimi anni abbiamo assistito ad episodi di intolleranza, che vanno condannati, sono certo che siano molti di piรน gli esempi in cui nello sport si รจ stati capaci di โ€œfare squadraโ€, senza che la razza, il ceto, o la confessione religiosa siano ostacoli o barriere: vi incoraggio a favorire questo clima di umanitร  autentica ed accogliente. Dobbiamo respingere ogni logica di esclusione e violenza, e per questo sappiamo bene che la parola ha il suo valore, per educare al bene e al bello, piuttosto che distruggere. Un articolo di giornale, anche sportivo, puรฒ fare molto bene, ma puรฒ anche danneggiare o fomentare un clima di sfiducia: voi non siate cosรฌ perรฒ, mi raccomando!

A proposito di accoglienza e promozione umana integrale: soltanto per questioni organizzative non รจ possibile vivere in contemporanea le Olimpiadi e le Paralimpiadi. Nelle recenti edizioni a Parigi abbiamo gioito per tanti successi di ragazzi e ragazze incredibili: per alcuni di loro la medaglia dโ€™oro lโ€™aveva data la vita, per come hanno saputo vincere, grazie alla forza interiore e allโ€™aiuto di tutti, le sfide della propria disabilitร . Le loro gare sono un inno alla vita! Che il vostro giornale racconti di vittorie e sconfitte, ma sia un modo di pensare e vivere lo sport come un inno alla vita!

Grazie per quello che siete e per quello che fate. Non dimenticatevi di pregare per me.

Roma, San Giovanni in Laterano, 19 ottobre 2024

FRANCESCO

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