Tre Magi giungono insieme a Betlemme : li guida una stella, e sanno che è nato un re. Entrati nella casa, si prostrano ad adorare un Bambino di pochi giorni, e gli offrono i doni che riconoscono la sua regalità, la sua divinità e la sua morte.
Riusciamo a immaginare il loro partire solitario, l’incontrarsi e il riconoscere il comune cammino ; il loro dialogare su se stessi e sulle difficoltà dell’andare ; l’amicizia che cresce, e il comune sentire, e il chiedersi come sarà, e chi, e che farà di ancor più grande questo re neonato cui una stella fa strada e tappeto.
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Ci è più difficile immaginare come – dopo essere stati a Gerusalemme nel palazzo del re, dove i sacerdoti e gli scribi ripetono a memoria antiche profezie, suono di parole ormai mute – giungano a Betlemme, nella casa dove trovano il Bambino con Maria, sua madre. I loro occhi riescono a vedere chi ha dato concretezza al loro cammino : un bambino che è Dio-con-noi, il Salvatore, il pastore buono che darà la sua vita per la salvezza degli uomini.
Com’è stato possibile ? Vedevano la povertà di Betlemme ; la gente semplice, i pastori ; una famiglia giovane in una casa con poche cose. Vedevano un bambino piccino, bisognoso di tutto. In mezzo a quella realtà, i Magi hanno saputo alzare il capo e vedere gli occhi di Gesù che cercava i loro occhi.
Si sono sentiti guardati, ri-conosciuti, conosciuti nelle loro aspirazioni più alte, nella loro speranza più audace, nel loro essere uomini che avevano accettato di mettersi in viaggio per capire, incontrare, donare. I loro occhi hanno avuto la grazia di ri-posarsi nello sguardo di quel Bambino, nella gloria di Dio che guarda gli uomini con benevolenza, con un amore tanto grande da non esitare a darsi in suo Figlio per la salvezza del mondo. Hanno capito che Dio ha messo la sua grandezza e la sua gloria, la sua onnipotenza, in quel Bambino piccolo, debole, che ha bisogno degli uomini.
Come i Magi, anche noi siamo invitati ancora ad alzare il capo e a sentirci guardati, amati da Gesù. A credere, con coraggio e fiduciosa speranza che lo sguardo di Dio è su di noi, ogni giorno, con la sua benevolenza, con la sua misericordia, con la sua fiducia nell’umanità, in noi poveri uomini.
A volte ci sentiamo sconfitti dalle nostre incapacità, stretti dai nostri limiti, sfiduciati e delusi, feriti, umiliati, con una fede debole, una speranza stanca, confusi, spaventati tanto da non saper uscire dalle nostre paure incontro a una felicità che non riconosciamo perché non è come noi la immaginiamo. “Non temete !” : anche a noi oggi lo ripetono gli angeli annunciando la nascita del Salvatore. Non temete…
Fonte: Custodia Terrae Sancte