Meditazione sul Salmo 10

1918

[1] Al maestro del coro. In sordina. Salmo. Di Davide.Rebecca ed Isacco

[2] Loderò il Signore con tutto il cuore

e annunzierò tutte le tue meraviglie.

[3] Gioisco in te ed esulto,

canto inni al tuo nome, o Altissimo.

[4] Mentre i miei nemici retrocedono,

davanti a te inciampano e periscono,

[5] perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa;

siedi in trono giudice giusto.

[6] Hai minacciato le nazioni, hai sterminato l’empio,

il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.

[7] Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico,

è scomparso il ricordo delle città che hai distrutte.

[8] Ma il Signore sta assiso in eterno;

erige per il giudizio il suo trono:

[9] giudicherà il mondo con giustizia,

con rettitudine deciderà le cause dei popoli.

[10] Il Signore sarà un riparo per l’oppresso,

in tempo di angoscia un rifugio sicuro.

[11] Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,

perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.

[12] Cantate inni al Signore, che abita in Sion,

narrate tra i popoli le sue opere.

[13] Vindice del sangue, egli ricorda,

non dimentica il grido degli afflitti.

[14] Abbi pietà di me, Signore,

vedi la mia miseria, opera dei miei nemici,

tu che mi strappi dalle soglie della morte,

[15] perché possa annunziare le tue lodi,

esultare per la tua salvezza

alle porte della città di Sion.

[16] Sprofondano i popoli nella fossa che hanno scavata,

nella rete che hanno teso si impiglia il loro piede.

[17] Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia;

l’empio è caduto nella rete, opera delle sue mani.

[18] Tornino gli empi negli inferi,

tutti i popoli che dimenticano Dio.

[19] Perché il povero non sarà dimenticato,

la speranza degli afflitti non resterà delusa.

[20] Sorgi, Signore, non prevalga l’uomo:

davanti a te siano giudicate le genti.

[21] Riempile di spavento, Signore,

sappiano le genti che sono mortali.

[22] Perché, Signore, stai lontano,

nel tempo dell’angoscia ti nascondi?

[23] Il misero soccombe all’orgoglio dell’empio

e cade nelle insidie tramate.

[24] L’empio si vanta delle sue brame,

l’avaro maledice, disprezza Dio.

[25] L’empio insolente disprezza il Signore:

“Dio non se ne cura: Dio non esiste”;

questo è il suo pensiero.

[26] Le sue imprese riescono sempre.

Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi:

disprezza tutti i suoi avversari.

[27] Egli pensa: “Non sarò mai scosso,

vivrò sempre senza sventure”.

[28] Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca,

sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.

[29] Sta in agguato dietro le siepi,

dai nascondigli uccide l’innocente.

[30] I suoi occhi spiano l’infelice,

sta in agguato nell’ombra come un leone nel covo.

Sta in agguato per ghermire il misero,

ghermisce il misero attirandolo nella rete.

[31] Infierisce di colpo sull’oppresso,

cadono gl’infelici sotto la sua violenza.

[32] Egli pensa: “Dio dimentica,

nasconde il volto, non vede più nulla”.

[33] Sorgi, Signore, alza la tua mano,

non dimenticare i miseri.

[34] Perché l’empio disprezza Dio

e pensa: “Non ne chiederà conto”?

[35] Eppure tu vedi l’affanno e il dolore,

tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.

A te si abbandona il misero,

dell’orfano tu sei il sostegno.

Spezza il braccio dell’empio e del malvagio;

[36] Punisci il suo peccato e più non lo trovi.

[37] Il Signore è re in eterno, per sempre:

dalla sua terra sono scomparse le genti.

[38] Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri,

rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio

[39] per far giustizia all’orfano e all’oppresso;

e non incuta più terrore l’uomo fatto di terra.

Fonte: SantaFamigliaTv