Maria Teresa Visonà – Commento al Vangelo di domenica 28 Novembre 2021 per bambini

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Oggi inizia l’Avvento. È il tempo liturgico che ci prepara al Natale.

La parola “avvento” deriva dal latino “adventus” che significa “venuta, arrivo”. Questo tempo ci invita a preparare dunque il nostro cuore ad accogliere Gesù che viene.

È un tempo importantissimo! In chiesa ci sono delle cose diverse: la veste che indossa il sacerdote non è più verde ma viola e durante la Messa non si recita più il Gloria. Sono segni che ci indicano che ci stiamo preparando ad una importantissima festa: la nascita del Figlio di Dio.

Penso che vi capiti più di qualche volta di organizzare qualche festa e sono certa che, solo al pensiero, cominciate ad essere felici già dal momento in cui decidete di farla… i preparativi infatti fanno già parte della festa!

La festività che ci predisponiamo a preparare, ad iniziare da oggi prima Domenica di Avvento, è una festa grandissima, è uno dei momenti più belli dell’anno perché ci ricorda la venuta di Gesù in mezzo a noi.

Ma non solo… il Vangelo di oggi, infatti, ci parla anche di un’altra venuta di Gesù, quella che avverrà alla fine dei tempi quando ritornerà pieno di gloria.

Gli artisti cristiani hanno dipinto o rappresentato in mosaici nelle chiese questo ritorno glorioso di Gesù, ma nel farlo hanno dovuto ispirarsi all’ingresso glorioso dei re e degli imperatori… perché nessuno di noi sa come vedremo Gesù quando ritorna! Possiamo solo dire che lo riconosceremo tutti e lo riconosceremo come Lui è: BUONO.

Questa ultima venuta sarà accompagnata da segni della natura che potrebbero anche fare paura… ma non lasciamoci spaventare da queste parole perché ci vogliono solo dire che il mondo creato da Dio avrà un termine, una fine: come c’è una fine per tutti noi con la morte, così ci sarà una fine di questo mondo che si trasformerà in un mondo nuovo, con cieli e terra nuovi. Ci sarà una ri-creazione così bella che nessuno di noi può immaginare!

Ecco allora le parole di questo Vangelo che devono attirare la nostra attenzione: “Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”!

Sollevate la testa – ci dice Gesù – alzate lo sguardo e abbiate fiducia, perché il mondo creato da Dio con immenso amore non finirà nella paura!

Gesù ci invita ad alzarci, a rivolgere lo sguardo verso l’alto e ad avere fiducia e speranza, a prepararci all’incontro finale con Lui con scelte coerenti e coraggiose.

Il Padre, infatti, ci conosce fin troppo bene, sa tutte le nostre paure e non ci abbandona mai. Non penserete mica che Lui voglia spaventarci!

I vostri genitori lo farebbero? Certo che no!

A maggior ragione Dio Padre che ci ha creati e che ci vuole un bene da… morire!

Però, proprio perché ci ama e ci vuole in Paradiso con sé, ci vuole mettere in guardia dal pericolo più grande di tutti, la più grande di qualsiasi calamità che possa succedere e dice: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano”.

È come quando i vostri genitori vi dicono: “State attenti perché se fate quella cosa vi fate male! State attenti perché se non studiate prendete dei brutti voti! State attenti perché è pericoloso per voi e per gli altri fare a pugni con i propri amici! E così via…

Sono tutte raccomandazioni che vi fanno capire quanto bene vi vogliono e quanto si preoccupano per voi.

Ecco… Gesù ci dice: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano”.

È questo il rischio più grande ci possa capitare: che il nostro cuore diventi assonnato, addormentato, pesante delle tante cose che ci allontanano dagli insegnamenti del Vangelo e che ci fanno dimenticare che stiamo attendendo Gesù.

Cosa può rendere pesante il cuore? Gesù parla di “dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”.

Per voi che siete piccoli, queste tre parole le potremmo tradurre diversamente…

-Le “dissipazioni” noi potremmo chiamarle “sprechi”. Penso che tutti voi sappiate il significato di “sprecare”: consumare senza criterio, sperperare, sciupare. Cosa potreste sprecare voi? Potrebbe essere il tempo: quanto tempo perdete senza fare nulla di buono? Potrebbero essere le energie: quante energie buttate via per fare un qualcosa che non merita? Potrebbero essere i soldi: anche se non siete ricchi, quanti dei vostri risparmi usate male? Potrebbero essere i giochi: quanti giochi scartate perché ne volete di nuovi?

-Le “ubriachezze” noi potremmo chiamarle “intontimenti”. Certamente voi non vi ubriacate, ma ci si può intontire anche senza il vino… Potrebbe essere l’eccessivo uso di videogiochi: come è la vostra mente dopo ore di questi “games”? Potrebbe essere la TV o il computer: come sono i vostri occhi e i vostri pensieri dopo un esagerato impiego di questi apparecchi? Potrebbe essere il cellulare: desiderate creare vere relazioni dopo aver chattato per un sacco di tempo nei social e poi, una volta finito, vi trovate con la testa così confusa da non sentire la voglia di parlare con nessuno?

-Gli “affanni della vita” noi potremmo chiamarli “eccessive preoccupazioni”. Penso che voi non abbiate ancora grossi problemi a questo riguardo, però potreste avere delle preoccupazioni che vi impediscono di comprendere i veri valori della vita.

Potrebbe essere il voler sempre primeggiare: chi di voi non si è mai preoccupato in maniera eccessiva per raggiungere il primo posto? Potrebbe essere il desiderio smisurato di possedere tante cose, tanti giochi, tanti vestiti. Potrebbe essere la voglia di comandare, di far sempre valere le proprie idee in modo esagerato. Potrebbe essere volere ad ogni costo il successo.

Ho fatto solo alcuni esempi, ma vorrei che provaste a pensare voi se i vostri cuori si stanno appesantendo!

Il Vangelo di oggi ci mette in guardia dal lasciarci prendere da uno stile di vita egoistico, dal ritmo sempre agitato delle nostre giornate. Per fare questo Gesù ci dà due suggerimenti: “Vegliate in ogni momento pregando”. Stare svegli e pregare.

Ecco gli atteggiamenti che dovremmo avere in preparazione del Natale!

Capite bene anche voi che “stare svegli” non significa non andare mai a letto… Significa impostare la nostra vita non solo su di noi mettendoci al centro del mondo; significa dire il meno possibile la parola IO perché questo IO ci fa diventare pigri, assonnati, ci stanca, ci annoia; significa aprirci agli ALTRI.

Il secondo atteggiamento per vivere bene il tempo dell’attesa del Signore è quello della preghiera. “Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.

Si tratta di “alzarsi” per pregare, per rivolgere i nostri pensieri e il nostro cuore a Gesù che sta per venire.

Ci si alza, ci si prepara quando si attende qualcosa o qualcuno… noi attendiamo nientemeno che Gesù!

Se viviamo il Natale in un clima di consumismo, di preoccupazione per cosa comperare, se pensiamo al Natale solo in funzione dei regali da chiedere, se diamo troppa importanza al cenone o al pranzo… allora Gesù verrà e noi non lo troveremo.

Coraggio, bambini, mettiamoci all’opera. Buon Avvento!

Fonte: omelie.org