Maria ci conduce a Cristo

568

Riflettiamo sul Santo Rosario, preghiera di contemplazione che ci fa sentire popolo in cammino, con don Virginio Cuozzo, rettore del santuario dell’Immacolata a Buccino in provincia di Salerno.
Recitando i Misteri gaudiosi (Incarnazione-famiglia di Nazareth), luminosi (vita pubblica di Gesù), dolorosi (la Passione di Cristo) e gloriosi (la Risurrezione), contempliamo il Cristo da una prospettiva mariana.

Quali sono le origini del Santo Rosario? 

«Il santo Rosario ha origini dalla trasformazione del Salterio biblico (recita di 150 Salmi) in uso nelle comunità monastiche irlandesi del IX secolo che, per rendere la preghiera fruibile anche a laici non istruiti, sostituirono i Salmi con il Padre Nostro.
Solo dopo si diffonderà il Saluto Angelico (la prima parte dell’Ave Maria) al posto del Padre Nostro trasformando il salterio biblico in un salterio mariano. Nel XIV secolo il certosino Enrico di Kalkar lo suddivise in quindici decine inserendo tra una decina e l’altra il Padre Nostro. Nel 2002 per volere di san Giovanni Paolo II Papa, da quindici si passa a venti decine con l’aggiunta dei misteri della luce».

Lo scopo?

«Attraverso questa struttura semplice, ripetitiva e litanica, è data a tutti l’opportunità di meditare la Parola di Dio e ripercorrere la storia della salvezza».

Quando recitarlo?

«La recita del Santo Rosario, inno di ringraziamento e di lode a Maria che con il suo sì a Dio si è resa collaboratrice speciale del suo progetto di salvezza per l’umanità, è raccomandata agli ammalati, alle famiglie, tra i giovani, in ogni momento e situazione perché strumento sicuro di salvezza».

Lucia Giallorenzo