Oggi celebriamo la Domenica delle Palme. Ci ricorda l’ingresso di Cristo a Gerusalemme, in groppa a un asinello, per essere accolto da una folla acclamante. E’ una scena molto intensa. Gerusalemme è piena di pellegrine giunti da tutto Israele per celebrare la loro Pasqua. Arrivano in gruppi più o meno numerosi e entrano nella Città Santa con canti di gioia, di lode e di ringraziamento. Uno di questi, è quello del Signore. Il clima gioioso si trasforma in un entusiasmo di giubilo.
Per tre anni, Gesù ha suscitato desideri e speranze nel cuore della gente, soprattutto nella gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta nulla agli occhi del mondo. Ha capito le miserie umane, ha mostrato il volto della misericordia di Dio, facendosi servo di tutti per curare i corpi e le anime.
Gesù è così: così è il suo cuore attento a tutti noi, che vede le nostre debolezze, i nostri peccati, le nostre solitudini, preoccupazioni e paure, le nostre lacrime. Il suo amore è grande.
Per questo fa il suo ingresso a Gerusalemme.
È una scena di grande bellezza, piena della luce dell’amore di Gesù.
E, così, vuole entrare nel nostro cuore.
La nostra gioia, come quella dei discepoli del Signore, non è qualcosa che nasce dall’avere cose, ma dall’aver incontrato una persona, Gesù, il Figlio di Dio vivo. La gioia del cristiano nasce dal sapere che, con Cristo, non siamo mai soli, anche nei momenti più difficili, quando ci imbattiamo in ostacoli che ci appaiono insuperabili.
Allora, ci accostiamo a Gesù, cerchiamo la sua compagnia, però davvero sappiamo che è Lui che vuole stare con noi, che ci carica sulle sue spalle.
Proprio in questo è la nostra gioia.
Gesù vuol essere paragonato a un animale da fatica, a un asinello, perché è venuto proprio per questo, per farsi carico di noi. L’asinello porta Gesù, ma in realtà è Gesù che porta il peso. Si avvicina a noi con semplicità, con decisione, per prendere sopra le sue spalle le nostre sconfitte, i nostri pesi, la nostra incapacità di amare.
La radice della nostra gioia si fonda su questo: Dio si è fatto come noi ed è disposto a tutto. Vuole percorrere tutte le strade del nostro cuore per liberarci dalle paure, dalle ferite più profonde che ci impediscono di amare e di accettare l’amore incondizionato. Per poter gridare al mondo intero che la nostra vita è illuminata dall’amore appassionato di Cristo e della sua Resurrezione. Magari Dio ha bisogno di noi, vuole che portiamo noi la gloria della sua vita lì dove viviamo, nelle nostre case, nelle strade, nelle piazze, nelle famiglie, sul lavoro.
Gesù ci slega, come ha fatto con quell’asinello, per farci partecipi della sua gloria, della sua donazione incondizionata. È questo il nostro destino, la nostra meravigliosa avventura.
Dio aveva un progetto per quell’asino. Come ha un disegno per ciascuno di noi, un disegno di libertà e di gloria.
In queste giornate accompagneremo Gesù e, al nostro lato, avremo sempre sua Madre, Maria. Mentre le siamo accanto, potremmo dirle che vogliamo essere quelli che stanno a fianco di suo Figlio, che lo glorificano e lo ringraziano, che gli chiedono perdono per i nostri peccati e per quelli di tutti gli uomini, che si sacrificano per gli altri, che non hanno paura della Croce, che lo manifestano con gioia nelle case, nelle strade, nelle piazze, sul lavoro.
Lì dove è la nostra vita.
Fonte: La pagina Facebook di “Opus Dei Italia” | Sito Web con tutti i commenti al Vangelo
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