Il vangelo di oggi, in continuitร con quello di ieri, riunisce le altre due parabole che esortano alla vigilanza. Gesรน si rivolge ai suoi discepoli insegnando loro come prendersi cura del popolo di Dio che hanno avuto affidato. Li invita a vivere secondo la logica dellโamore, dellโattenzione, della tenerezza, della vigilanza.
Ogni cristiano รจ amministratore dei misteri di Dio: della vita che ci ha dato, dellโamore intratrinitario nel quale viviamo โ figli di Dio Padre nel Figlio attraverso lo Spirito Santo โ, dei talenti e delle capacitร con le quali ci ha arricchito, delle persone che ci ha affidato. E nessuno ci puรฒ sostituire in questo compito.
Quando dimentichiamo che tutti questi beni ci sono stati affidati, quando pensiamo che li meritiamo e non ci rendiamo conto del perchรฉ li abbiamo, finiamo col chiuderci in noi stessi, pieni della nostra superbia, delle nostre invidie, dei nostri rancori, dei nostri giudizi critici. E allora non solo non badiamo agli altri, ma finiamo col maltrattarli, incapaci di guardarli con lo sguardo di Cristo.
Come fa notare Benedetto XVI, ยซquesta vigilanza significa, da una parte, che lโuomo non si rinchiuda nel momento presente dandosi alle cose tangibili, ma alzi lo sguardo al di lร del momentaneo e della sua urgenza. Ciรฒ che conta รจ tenere libera la visione su Dio, per ricevere da Lui il criterio e la capacitร di agire in modo giusto. Vigilanza significa soprattutto apertura al bene, alla veritร , a Dio, in mezzo a un mondo spesso inspiegabile e in mezzo al potere del male. Significa che lโuomo cerchi con tutte le forze e con grande sobrietร di fare la cosa giusta, non vivendo secondo i propri desideri, ma secondo lโorientamento della fedeยป[1].
Gesรน vuole che la nostra esistenza sia feconda, che non abbassiamo la guardia, per ricevere con gratitudine e pieni di meraviglia tutti i tesori del suo cuore. Vuole che rimaniamo vigilanti per mettere al servizio degli altri i nostri talenti e le nostre capacitร , il nostro sorriso, il nostro perdono, il nostro lavoro quotidiano, la nostra vita di fede di speranza e di amore.
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Cristo ci presenta la vita come una missione: stare โa capo della sua servitรน per dare la razione di cibo a tempo debitoโ. La nostra vita รจ una missione. Veniamo sulla terra per qualcosa. o meglio, per qualcuno: per le nostre famiglie, per le nostre amicizie, per i nostri colleghi di lavoro, per i nostri vicini di casa. Dal modo in cui le trattiamo dipende, in gran parte, la felicitร eterna di queste persone.
[1] Joseph Ratzinger โ Benedetto XVI, Gesรน di Nazaret, II, Dallโingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione, p. 319.
Luis Cruz
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