Dai Magi impariamo l’arte del dono
La visita dei Magi è una grande grammatica del dono. Uomini saggi, astronomi e astrologi, venuti da est. Non erano pastori, erano esperti di stelle e di scienza. Erano uomini, dei maschi, ed erano capaci di fare doni: maschio è Erode, ieri e oggi; ma maschi sono anche i Magi, che ci dicono che anche i maschi sanno fare doni. Quegli uomini si misero in cammino inseguendo «una stella», per «adorare» un bambino (Mt 2,2).
Ecco i primi due elementi di questa grammatica del dono: c’è un cammino e c’è una stella. Cammino dice impegno e dice tempo, gli ingredienti fondamentali di ogni dono. I regali non richiedono molto tempo, ne facciamo molti in poche ore di shopping; il dono no, è diverso. Non c’è dono senza un cammino, senza un viaggio materiale o spirituale. Ci si alza, si va a trovare quella persona che abbiamo deciso di onorare con la nostra visita e con il nostro dono. Quasi tutto quello che volevamo dire a quella persona lo diciamo andandola a trovare. Il primo dono dei Magi fu il loro mettersi in cammino.
Poi c’è la stella. Nei doni, di certo in quelli più importanti, non si parte senza l’apparizione di una “stella” – senza una voce, un segno, una chiamata. Ciò che siamo oggi dipende da molte cose, ma dipende soprattutto dai doni-stella che abbiamo ricevuto nella vita.
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