L’annuncio cristiano: spirituale e sociale
All’inizio della sua vita pubblica, Gesù si presenta come un guaritore di malati e uno che sa scacciare i demoni. Guarisce tante persone, nella carne e nello spirito, e subito lo seguono moltissime persone – «tutta la città era riunita davanti alla sua porta» (Mc 1,33).
Il primo successo dell’azione di Gesù nasce dalla sua attività di guaritore. La gente lo segue perché sta male e vuole una salvezza dalle malattie. Nel mondo antico la vita era una dura lotta per la sopravvivenza, per tutti ma soprattutto per i più poveri, che erano totalmente esposti a ogni sorta di malattia e di sventura. L’esistenza era breve, povera, infelice, durissima. La ricerca della felicità è qualcosa di tipicamente moderno; nel passato la gente cercava semplicemente di riuscire a vivere, e di arrivare nel modo migliore possibile alla morte.
La religione, con i suoi profeti e veggenti, era anche una delle poche risorse per proteggersi dalla falce della morte, che s fiorava le persone ogni giorno. I profeti erano stati anche questo, soprattutto Elia ed Eliseo. Il tempio era anche un luogo di assistenza dei poveri, e le preghiere e i sacri fici erano anche, e soprattutto, chiedere a Dio di guarire e di non far morire i propri figli.
Gesù tutto questo lo sa. Sa pure che le guarigioni e i miracoli saranno soprattutto un ostacolo alla comprensione giusta del suo messaggio e della sua persona. Sa che la gente lo seguirà anche, e soprattutto, per i miracoli e per guarire, e che questi fenomeni esterni potranno eclissare, e di fatto eclisseranno, l’annuncio del suo Regno spirituale.
Lo sa, eppure guarisce e scaccia i demoni. Perché? Perché il cristianesimo è anche amore concreto per la gente concreta. È infatti un falso problema contrapporre il messaggio spirituale della Chiesa alla sua azione di promozione sociale. Sono la stessa cosa. E il fatto che le persone continuino ad avvicinarsi a missionari e religiosi solo per essere guarite e per stare meglio non ha nulla di sbagliato.
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