Far diventare vita le parole della fede
Il dibattito relativo a quale fosse il centro o il nucleo essenziale della Legge di Mosè doveva essere molto acceso nel primo secolo in Palestina, come testimonia anche la letteratura rabbinica. Nota è la risposta di Hillel al pagano che gli chiedeva di esporre tutta la Legge (stando su un piede solo): «Non fare al tuo prossimo ciò che ti è odioso. Questa è tutta la Torah: il resto non è che interpretazione» (Talmud Babilonese, Shabbat, 31a).
Marco ci parla di uno scriba, un dottore della Legge, che diversamente dai suoi colleghi non si avvicina a Gesù per sfidarlo o per tendergli una trappola teologica. Si pone invece in un atteggiamento dialogico, sembra essere mosso da un autentico desiderio di ricevere una risposta a una questione per lui importante.
Gesù risponde mettendosi sul suo stesso piano, non dicendo nulla di particolarmente nuovo per un esperto della Torah. L’innovazione di Gesù in realtà c’è, ed è duplice. Innanzitutto, dopo aver affermato il comandamento sull’amore di Dio, dice subito che il secondo, l’amore del prossimo, è simile al primo. C’è un primo, c’è un secondo, ma tra i due non c’è un ordine gerarchico, soltanto un ordine logico (è dal primo che deriva il secondo: se dico di amare Dio che non vedo devo amare il prossimo che vedo). E questo è importante, perché dice che l’etica cristiana è immediatamente teologia. […]
- Pubblicità -
Continua a leggere il commento su Famiglia Cristiana.