Luigino Bruni – Commento al Vangelo di domenica 26 Settembre 2021

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Il Vangelo non è una proprietà privata

In questo lungo brano di Marco, reso noto soprattutto dalla serie di parole sugli scandali e l’auto-amputazione degli arti (una tipica pena antica per chi compiva reati), ci soffermiamo sulla prima parte. Giovanni, uno dei primi discepoli, qui svolge la funzione di portavoce e riferisce a Gesù di un esorcista anonimo che scacciava demoni «nel nome di Gesù», che i discepoli avevano allontanato perché «non ci seguiva». Un episodio importante che ci rivela la fama di grande esorcista che si era acquistata Gesù nel breve lasso di tempo della sua missione, al punto che il suo nome veniva usato, certamente tra i giudei, anche da persone non appartenenti alla sua comunità di discepoli.

Cosa non rara nel mondo antico, sappiamo di greci che invocavano YHWH per guarire. Prevaleva un approccio pragmatico, e si invocava il nome più efficace. I maghi sono tutti e sempre sincretisti, mescolano nelle loro ampolle anche i nomi dei santi e degli dèi.

Giovanni e gli altri incontrano questo guaritore. I guaritori dovevano essere molti in quel mondo, poiché erano le quasi uniche risorse che la gente malata, nel corpo e nella psiche, aveva a disposizione, e in una stagione di sfiducia nella scienza stanno tornando legioni di guaritori e di sciamani a promettere a noi le loro improbabili guarigioni e a loro certi guadagni.

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Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi». Gesù qui sta insegnando a Giovanni e a tutti noi qualcosa di estremamente importante della logica del suo Regno. […]

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