Luigino Bruni – Commento al Vangelo di domenica 18 Luglio 2021

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C’è qualcosa più grande del riposo

La predicazione del Vangelo può anche nascere dall’amore, dalla compassione, dalla pietà per una umanità bisognosa di salvezza. Questa sembra essere la spiegazione dell’episodio del Vangelo di Marco, quando Gesù, dopo aver tentato di prendersi un poco di riposo con i suoi apostoli, «in un luogo deserto, in disparte, da soli», appena si accorge che la folla li aveva preceduti e lo aspettavano, rinuncia al legittimo e necessario riposo e ricomincia a insegnare loro «molte cose».

La Chiesa è andata avanti in questi secoli anche perché i cristiani, i missionari e le missionarie, i sacerdoti, le comunità, spesso hanno rinunciato ai propri programmi, anche ai necessari e legittimi programmi di riposo, e, mossi dalla pietas per la loro gente, hanno continuato ad annunciare il Vangelo a casa o “in vacanza”. La pietas per la nostra gente non va in vacanza. Il dolore non va in vacanza, neanche le malattie, e non va in vacanza il bisogno di salvezza, che è uno dei bisogni fondamentali dell’uomo, anche se non è scritto in nessuna carta costituzionale.

Ed ecco allora questo episodio del Vangelo di oggi che ci ricorda due dimensioni della vita cristiana, e non solo di questa. Da una parte anche Gesù sente una certa stanchezza (stancarsi fa parte di quella condizione umana condivisa anche da lui). Quindi riposare, prendere dei momenti di stacco dall’attività ordinaria, non è fuori dalla volontà di Dio, non è un decadere da una condizione spirituale ed etica più alta (lavorare, predicare, annunciare) per assecondare l’uomo naturale con i suoi bisogni più bassi. No, è buono anche il desiderio e l’esperienza del riposo, soprattutto quando arriva dopo un’intensa attività a servizio di una missione. [… continua a leggere il commento su Famiglia Cristiana …]

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