La nuova comunità che nasce dalla crisi
Dopo il grande episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù si ritrova dentro una fase difficile della sua comunità, per certi versi la prima vera crisi che incontra nella sua missione. Questa nuova fase si apre con un’affermazione che non lascia adito a molti dubbi: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati».
Gesù stesso svela un equivoco nel quale sono caduti i suoi discepoli, un equivoco che egli giudica grave, decisivo. I discepoli che lo avevano seguito erano stati attratti dal “pane”, dai bisogni materiali, e non dai segni di un mondo nuovo, di un altro Regno. I miracoli non erano stati letti in rapporto al messaggio di Gesù, ma in loro stessi. Avevano visto il dito, non la luna.
Dopo aver fatto emergere la crisi, sente il bisogno di dire a chiare lettere in cosa consistono il suo messaggio e la sua vera novità. Il pane è lui stesso, e solo questo pane è ciò che gli interessa veramente donare: «Io sono il pane della vita». Giovanni, con il suo linguaggio, ci dice che in questa “crisi di Galilea” Gesù rivela – finalmente qual è il suo messianismo, cosa veramente può e non può dare. Dice la sua identità e la verità del suo messaggio.
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E una parte dei suoi discepoli lo abbandona, non lo capisce più, oppure capisce che ha semplicemente sbagliato “messia”. Chi voleva solo pane – e sono sempre tanti nei movimenti spirituali, soprattutto nelle fasi iniziali – lascia, torna a casa, o cerca altri movimenti. Altri rimangono, e per loro inizia una nuova fase.
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