Una guarigione a caro prezzo
Il brano evangelico di questa domenica presenta il primo โgesto di potenzaโ attuato da Gesรน nel vangelo secondo Marco. Si tratta di un esorcismo, della guarigione di un uomo alienato, โposseduto da uno spirito impuroโ (Mc 1,23). Dopo aver presentato la potenza della parola di Gesรน che chiama a seguirlo due coppie di fratelli (Mc 1,16-20), ora Marco presenta la potenza terapeutica dei gesti di Gesรน. Tutto questo illustra narrativamente lโaffermazione di Gesรน che inaugura la sua predicazione: โIl Regno di Dio รจ vicinoโ (Mc 1,15). Il Regno di Dio si รจ fatto vicinissimo alla terra dellโuomo nella persona di Gesรน: alcuni uomini, abbandonando tutto per seguirlo, hanno riconosciuto lโurgenza dellโora facendosi testimoni della vicinanza del Regno. Nel nostro testo evangelico tale vicinanza รจ narrata dalla guarigione di un uomo posseduto. Guarigione che avviene nella sinagoga di Cafarnao in giorno di sabato: โSe io scaccio i demoni con il dito di Dio, รจ dunque giunto a voi il Regno di Dioโ (Lc 11,20).
Avendo personalmente conosciuto e scardinato i meccanismi della tentazione nella vittoriosa lotta con Satana nella solitudine del deserto (Mc 1,12-13), ora Gesรน puรฒ combattere e vincere il male dellโuomo, il male che intacca lโintegritร psicofisica della persona, il male del mondo. E ciรฒ che colpisce, se si colloca il nostro testo evangelico nel contesto culturale di allora che conosceva un complesso fiorire delle speculazioni sul โdemoniacoโ e una moltitudine e gerarchizzazione di demoni e spiriti malvagi, รจ che Gesรน non ha mai mostrato alcun interesse teoretico di fronte al demoniaco, quasi costituisse un mondo a sรฉ. A Gesรน non interessa il mondo del male ma il male del mondo.
In questo senso รจ interessante osservare la struttura letteraria della nostra pericope evangelica in quanto riveste un significato teologico e simbolico rilevante. In Mc 1,21-28 รจ visibile un processo di progressivo restringimento a cui segue una dilatazione altrettanto progressiva. Allโinterno dellโunitร letteraria costituita da Mc 1,21-34, una giornata di sabato a Cafarnao, unitร aperta da un esorcismo e chiusa da un sommario che sottolinea le cacciate di molti demoni a cui Gesรน proibiva di parlare (Mc 1,34), viene descritto il movimento di restringimento che porta Gesรน anzitutto a Cafarnao, quindi nella sinagoga (v. 21), poi al gruppo di uomini colร presenti (v. 22) e tra di loro a un uomo preciso e finalmente allo spirito impuro che lo abita (vv. 23-24) e che Gesรน raggiunge con la sua parola efficace. Matteo scriverร che Gesรน โscacciava i demoni con la parolaโ (Mt 8,16). Raggiunta e sanata lโinterioritร turbata e sconvolta dellโuomo alienato, ecco che inizia un processo inverso di dilatazione che dallo spirito impuro va allโuomo da cui esce (v. 26), quindi al gruppo di uomini presenti in sinagoga (v. 27) e infine a tutta la Galilea, โdovunqueโ (v. 28). Il racconto ha una valenza simbolica: ciรฒ che si manifesta nella sinagoga di Cafarnao รจ destinato a diffondersi in tutta la Galilea che, dopo la Pasqua, diventerร il luogo della missione universale; รจ destinato perciรฒ a verificarsi โin tutto il mondoโ (Mc 14,9; 16,15), ovunque sarร predicato il vangelo che รจ destinato a โtutta la creazioneโ (Mc 16,15). Cosรฌ Marco, mentre rivela che la venuta del Figlio di Dio tra gli uomini diventa subito una discesa negli inferi che sono sulla terra, una katabasi nelle profonditร irredente di ciascun uomo, nel suo cuore abitato da demoni e fantasmi, mostra anche il carattere universale di ogni atto esorcistico compiuto da Gesรน.
Gesรน entra di sabato in sinagoga e si mette a insegnare. Per la prima volta nel suo vangelo, Marco sottolinea lโattivitร didattica di Gesรน. Per tre volte nella nostra pericope si trova il lessico dellโinsegnamento (vv. 21.22.27). Si tratta di un tema ricorrente nel primo vangelo, nonostante sia caratterizzato dalla scarsitร di discorsi di Gesรน. Il piรน delle volte non viene specificato il contenuto dellโinsegnamento di Gesรน che pure รจ una sua attivitร frequente: Mc 1,21; 2,13; 6,2; 6,6; 6,34; 10,1; 14,49. Dove si trovano precisazioni sul contenuto del suo insegnamento queste riguardano le parabole (4,1-2), la passione, morte e resurrezione di Gesรน (8,31; 9,31), il Tempio (11,17-18), il Messia (12,35). Ovvero, al cuore del suo insegnamento vi รจ sempre il mistero della sua persona. Quando Marco scrive che Gesรน insegna โla via di Dioโ (12,24) questa via, nel vangelo secondo Marco รจ il cammino che Gesรน compie, un cammino geografico che un significato teologico ed escatologico. E rivelativa della persona di Gesรน รจ la sua autoritร , la sua exousรญa. Che non a caso รจ particolarmente sottolineata nel nostro brano evangelico. Il suo insegnamento suscita stupore perchรฉ รจ autorevole (v. 22), โnon come gli scribiโ. Il sensus fidei della gente intuisce la diversa qualitร dellโinsegnamento di Gesรน rispetto a quello degli scribi: non si tratta di un sapere libresco, nรฉ di un sapere ricevuto da un maestro e mediatore terreno, ma direttamente da Dio. La sua autoritร non riguarda poi solo la parola ma anche i suoi gesti. La reazione degli astanti nella sinagoga che definiscono la guarigione dellโuomo posseduto come โinsegnamento nuovo con autoritร โ (v. 27) mostra che Gesรน insegna anche con i gesti, con gli atti di cura e che la sua autoritร riguarda la sua stessa persona. Da subito, fin dallโinizio del suo ministero pubblico, Gesรน manifesta la sua autoritร che in definitiva รจ lโautoritร connessa alla novitร (โinsegnamento nuovoโ: Gesรน stesso รจ lโinsegnamento) della sua persona. Siamo di fronte alla novitร messianica, la novitร di Gesรน che โportรฒ ogni novitร portando se stessoโ (Ireneo di Lione, Contro le eresie IV,34,1). Lโautoritร di Gesรน รจ anche nel suo essere totalmente finalizzata alla vita e al bene delle persone: non รจ autoritร che accresce chi la pronuncia, ma volta a far crescere lโaltro; รจ autoritร di servizio, non di potere. La logica dellโautoritร che discende dal Dio biblico รจ bene espressa dal Sal 18(17),36: โAbbassandoti tu mi fai grandeโ. Questa la logica che presiede anche il cammino di Dio verso lโumanitร nel Figlio Gesรน Cristo. Questa รจ la โvia di Dioโ che Gesรน insegna vivendo.
Al cuore del testo evangelico vi รจ lโincontro di Gesรน con un uomo โposseduto da spirito immondoโ. Ovvero, un uomo sofferente di disturbi psichici o afflitto da mali che si manifestavano in modo bizzarro, violento, anomalo, e per questo attribuiti a spiriti maligni. In realtร , il male che affligge quellโuomo (che frequentava regolarmente la sinagoga, il luogo santo), ha anche una valenza spirituale. Che si manifesta nel suo conoscere perfettamente Gesรน, nel confessarlo in modo corretto e ortodosso (โIo so chi tu sei: il santo di Dioโ: Mc 1,24; cf. anche Gv 6,69: โTu sei il santo di Dio), ma nel non voler aver praticamente nulla a che fare con lui (โChe cโentri con noi?โ: Mc 1,24). La diabolicitร dellโatteggiamento รจ lรฌ: si confessa rettamente la fede, ma non ci si coinvolge nella sequela di Cristo fino alla fine. Il vangelo secondo Marco insegna che la confessione autentica di fede deve avvenire sotto la croce (cf. Mc 15,39), รจ cioรจ inscindibile da un concreto cammino di sequela fino alla fine, fino allo scandalo della croce.
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Lโepisodio mostra anche la sofferenza che la guarigione costa a quellโuomo: โstraziandolo e gridando forte, lo spirito uscรฌ da luiโ (Mc 1,26). La parola di Gesรน guarisce, ma facendo emergere il male, svelandolo, e consentendone cosรฌ lโespulsione dal profondo: quel male a lungo soffocato per non soffrire, ora viene portato alla luce e questi spasmi dolorosi si situano a metร tra la morte e la nascita. La parola di Gesรน non รจ edulcorata: essa fa anche male, essa non seppellisce il male, ma osa farlo emergere e affrontarlo apertamente. La parola di Gesรน รจ dunque autorevole perchรฉ liberatrice: restituisce lโuomo a se stesso liberandolo dalla divisione che lo lacera e dai fantasmi che lo tormentano; รจ parola autorevole perchรฉ sacramentale: in essa si manifesta la potenza di Dio (v. 27; nellโAntico Testamento รจ Dio stesso che rimprovera, zittisce e vince Satana: cf. Zc 3,2); รจ parola autorevole perchรฉ testimoniale (essa rivela lโunitร profonda della persona di Gesรน, del suo parlare e del suo agire).
Quanto detto ci suggerisce lโimportanza dei racconti di esorcismo. Che tra lโaltro sono piuttosto frequenti nel vangelo secondo Marco (Mc 1,21-28; 5,1-20; 7,24-30; 9,14-29), anche
tenendo conto della brevitร di questo vangelo. Si tratta di leggerli con prudenza e discernimento, ma certo non li si deve โesorcizzareโ giudicandoli leggende miracolistiche o episodi folkloristici lontani dalla nostra sensibilitร , insomma dei relitti del passato o delle narrazioni che non ci riguardano e che non hanno la capacitร di parlarci. Se spiritualmente lโimpuritร (cf. la triplice ripetizione del temine โspirito impuroโ: Mc 1,23.26.27) รจ divisione interiore, doppiezza, non consequenzialitร tra confessione di fede e coinvolgimento reale con Gesรน nel cammino verso la croce, allora il testo interpella la nostra vita e la nostra prassi di fede e ci ricorda che la vocazione cristiana ci incammina in un itinerario di unificazione della nostra persona davanti a Dio, agli altri e a noi stessi.
A cura di: Luciano Manicardi
Fonte: Monastero di Bose