Luciano Manicardi – Commento al Vangelo di domenica 16 Gennaio 2022

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Novitร  nella continuitร 

Il testo evangelico di questa domenica รจ lโ€™episodio delle โ€œnozze di Canaโ€ presente nel IV vangelo (Gv 2,1-12). Troviamo in questo testo quella simbolica nuziale che รจ cifra dellโ€™incontro tra Dio e lโ€™umanitร  giร  nel Primo Testamento. In particolare, la celebrazione delle nozze รจ immagine che allude allโ€™alleanza tra Dio e il suo popolo. Il passo giovanneo puรฒ essere letto tenendo come griglia di lettura il rapporto tra Antico e Nuovo Testamento. In questโ€™ottica va notato che Giovanni non si accontenta di risolvere questo rapporto con la polaritร  โ€œpromessa-compimentoโ€, ma la arricchisce con la dialettica โ€œcontinuitร -novitร โ€.

Per Giovanni รจ nel corso di nozze giร  iniziate che Gesรน interviene e fornisce il vino buono. Giร  qui vi รจ continuitร  e novitร . Di piรน, il vino buono proviene dallโ€™acqua che era giร  lร  (โ€œVi erano lร  sei anfore โ€ฆโ€: Gv 2,6). Situate al โ€œterzo giornoโ€ (Gv 2,1), le nozze di Cana sono ripresa del passato, in quanto memoria dellโ€™alleanza sinaitica avvenuta โ€œil terzo giornoโ€ (Es 19,10-11.16), e anticipazione del futuro, in quanto profezia della resurrezione che avverrร  โ€œil terzo giornoโ€ (1Cor 15,4). Al centro di questa economia del tempo della salvezza si trova โ€œlโ€™oraโ€ di Gesรน (Gv 2,4), il momento dellโ€™innalzamento che รจ anche il culmine della rivelazione della gloria di Dio. Simbolo dei tempi messianici e della rivelazione, il vino che Gesรน dona รจ tratto dallโ€™acqua contenuta nelle giare per la purificazione dei Giudei. Questo vino buono non รจ senza quellโ€™acqua.

La novitร  che Gesรน porta si innesta nella continuitร  con lโ€™alleanza stretta da Dio con il popolo dโ€™Israele. Scrive Tommaso dโ€™Aquino: โ€œSe Gesรน non ha voluto fare del vino partendo dal nulla, ma a partire dallโ€™acqua, รจ per mostrare che egli non veniva assolutamente per fondare una nuova dottrina e rigettare lโ€™antica, ma per compierlaโ€. Anche il cristiano non possiede quel vino, ma lo puรฒ ricevere ogni giorno dalla parola di Gesรน che trasforma lโ€™acqua versata nelle giare dโ€™Israele. La compresenza dellโ€™Antico e del Nuovo Testamento nella liturgia della Parola allโ€™interno dellโ€™Eucaristia esprime il fatto che la Parola di Dio emerge dallโ€™incontro e dal dialogo, presieduto e sempre rinnovato dallo Spirito, tra parola veterotestamentaria e parola neotestamentaria, in una dialettica di novitร  nella continuitร .

Dal punto di vista del genere letterario, il testo evangelico non รจ immediatamente riconoscibile. Che non sia un resoconto cronachistico lo mostrano le incongruenze e le lacune presenti nella narrazione. Chi sono gli sposi? Lo sposo รจ evocato solo verso la fine e quasi en passant (Gv 2,9). La sposa non รจ mai nominata. A che titolo interviene la madre di Gesรน quando il vino รจ finito? Perchรฉ tanta importanza accordata a Maria? Se il problema รจ solo la narrazione di uno sposalizio perchรฉ il rilievo accordato a quei particolari che non sembrano cosรฌ essenziali come il numero, la capienza e la destinazione delle anfore? E perchรฉ la sottolineatura dellโ€™obbedienza scrupolosa dei servi? Non si tratta neppure di un racconto biografico e neppure puรฒ essere considerato un racconto di miracolo: il mutamento dellโ€™acqua in vino รจ appena accennato e non costituisce il centro focale del racconto (cf. v. 9). Si tratta piuttosto di una narrazione simbolica con significati cristologici e teologici importanti che ruotano attorno alla dinamica di continuitร  e novitร  dellโ€™alleanza. Ci immette su questa via anche il versetto finale del racconto che parla di quanto avvenuto a Cana come dellโ€™โ€œinizio dei segniโ€ (Gv 2,11). La dimensione simbolica di questa scena indica che essa รจ epifania di una realtร  piรน segreta e profonda e contiene giร  in sรฉ ciรฒ che significa.

Lโ€™immagine stessa delle nozze (gรกmos: vv. 1.2) evoca lโ€™alleanza tra Dio e lโ€™uomo (Os 1-3; Ger 2; Ez 16; Is 54,4-8; 61,10; 62,4-5) e nel nostro testo la possiamo cogliere come un rimando alle nozze escatologiche di Dio con lโ€™umanitร , intendendo con il termine escatologico, un intervento decisivo di Dio nella storia. Carattere sottolineato dal riferimento al โ€œterzo giornoโ€ che sempre indica un tornante decisivo nella storia dellโ€™alleanza. Giovanni attribuisce grande importanza a questo racconto collocato subito dopo la presentazione di Gesรน a Israele quale Messia tramite il Battista (Gv 1,41). Questa importanza emerge dal ricorrere di diverse notazioni cronologiche: โ€œoraโ€ (hรณra: v. 4), โ€œadessoโ€ (nรปn: v. 8); โ€œfino ad oraโ€ (hรฉos รกrti: v. 10). Inoltre, la notazione del terzo giorno segue immediatamente le parole di Gesรน a Natanaele che dicono: โ€œVedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dellโ€™uomoโ€ (Gv 1,51).

Nella persona del Figlio dellโ€™uomo il cielo e la terra entrano in relazione permanente; nellโ€™azione di Gesรน la gloria di Dio prende corpo manifestando il compimento dellโ€™alleanza: ecco lโ€™incontro tra Dio e lโ€™umanitร  che avviene in Cristo e di cui le nozze sono simbolo. Anche il vino, abbondante e di qualitร , รจ simbolo escatologico: Gesรน stesso parla del vino nuovo del regno (Mt 26,29), a Cana viene offerto il vino dellโ€™era messianica (Am 9,13-14), dei tempi dellโ€™intervento decisivo di Dio nella storia umana. Ma questo vino non puรฒ essere dissociato dallโ€™acqua contenuta nelle anfore (o giare) lร  presenti. Le anfore appunto. Giovanni le descrive con attenzione minuziosa (Gv 2,6). Sono in numero di โ€œseiโ€, numero che indica lโ€™imperfezione. Sono โ€œdi pietraโ€, come le tavole su cui era scolpita la legge mosaica (Es 34,1.4). La loro capienza รจ esagerata, tale che le rende inamovibili (โ€œda ottanta a centoventi litriโ€).

La loro destinazione รจ โ€œla purificazione ritualeโ€. Le anfore sono vuote, ma Gesรน le fa riempire di acqua (โ€œRiempite di acqua le anforeโ€: Gv 2,7). Di quellโ€™acqua il Messia ha bisogno per poter offrire il vino buono. Senza quellโ€™acqua non ci sarร  neppure il vino buono. E le anfore vengono riempite fino allโ€™orlo (Gv 2,7). Avviene un rinnovamento radicale, certo, ma a partire dalle istituzioni e dai riti giudaici che restano buoni e santi (cf. ciรฒ che dice Paolo circa il comandamento: Rm 7,12). Se lโ€™acqua della purificazione rinvia alle istituzioni del popolo eletto, ora (vv. 9-10) il buon vino dice la novitร  della comunione che Gesรน, il Messia, instaura con lโ€™umanitร . Forse potremmo commentare che tra lโ€™acqua delle anfore e il vino buono cโ€™รจ un rapporto simile a quello tra il battesimo in acqua del Battista e il battesimo in Spirito santo ad opera di Gesรน (cf. Gv 1,33).

A questo punto si puรฒ comprendere lโ€™importanza della presenza di Maria alle nozze di Cana. E si comprende che Maria sia presente alle nozze ancora prima che giunga Gesรน con i suoi discepoli (cf. Gv 2,1-2): โ€œIl terzo giorno, ci furono delle nozze a Cana di Galilea e cโ€™era la madre di Gesรน. Fu invitato alle nozze anche Gesรน con i suoi discepoliโ€ (Gv 2,1-2). La presenza di Gesรน si aggiunge, o forse, sopraggiunge a un certo punto (cf. il โ€œviene dopo di meโ€ ripetuto dal Battista in riferimento a Gesรน: Gv 1,27.30). Maria, che รจ giร  lร , รจ simbolo dellโ€™Israele fedele da cui viene il Messia, della Figlia di Sion (nellโ€™Antico Testamento spesso personificata in una donna) chiamata a riconoscere il compimento dellโ€™alleanza e lโ€™instaurazione del tempo messianico della salvezza. Cosรฌ, le sue parole a Gesรน (โ€œNon hanno piรน vinoโ€: Gv 2,3) non sono una richiesta di miracolo e le sue parole ai servi (โ€œQualunque cosa vi dica, fatelaโ€: Gv 2,) non sono una mediazione: semplicemente, mostrano Maria nella sua totale disponibilitร  allโ€™obbedienza quale figura dellโ€™Israele che accoglie le condizioni ancora sconosciute della nuova e definitiva alleanza che Dio stringe in Gesรน Cristo.

Lโ€™importanza di Maria รจ relativa al fatto che รจ la rappresentante per eccellenza di Israele. Gesรน, attraverso lโ€™ebrea Maria, viene da Israele (โ€œLa salvezza viene dai Giudeiโ€: Gv 4,22), anche se egli รจ totalmente dal Padre. Il โ€œda doveโ€ su cui si interroga il maestro di tavola (Gv 2,9) circa la provenienza del vino, si estende, come apparirร  in tutto il IV vangelo, allโ€™origine di Gesรน. Il quale viene da Dio, dallโ€™alto, dal cielo, dal Padre. Ma vi proviene attraverso e tramite il popolo eletto, attraverso Israele.

Le parole di Maria ai servi sono le sue ultime parole nel quarto vangelo e, in quanto tali, suonano quasi come un testamento spirituale, acquistando il valore di lascito per ogni lettore futuro del vangelo e per ogni credente. Maria non ha un messaggio suo, ma rinvia sempre alleย parole di Gesรน, โ€œlโ€™unico mediatore tra Dio e gli uominiโ€ (1Tm 2,5), il Verbo fatto carne, la rivelazione definitiva di Dio agli uomini.

Come abbiamo giร  accennato, lโ€™immagine delle nozze e dellโ€™abbondanza e raffinatezza dl vino รจ anticipazione e profezia della festa escatologica. Lโ€™Apocalisse evoca la salvezza escatologica con le immagini del banchetto delle nozze dellโ€™Agnello, della Gerusalemme nuova pronta come una sposa per il suo sposo (cf. Ap 19,7-9; 21,2). Il cibo e lโ€™amore, elementi che dicono bisogni fondamentali della creatura umana, trasposti sul piano escatologico, trasfigurano il bisogno in desiderio e alimentano lโ€™anelito di salvezza, di vita piena e di comunione con Dio di ogni essere umano.


A cura di: Luciano Manicardi
Per gentile concessione del Monastero di Bose