Novitร nella continuitร
Il testo evangelico di questa domenica รจ lโepisodio delle โnozze di Canaโ presente nel IV vangelo (Gv 2,1-12). Troviamo in questo testo quella simbolica nuziale che รจ cifra dellโincontro tra Dio e lโumanitร giร nel Primo Testamento. In particolare, la celebrazione delle nozze รจ immagine che allude allโalleanza tra Dio e il suo popolo. Il passo giovanneo puรฒ essere letto tenendo come griglia di lettura il rapporto tra Antico e Nuovo Testamento. In questโottica va notato che Giovanni non si accontenta di risolvere questo rapporto con la polaritร โpromessa-compimentoโ, ma la arricchisce con la dialettica โcontinuitร -novitร โ.
Per Giovanni รจ nel corso di nozze giร iniziate che Gesรน interviene e fornisce il vino buono. Giร qui vi รจ continuitร e novitร . Di piรน, il vino buono proviene dallโacqua che era giร lร (โVi erano lร sei anfore โฆโ: Gv 2,6). Situate al โterzo giornoโ (Gv 2,1), le nozze di Cana sono ripresa del passato, in quanto memoria dellโalleanza sinaitica avvenuta โil terzo giornoโ (Es 19,10-11.16), e anticipazione del futuro, in quanto profezia della resurrezione che avverrร โil terzo giornoโ (1Cor 15,4). Al centro di questa economia del tempo della salvezza si trova โlโoraโ di Gesรน (Gv 2,4), il momento dellโinnalzamento che รจ anche il culmine della rivelazione della gloria di Dio. Simbolo dei tempi messianici e della rivelazione, il vino che Gesรน dona รจ tratto dallโacqua contenuta nelle giare per la purificazione dei Giudei. Questo vino buono non รจ senza quellโacqua.
La novitร che Gesรน porta si innesta nella continuitร con lโalleanza stretta da Dio con il popolo dโIsraele. Scrive Tommaso dโAquino: โSe Gesรน non ha voluto fare del vino partendo dal nulla, ma a partire dallโacqua, รจ per mostrare che egli non veniva assolutamente per fondare una nuova dottrina e rigettare lโantica, ma per compierlaโ. Anche il cristiano non possiede quel vino, ma lo puรฒ ricevere ogni giorno dalla parola di Gesรน che trasforma lโacqua versata nelle giare dโIsraele. La compresenza dellโAntico e del Nuovo Testamento nella liturgia della Parola allโinterno dellโEucaristia esprime il fatto che la Parola di Dio emerge dallโincontro e dal dialogo, presieduto e sempre rinnovato dallo Spirito, tra parola veterotestamentaria e parola neotestamentaria, in una dialettica di novitร nella continuitร .
Dal punto di vista del genere letterario, il testo evangelico non รจ immediatamente riconoscibile. Che non sia un resoconto cronachistico lo mostrano le incongruenze e le lacune presenti nella narrazione. Chi sono gli sposi? Lo sposo รจ evocato solo verso la fine e quasi en passant (Gv 2,9). La sposa non รจ mai nominata. A che titolo interviene la madre di Gesรน quando il vino รจ finito? Perchรฉ tanta importanza accordata a Maria? Se il problema รจ solo la narrazione di uno sposalizio perchรฉ il rilievo accordato a quei particolari che non sembrano cosรฌ essenziali come il numero, la capienza e la destinazione delle anfore? E perchรฉ la sottolineatura dellโobbedienza scrupolosa dei servi? Non si tratta neppure di un racconto biografico e neppure puรฒ essere considerato un racconto di miracolo: il mutamento dellโacqua in vino รจ appena accennato e non costituisce il centro focale del racconto (cf. v. 9). Si tratta piuttosto di una narrazione simbolica con significati cristologici e teologici importanti che ruotano attorno alla dinamica di continuitร e novitร dellโalleanza. Ci immette su questa via anche il versetto finale del racconto che parla di quanto avvenuto a Cana come dellโโinizio dei segniโ (Gv 2,11). La dimensione simbolica di questa scena indica che essa รจ epifania di una realtร piรน segreta e profonda e contiene giร in sรฉ ciรฒ che significa.
Lโimmagine stessa delle nozze (gรกmos: vv. 1.2) evoca lโalleanza tra Dio e lโuomo (Os 1-3; Ger 2; Ez 16; Is 54,4-8; 61,10; 62,4-5) e nel nostro testo la possiamo cogliere come un rimando alle nozze escatologiche di Dio con lโumanitร , intendendo con il termine escatologico, un intervento decisivo di Dio nella storia. Carattere sottolineato dal riferimento al โterzo giornoโ che sempre indica un tornante decisivo nella storia dellโalleanza. Giovanni attribuisce grande importanza a questo racconto collocato subito dopo la presentazione di Gesรน a Israele quale Messia tramite il Battista (Gv 1,41). Questa importanza emerge dal ricorrere di diverse notazioni cronologiche: โoraโ (hรณra: v. 4), โadessoโ (nรปn: v. 8); โfino ad oraโ (hรฉos รกrti: v. 10). Inoltre, la notazione del terzo giorno segue immediatamente le parole di Gesรน a Natanaele che dicono: โVedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dellโuomoโ (Gv 1,51).
Nella persona del Figlio dellโuomo il cielo e la terra entrano in relazione permanente; nellโazione di Gesรน la gloria di Dio prende corpo manifestando il compimento dellโalleanza: ecco lโincontro tra Dio e lโumanitร che avviene in Cristo e di cui le nozze sono simbolo. Anche il vino, abbondante e di qualitร , รจ simbolo escatologico: Gesรน stesso parla del vino nuovo del regno (Mt 26,29), a Cana viene offerto il vino dellโera messianica (Am 9,13-14), dei tempi dellโintervento decisivo di Dio nella storia umana. Ma questo vino non puรฒ essere dissociato dallโacqua contenuta nelle anfore (o giare) lร presenti. Le anfore appunto. Giovanni le descrive con attenzione minuziosa (Gv 2,6). Sono in numero di โseiโ, numero che indica lโimperfezione. Sono โdi pietraโ, come le tavole su cui era scolpita la legge mosaica (Es 34,1.4). La loro capienza รจ esagerata, tale che le rende inamovibili (โda ottanta a centoventi litriโ).
La loro destinazione รจ โla purificazione ritualeโ. Le anfore sono vuote, ma Gesรน le fa riempire di acqua (โRiempite di acqua le anforeโ: Gv 2,7). Di quellโacqua il Messia ha bisogno per poter offrire il vino buono. Senza quellโacqua non ci sarร neppure il vino buono. E le anfore vengono riempite fino allโorlo (Gv 2,7). Avviene un rinnovamento radicale, certo, ma a partire dalle istituzioni e dai riti giudaici che restano buoni e santi (cf. ciรฒ che dice Paolo circa il comandamento: Rm 7,12). Se lโacqua della purificazione rinvia alle istituzioni del popolo eletto, ora (vv. 9-10) il buon vino dice la novitร della comunione che Gesรน, il Messia, instaura con lโumanitร . Forse potremmo commentare che tra lโacqua delle anfore e il vino buono cโรจ un rapporto simile a quello tra il battesimo in acqua del Battista e il battesimo in Spirito santo ad opera di Gesรน (cf. Gv 1,33).
A questo punto si puรฒ comprendere lโimportanza della presenza di Maria alle nozze di Cana. E si comprende che Maria sia presente alle nozze ancora prima che giunga Gesรน con i suoi discepoli (cf. Gv 2,1-2): โIl terzo giorno, ci furono delle nozze a Cana di Galilea e cโera la madre di Gesรน. Fu invitato alle nozze anche Gesรน con i suoi discepoliโ (Gv 2,1-2). La presenza di Gesรน si aggiunge, o forse, sopraggiunge a un certo punto (cf. il โviene dopo di meโ ripetuto dal Battista in riferimento a Gesรน: Gv 1,27.30). Maria, che รจ giร lร , รจ simbolo dellโIsraele fedele da cui viene il Messia, della Figlia di Sion (nellโAntico Testamento spesso personificata in una donna) chiamata a riconoscere il compimento dellโalleanza e lโinstaurazione del tempo messianico della salvezza. Cosรฌ, le sue parole a Gesรน (โNon hanno piรน vinoโ: Gv 2,3) non sono una richiesta di miracolo e le sue parole ai servi (โQualunque cosa vi dica, fatelaโ: Gv 2,) non sono una mediazione: semplicemente, mostrano Maria nella sua totale disponibilitร allโobbedienza quale figura dellโIsraele che accoglie le condizioni ancora sconosciute della nuova e definitiva alleanza che Dio stringe in Gesรน Cristo.
Lโimportanza di Maria รจ relativa al fatto che รจ la rappresentante per eccellenza di Israele. Gesรน, attraverso lโebrea Maria, viene da Israele (โLa salvezza viene dai Giudeiโ: Gv 4,22), anche se egli รจ totalmente dal Padre. Il โda doveโ su cui si interroga il maestro di tavola (Gv 2,9) circa la provenienza del vino, si estende, come apparirร in tutto il IV vangelo, allโorigine di Gesรน. Il quale viene da Dio, dallโalto, dal cielo, dal Padre. Ma vi proviene attraverso e tramite il popolo eletto, attraverso Israele.
Le parole di Maria ai servi sono le sue ultime parole nel quarto vangelo e, in quanto tali, suonano quasi come un testamento spirituale, acquistando il valore di lascito per ogni lettore futuro del vangelo e per ogni credente. Maria non ha un messaggio suo, ma rinvia sempre alleย parole di Gesรน, โlโunico mediatore tra Dio e gli uominiโ (1Tm 2,5), il Verbo fatto carne, la rivelazione definitiva di Dio agli uomini.
Come abbiamo giร accennato, lโimmagine delle nozze e dellโabbondanza e raffinatezza dl vino รจ anticipazione e profezia della festa escatologica. LโApocalisse evoca la salvezza escatologica con le immagini del banchetto delle nozze dellโAgnello, della Gerusalemme nuova pronta come una sposa per il suo sposo (cf. Ap 19,7-9; 21,2). Il cibo e lโamore, elementi che dicono bisogni fondamentali della creatura umana, trasposti sul piano escatologico, trasfigurano il bisogno in desiderio e alimentano lโanelito di salvezza, di vita piena e di comunione con Dio di ogni essere umano.
A cura di: Luciano Manicardi
Per gentile concessione del Monastero di Bose