La forza trasformativa delle beatitudini
โVedendo le folle, Gesรน salรฌ sul monte โฆโ (Mt 5,1). La pagina delle beatitudini, testo evangelico che ogni anno ritorna nella festa di Tutti i Santi, presenta anzitutto lo sguardo di Gesรน, sguardo che non solo vede lโinvisibile, ma che vede diversamente ciรฒ che gli altri vedono. Il suo sguardo, che trova eloquenza nelle beatitudini, riabilita condizioni ritenute indegne, umilianti, segnate da vergognosa debolezza, nella societร del tempo. Sia lโumano che il divino sono visti da Gesรน con un occhio particolare, che sconvolge gli sguardi abituali tanto sullโuomo quanto su Dio. Dirร Paolo, dopo aver conosciuto lโaccecamento che lo renderร capace di vedere, dopo aver riconosciuto che la luce che lo guidava non era che tenebra e che il suo sguardo era inficiato da zelo cattivo: โDio ha scelto ciรฒ che รจ stolto per il mondo per confondere i sapienti; Dio ha scelto ciรฒ che รจ debole per il mondo per confondere i forti; Dio ha scelto ciรฒ che รจ ignobile e disprezzato per il mondo, ciรฒ che รจ nulla, per ridurre al nulla le cose che sonoโ (1Cor 1,27-28). La logica della croce, della morte e resurrezione, ancora invisibile agli occhi dei piรน, รจ giร operante nelle parole e nella vita di Gesรน ed emerge nelle beatitudini.
Matteo pone le beatitudini agli inizi del ministero di Gesรน. E tuttavia simili parole sembrano piรน adatte a un momento inoltrato della vita di un uomo, perchรฉ sono il frutto di una lunga maturazione, di un faticoso e soprattutto profondo lavoro interiore. Ma Matteo le colloca allโinizio, quasi a farne una sorta di discorso programmatico. In ogni caso esse sono il precipitato di un lavorรฌo interiore, di riflessione, di osservazione dellโumano, di lettura di sรฉ, di comprensione di Dio, di esercizi di traduzione in pratica della figura di Dio appresa dalle Scritture, esercizi di collegamento tra la volontร di Dio che emerge dalla meditazione delle Scritture e la vita quotidiana delle persone, i pescatori e le massaie che compariranno nelle sue parabole, i vignaioli e i contadini che faranno parte delle sue narrazioni di Dio, i malati fisici e psichici verso i quali egli mostrerร unโattitudine che non si inventa sul momento ma che nasce da lunga maturazione. Le sue parole mostrano anchโesse di aver conosciuto una lunga e nascosta gestazione, gestazione che anche lo scritto evangelico non rende visibile, o meglio consente solo di indovinare perchรฉ non ci dice nulla o quasi nulla su ciรฒ che Gesรน fece e visse prima del suo ministero pubblico. Ponendo le beatitudini allโinizio dellโattivitร pubblica di Gesรน, Matteo ci suggerisce il formarsi dellโumanitร di questโuomo nel tempo che ha preceduto gli eventi di cui parlano le narrazioni evangeliche.
Gesรน parla in qualitร di sapiente, egli insegna, dice Matteo (5,2), parla come un maestro. Le beatitudini sono anzitutto un insegnamento. Lโinsegnamento รจ trasmissione di vita e nasce da unโesperienza. Gesรน comunica ai discepoli ciรฒ che ha vissuto, dove vissuto significa non semplicemente accaduto, ma elaborato, rivissuto interiormente, pensato e posto davanti a Dio. Il vissuto non รจ veramente tale se non รจ rivissuto nel cuore, nella mente, nellโanimo. Non basta piangere o essere perseguitati per essere beati. Per dire che sono โbeatiโ i poveri o i miti o i perseguitati e per aggiungere la motivazione, โperchรฉโ, occorre avere vissuto non solo esteriormente, ma anche interiormente. Lโuomo non vive di fatti ma di storia, non vive di cronaca ma di narrazione. Dire โbeatiโ e aggiungere โperchรฉโ implica un lavoro interiore e spirituale che ha forgiato una competenza, un sapere e una sapienza. Ha forgiato un uomo libero, che sa fare qualcosa di positivo anche di situazioni di pianto, di dolore, di fatica.
Insegnare รจ indicare una via da seguire, da percorrere. E cosรฌ le beatitudini sono un invito e un incoraggiamento: voi poveri, voi misericordiosi, voi afflitti, voi perseguitati, voi miti, non scoraggiatevi, ma camminate, proseguite il cammino, andate avanti, tenete fisso lo sguardo alla meta, lasciatevi attirare da ciรฒ che vi sta davanti e non fatevi frenare da ciรฒ che sta dietro, camminate facendo fiducia a queste parole di Gesรน che aprono un orizzonte di vita. Questo cammino di felicitร รจ il cammino verso lโessenziale, verso la semplicitร . Fr. Roger di Taizรฉ ha ben espresso il carattere proprio di questo cammino delle beatitudini: โCiรฒ che rende felice unโesistenza รจ avanzare verso la semplicitร : la semplicitร del nostro cuore e quella della nostra vita. Perchรฉ una vita sia bella, non รจ indispensabile avere capacitร straordinarie o grandi possibilitร : lโumile dono della propria persona rende feliciโ.
Insegnare รจ anche promettere. ร mettere avanti un futuro, รจ offrire le condizioni ora per ciรฒ che potrร essere vero domani. Le beatitudini, come promessa di felicitร , sono invito alla bellezza, a lavorare la propria vita fino a farne un capolavoro. Ma ancor piรน che di felicitร , lโuomo ha bisogno di senso, e le beatitudini, come promessa, attestano che si puรฒ trovare senso anche nellโassurdo del dolore, che il mondo puรฒ essere vissuto anche nellโinvivibile della persecuzione, della violenza subita, di situazioni di guerra e non di pace. Rivelazioni del vissuto di Gesรน, le beatitudini diventano rivelazioni della vita possibile a noi se troviamo radici nellโumanitร di Gesรน. Allora capiamo che anche persecuzione e afflizione, assenza di pace e mancanza di giustizia, bruttura e assenza di santitร , sono situazioni che possono aprire alla beatitudine insegnando a operare la pace, a fare misericordia, a vivere nella mitezza.
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Le beatitudini ci insegnano che vi รจ anche un insegnamento nella realtร , ci insegnano a imparare dalla realtร stessa, anche dalle realtร dolorose e amare, come spesso ha fatto Gesรน stesso, lโuomo delle parabole. E come i poeti capiscono meglio di teologi ed esegeti. Scrive una grande poetessa:
Lโacqua รจ insegnata dalla sete.
La terra, dagli oceani traversati.
La gioia, dal dolore.
La pace, dai racconti di battaglia.
Lโamore, da unโimpronta di memoria.
Gli uccelli, dalla neve.
Lโautorevolezza dellโinsegnamento di Gesรน non รจ un sapere astratto, ma comunicazione di un vissuto, non รจ un insegnamento su Dio, ma รจ un rivelare qualcosa di Dio, non รจ un parlare estrinseco allโuomo, ma lโindicazione di una via percorribile da parte dellโuomo. Le beatitudini sono una parola che sintetizza chi รจ Gesรน stesso (Gesรน รจ lโuomo delle beatitudini; la prima chiave di lettura delle beatitudini รจ cristologica), ma sono anche una parola che rivela chi รจ Dio (Gesรน si esprime con estrema autorevolezza su Dio: egli afferma che il Regno dei cieli, cioรจ di Dio, appartiene a chi รจ povero in spirito e a chi รจ perseguitato per la giustizia, dice che i puri di cuore vedranno Dio, che gli operatori di pace saranno chiamati figli di Dio). E infine, le beatitudini svelano anche qual รจ la via per unโumanitร umanizzata, unโumanitร capace di narrare Dio: povertร in spirito, mitezza, misericordia, purezza di cuore, pacificazione, ricerca di giustizia fino ad assumere e integrare anche la persecuzione e la sofferenza a causa della giustizia. In queste parole, in cui Gesรน proclama beato chi รจ mite e chi รจ misericordioso, vi รจ la sapienza di chi sa che non รจ sufficiente compiere un gesto di mitezza o di misericordia, ma che occorre perseverare nella mitezza, abitare la misericordia, porre la dimora e abitare queste realtร stabilmente per conoscerne la beatitudine.
Occorre amarle e restarvi fedeli, ostinatamente, anche quando sembrano perdenti, sprecate, improduttive, sterili. Dietro le beatitudini cโรจ lโesperienza di chi รจ giunto a comprendere che queste realtร bastano a se stesse, hanno valore in sรฉ, indipendentemente da ciรฒ che mutano negli altri e nella realtร . Qui si nasconde la loro forza trasformativa: ci insegnano a diventare misericordiosi, miti, poveri in spirito, ad assumere lโafflizione e la persecuzione come momenti di sequela di Gesรน. Le beatitudini ci ricordano che lโunico potere che abbiamo non riguarda il cambiare gli altri, ma noi stessi. Che รจ lo stesso che dire con san Francesco: โPredicate sempre lโevangelo, e se necessario, anche con le paroleโ. O ancora: che colui che evangelizza รจ chi vive lโevangelo in prima persona. Purezza di cuore e povertร in spirito, mitezza e misericordia sono fonte di beatitudine perchรฉ trasformano chi le vive e persevera in esse. Le parole delle beatitudini puรฒ dirle solo chi questo lavoro profondo lo conosce perchรฉ lโha fatto. Per questo forse le beatitudini spesso ci paiono cosรฌ belle e cosรฌ inattingibili, cosรฌ alte e cosรฌ distanti, perchรฉ spesso siamo estranei al lavoro che le ha fatte nascere. Le beatitudini sono il frutto della purificazione dello sguardo del cuore che sa vedere anche situazioni di vita assolutamente penose e dolorose non piรน solo come realtร da fuggire o da temere, ma come occasione di umanizzazione e di vita evangelica. Esse nascono dal silenzio e dalla sofferenza, dalla lotta interiore e dalla solitudine. Sono parole la cui potenza รจ nascosta nella loro veritร inesauribile: veritร provata da Gesรน stesso che ha vissuto in sรฉ ciรฒ che ora puรฒ proclamare come autorevole e vero per ogni essere umano.
A cura di: Luciano Manicardi
Fonte: Monastero di Bose