Lucia Vantini โ€“ Commento al Vangelo del 28 Novembre 2021

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Inizia un nuovo anno liturgico e paradossalmente questa pagina del vangelo sembra aver anticipato il tempo della fine: il mondo qui pare sul punto di crollare. รˆ un mondo anzitutto devastato nel suo ritmo naturale. Mai come oggi ci riconosciamo nellโ€™angoscia e nellโ€™ansia per quei segni nel sole, nella luna, nelle stelle, sulla terra e nei mari di cui scrive Luca.

In queste parole, perรฒ, noi leggiamo i sintomi di ulteriori devastazioni: il nostro รจ un mondo devastato anche nella sua promessa di vita e di ospitalitร , perchรฉ ai confini di unโ€™Europa che rivendica le proprie radici cristiane si muore di fame, di sete, di freddo, aspettando una porta aperta indicata da una luce verde, colore della speranza; รจ un mondo devastato dalla violenza e per di piรน paralizzato davanti alle storie di piccoli esseri abusati fisicamente, psichicamente e spiritualmente, di donne uccise da uomini pieni di rancore e di frustrazione o costrette al silenzio da regimi patriarcali, di popoli che cercano nella disperazione una possibilitร  di rinascita lontano dalla terra natale. Forse anche noi, come gli uomini di questo brano, ci sentiamo morire di attesa e di paura.

Tornano allora in mente le parole di Agostino, di fronte al saccheggio di Roma da parte di Alarico, nel 410: questo รจ un segno della nostra crisi occidentale e delle brame di potere con le quali รจ stata tessuta. Non si รจ perรฒ limitato a questa diagnosi e, mentre si trovava in Africa, dallโ€™altra parte del Mediterraneo, ricordava che anche in una trama pervertita รจ perรฒ possibile riannodare legami solidali e di cura. รˆ possibile un altro mondo in questo mondo, direbbero le mistiche e i mistici della storia. [โ€ฆ]

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