Questa pagina di vangelo presenta quattro punti di vista della stessa scena. Quattro protagonisti per un unico evento. Anche tu che leggi sei chiamato a vivere un ruolo, un atteggiamento. Puoi provare a essere Gesรน, i discepoli, la folla, la cittร โฆ. ogni ambito ti darร prospettive e contenuti diversi. Non avere paura, andiamo!
Gesรน mandรฒ due discepoli, dicendo loro: ยซAndate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete unโasina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirร qualcosa, rispondete: โIl Signore ne ha bisogno, ma li rimanderร indietro subitoโยป.
Gesรน. Come sempre, Dio ha bisogno, Dio vuole avere bisogno. Ogni pagina di Bibbia ci mostra Dio che cerca lโuomo, che stringe alleanze, che chiede collaborazione, un Dio che non ha nรฉ scettro nรฉ bacchetta magica, ma mani tese e cuore accogliente. Alle porte di Gerusalemme il Figlio di Dio chiede lโaiuto di due discepoli, un aiuto di fondamentale importanza, ed รจ questa la giustificazione da dare ai proprietari degli animali: โil Signore ne ha bisognoโ: un bisogno assoluto e irrinunciabile, ci dice il testo greco, non puรฒ farne a meno. Interessante che ai discepoli diventati apostoli venga detto di andare in un villaggio, cercare, trovare, slegare e condurre da Gesรน e poi riconsegnare: non รจ proprio questo ciรฒ che Gesรน ha fatto nella sua vita? Con lโincarnazione รจ entrato nel villaggio di fronte, il mondo, ha cercato noi, sue creature, ci ha trovati, eravamo legati e prigionieri, ci ha liberati e riconsegnati a noi stessi attraverso la sua Parola che libera, e poi รจ tornato al Padre.
Gesรน prima di entrare a Gerusalemme ha bisogno. Tra le acclamazioni gloriose, tra i canti e le danze in suo onore, Gesรน rimane come sempre, in questo atteggiamento di servo, cavalcando un asino, chiedendo una mano, tacendo.
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesรน: condussero lโasina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere.
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I discepoli (cioรจ coloro che imparano), divengono apostoli, (coloro che sono inviati), vivono, in qualche maniera, un rito di passaggio. Lโatteggiamento dei discepoli รจ una totale disponibilitร : andarono e fecero, in perfetto silenzio, senza obiettare nulla, senza anteporre un loro pensiero, ma accogliendo in purezza quanto il Maestro richiede loro. In epoca di leoni da tastiera, questo รจ un meraviglioso atteggiamento di silenzio che custodisce il mistero. Non solo: i discepoli non si accontentano di eseguire fedelmente quanto detto da Gesรน: infatti mettono i loro mantelli sugli animali, e Gesรน si siede su di essi. Il mantello, nella cultura dellโepoca, aveva una forte simbologia; i discepoli divenuti apostoli si privano dei loro mantelli, e quindi si espongono al freddo, alle intemperie, ma non solo: queste persone si spogliano della loro autoritร , del loro ruolo sociale, indicato dal mantello, per onorare il Maestro. Il mantello รจ la propria vita donata, non piรน semplice ascolto del Maestro, ma offerta totale di se stessi al Re e Signore.
La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: ยซOsanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel piรน alto dei cieli!ยป.
La folla. Apparentemente potrebbe sembrare lo stesso gesto fatto dai discepoli, ma il testo originale usa due verbi diversi: mentre i discepoli mettono, poggiano i loro mantelli sugli animali, la folla stende, sparge mantelli e rami sulla strada. Questi verbi dicono due atteggiamenti diversi: mentre i discepoli offrono se stessi, tutta la loro vita, con un gesto semplice e dimesso, la folla usa i propri mantelli come oggetto dโarredo, per ostentare se stessa e ricordare al Messia in quale cittร sta entrando: una cittร importante! I rami tagliati e agitati sono tutta una messa in scena, per animare un momento di festa, insieme agli โOsannaโ e i โBenedettoโ.
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Osanna: รจ un grido di gioia, ma in realtร contiene unโinvocazione: salvaci!
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Benedetto: dire bene, accogliere favorevolmente, elogiare.
Sappiamo bene quanto dureranno queste invocazioni e queste acclamazioni, e come gli osanna diventeranno un โcrocifiggiloโ. La folla non vede il re che entra a Gerusalemme, o meglio non lo riconosce. Essa vede solo se stessa, i propri bisogni primari, alza il volume delle grida solo per zittire il proprio estremo bisogno di salvezza. Chiede salvezza, รจ vero, ma non ci crede. Stende i suoi mantelli, agita i suoi rami, ma non offre niente, se non un momento di coreografia, una festa che finisce presto, prestissimo, lasciandola in balรฌa di se stessa, come ieri.
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la cittร fu presa da agitazione e diceva: ยซChi รจ costui?ยป. E la folla rispondeva: ยซQuesti รจ il profeta Gesรน, da Nร zaret di Galileaยป.
La cittร . Possiamo pensare che folla e cittร sia la stessa cosa, ma anche qui ci sono dei distinguo: mentre la folla รจ quella che si riversa sulla strada, e in qualche modo รจ partecipe dellโevento, la cittร sono persone non visibili, chiuse tra le loro fredde mura, la cittร non ha volto, non ha voce, non ha anima. Questa cittร tuttavia vive unโagitazione cosรฌ forte che il testo greco usa il verbo del terremoto: la cittร trema, รจ scossa profondamente, e in questa situazione fa una domanda ben precisa: Chi รจ? Chi รจ che minaccia la mia stabilitร ? Chi รจ che scuote le mie antiche e forti mura? La cittร agitata chiede, e a rispondere รจ la folla, che mentre vive una messa in scena riesce anche a trovare unโepidermica risposta: รจ il profeta Gesรน, ma รจ una risposta che non convince la cittร , e tanto meno la folla. Finita questa sorta di carnevale sarร tutto come prima, eppure lโagitazione permane: chi รจ costui?
Gesรน ha bisogno, i discepoli offrono tutta la loro vita, la folla recita una parte, la cittร trema. Tu che fai?
A cura di Luca Rubin
Sono maestro elementare, professione che cerco di vivere in pienezza, non come lavoro ma come vocazione e missione.
In parrocchia sono catechista, referente per i ministranti e accolito: in una parola, cerco di dare una mano! Mi piace molto leggere e scrivere, ascoltare musica classica, country e latina, stare in compagnia di amici. […]