Luca Lanari – Commento (pensiero) al Vangelo del 8 Marzo 2020

CAMMINO QUARESIMALE: RIFLESSIONE SUL BRANO DEL VANGELO DELLA SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA.

Dopo aver riconosciuto le tentazioni e lottato contro di esse, siamo al secondo bivio di questo nostro cammino quaresimale verso la Pasqua. Continuiamo a seguire Gesù in quello che la liturgia ci propone con il brano del vangelo di Matteo noto come “la trasfigurazione”. Gesù sale su di un monte per pregare e ci indica la seconda tappa da percorrere. Terminato il tempo del deserto, è ora di prepararci all’incontro con Dio; è il momento della preghiera.

No, fermo! Ferma! Non andare a cercare il solito libretto devozionale. Sei chiamato a qualcosa di  più grande, di più profondo. Ricordiamoci che stiamo facendo sul serio! Lasciamoci allora guidare da chi ci ha preceduto nella fede, seguendo le indicazioni di Gesù che sul Tabor inizia a conversare con Mosè ed Elia. Prendiamo il coraggio di Mosè che si è reso strumento nelle mani di Dio per far uscire il popolo d’Israele dalla schiavitù in Egitto. Lui che non era un gran oratore, viene scelto da Dio per parlare con il faraone. Attenzione, se leggiamo l’Esodo, vediamo che Mosè non accetta subito la proposta di Dio; è infatti una richiesta che Mosè giudica molto più grande delle sue capacità. Ma alla fine decide di mettersi nelle mani del suo Signore.

L’altro personaggio con il quale Gesù si incontra è il profeta Elia. E quindi anche noi dobbiamo confrontarci con lui. Anche di Elia dobbiamo prendere il coraggio, lo stesso che ha avuto nello sfidare i 450 profeti di Baal sul monte Carmelo. Ma soprattutto, in questa tappa dedicata alla preghiera, dobbiamo con il profeta salire sull’Oreb per ascoltare il mondo attorno a noi e i grandi eventi dove pensiamo di trovare Dio: il vento impetuoso, il terremoto, il fuoco per scoprire alla fine che il nostro Dio non è in tutte queste cose, ma che la sua voce viaggia nel sussurro di una brezza leggera. Capire quindi che Dio non è mai dove pensiamo noi, in grandi manifestazioni, o distante. No, Dio ci avvolge, ci riempie, ci sta accanto anche se spesso ci pare di non udire la sua voce.

Impariamo a metterci in preghiera per ascoltare la voce del Padre, la voce della sapienza che ci potrà guidare in questo nostro personale cammino di conversione quaresimale.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 17,1-9.

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.
E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.
Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia».
Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.
Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete».
Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

A cura di Luca Lanari.


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