Per molti, oggi essere cristiani è un’abitudine, una sorta di leit motiv. Essere seguaci – e quindi discepoli di Gesù Cristo – fa parte di noi (come il DNA, la nostra nazionalità, e così via); se uno nasce in Africa è africano e morirà africano, se uno nasce in Italia è italiano come tale morirà. Ma seguire Gesù ed il suo “viaggio” in realtà è molto di più.
È una scelta che, di questi tempi, va confermata giorno dopo giorno, senza alcuna remora o timore. Il vangelo di oggi è molto chiaro: chi vuole seguire Gesù deve sottostare a determinate condizioni. Prima fra tutte la rinuncia alla famiglia. È necessario però calarsi nel periodo storico di Luca: il chiudersi in sé delle famiglie portava a una minore vita di comunità e quindi a poca condivisione. Gesù chiede di andare oltre la visione ristretta della famiglia per poter entrare a fare parte di una famiglia più grande: di una comunità.
La seconda condizione è quella di portare la propria croce; in questo lasso Gesù sta salendo a Gerusalemme dove verrà crocefisso! Ognuno ha i propri pensieri e le proprie problematiche quotidiane ma in Gesù possiamo trovare ristoro e comprensione. Le due parabole, infine, ci fanno capire che prima di prendere una decisione, come ad esempio quella di seguire Gesù Cristo, bisogna essere consapevoli che non sarà un cammino facile e che le insidie saranno sempre sulla nostra scia per farci distogliere dal traguardo.
Essere cristiani è un atto di coraggio e noi non dobbiamo avere paura di fare questa scelta.
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Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 25-33
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Parola del Signore