Liturgia: Perché ci si pone in piedi all’ascolto del Vangelo? A che serve l’omelia?

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Momento centrale e di particolare importanza della Liturgia della Parola è la lettura del Vangelo, che durante la messa può essere fatta solo dal sacerdote o dal diacono (ad esclusione del Vangelo della passione, letto la domenica delle palme e il venerdì santo, che è fatto in forma dialogata e quindi fra più lettori) perché, avendo ricevuto il sacramento dell’ordine agiscono in nome di Gesù.

La parola del Vangelo è il compimento di tutte le parole dell’antico testamento e Gesù ne è la piena realizzazione, in lui infatti si realizza tutta la scrittura. Egli è infatti il punto di arrivo e quindi il compimento di tutto ciò che viene detto nella Bibbia.

L’importanza della lettura del vangelo è data da diversi segni. Nelle Messa più solenni per esempio il libro dei Vangeli è portato processionalmente all’ambone e affiancato da due candelieri con candele accese; prima della sua lettura (o del suo canto) viene incensato ed introdotto con il saluto del sacerdote o del diacono “il Signore sia con voi”.

Al saluto, segue il triplice segno della croce fatto sulla fronte, sulle labbra e sul cuore, così che la parola di Gesù possa indirizzare i nostri pensieri, le nostre parole e i nostri sentimenti. Alla fine della lettura viene baciata la pagina del Vangelo in atto di venerazione e rispetto. Anche lo stesso fatto di restare in piedi durante la lettura del Vangelo indica che ci troviamo alla presenza di Cristo che ci parla.

Solitamente nelle domeniche e nei giorni di festa dopo il vangelo, il sacerdote o in alcuni casi anche il diacono, tiene l’omelia. Questo momento ha la funzione di farci riflettere e capire la parola di Dio appena letta ed ascoltata e quale applicazione può avere nella nostra vita, quindi un aiuto su come vivere la vita cristiana oggi secondo il volere di Dio.

A cura di don Domenico Bruno