Liturgia: I Riti di comunione: cosa indica il Padre nostro? Cos’è l’embolismo? Lo scambio di pace si può omettere?

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Con i riti di comunione entriamo nel momento della condivisione, comunione infatti significa proprio condividere. Ma che cosa condividiamo? Condividiamo ed entriamo in comunione con Dio, ricevendo il suo corpo. Entriamo in comunione e in condivisione anche con i nostri fratelli, sempre grazie al corpo di Gesù, mangiamo infatti a un’unica tavola e ci nutriamo di un unico pane.

I riti di comunione hanno inizio con la preghiera, da parte di tutti, del Padre nostro, ancora una volta con questa preghiera insegnataci da Gesù si può evidenziare il legame fra tutti noi che come fratelli ci rivolgiamo all’unico Dio chiamandolo Padre!

Segue una preghiera recitata dal sacerdote e chiamata embolismo (aggettivo greco che significa “intercalato”). Questa preghiera è infatti inserita dopo il Padre Nostro e ne sviluppa l’ultima parte, in cui si chiede per tutta la comunità dei fedeli la liberazione da tutti i mali. Questa preghiera viene chiusa dalla risposta del popolo a Dio: “Tuo è il regno tua è la potenza e la gloria nei secoli”.

Quindi inizia lo scambio della pace che viene introdotto dalla preghiera del sacerdote che domanda unità e pace per tutta la Chiesa. Segue lo scambio reale del gesto di pace che può essere espresso in diverse forme secondo l’usanza del luogo in cui la Messa viene celebrata. Se infatti la comunione eucaristica è condivisione fraterna dell’unico pane di vita, essa deve apparire come un segno di forte unità, per cui tra noi che ne mangeremo deve regnare la pace e la concordia, pena l’inautenticità della comunione.

A cura di don Domenico Bruno