Lโ€™io corrotto: lโ€™avarizia

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Intervento di P. Arnaldo Pigna nel Ritiro mensile sui vizi dellโ€™avarizia e della lussuria, che si รจ svolto il 9 marzo 2024.

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Lโ€™AVARIZIA

Lโ€™avarizia รจ una passione disordinata che nasce da una relazione distorta con le cose e si manifesta come bisogno impellente, quasi compulsivo, di avere e di accumulare. Il possesso รจ sentito ยซcome necessitร  assoluta, e tutto รจ predisposto per giungere a tale scopo, senza tenere conto di alcun limite. Si ama il denaro, lo si accumula, e lโ€™accumulo aumenta il bisogno e la brama per il denaro: piรน si ha e piรน si vorrebbe avere, senza riuscire a fermarsi perchรฉ lโ€™accumulare piace. Avarizia e aviditร  derivano dallo stesso attaccamento passionale ossessivo ai beni materiali, e procedono di pari passo.

Certo, lโ€™uomo, per essere, ha bisogno dellโ€™avere; il desiderio di possedere fa, dunque, parte delle inclinazioni naturali, ed รจ di per sรฉ legittimo. La ricchezza materiale, pertanto, non รจ sbagliata in se stessa, come non รจ sbagliato essere previdenti e risparmiare, anzi, รจ saggio e prudente. Ma lโ€™avarizia รจ totale deformazione di tutto questo.

Il problema consiste nel desiderare e nel volere cose e denaro โ€œda sรฉโ€ e โ€œper sรฉโ€, trasformandole da mezzo relativo a fine assoluto e cancellandone totalmente la dimensione di gratuitร , di dono e di servizio. La finalitร  del denaro e dei beni materiali รจ quella di essere utilizzati per soddisfare i bisogni relativi alla sussistenza; essi sono utili nella misura in cui essi giovano allโ€™uomo, gli permettono di camminare e giungere al suo fine ultimo. Ma diventano dannosi e si commette peccato quando si va oltremisura lasciando libero sfogo al desiderio smodato di possedere e alla disordinata cupidigia, fino a sconvolgere totalmente il significato e lo scopo dei beni mondani e a diventarne schiavi. Per il suo attaccamento spasmodico al danaro, unito allโ€™aviditร  e alla spilorceria, lโ€™avaro arriva fino al punto di soffrire la fame pur di mantenere il suo โ€œtesoroโ€, ed รจ tanto avido di aumentarlo da rischiare la vita o, comunque, compromettere ogni forma di dignitร .

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Ironicamente il poeta romanesco Carlo Alberto Salustri (Trilussa +1950) cosรฌ descrive lโ€™avarizia sotto le spoglie di un vecchio ricco:

โ€œHo conosciuto un vecchio / ricco, ma avaro: avaro a un punto tale / che guarda li quatrini ne lo specchio / peโ€™ vede raddoppiato er capitale. / Allora dice: Quelli li do via / perchรฉ ce faccio la beneficenza; / ma questi me li tengo per prudenzaโ€ฆ E li ripone ne la scrivaniaโ€.

Tutto preso dalla possibilitร  e dalla preoccupazione di accumulare denaro e cose, che conserva e possiede solo per sรฉ, e solo per il gusto di possedere, lโ€™avaro si trattiene anche dallโ€™usarne. โ€œLโ€™avaro รจ uno che soffre la povertร  per paura della povertร โ€, dice s. Bernardo. Ponendo il cuore e la mente in cose materiali, smarrisce il fine della propria vita, perdendo cosรฌ libertร  e dignitร , talvolta anche la vita.

Eโ€™ vero che ricercare e possedere le cose รจ una tensione dellโ€™uomo, perchรฉ ne ha bisogno, ma รจ altrettanto e soprattutto vero che il possesso non puรฒ essere lโ€™unico criterio per la valutazione di una persona. Eโ€™ assolutamente falso credere che lโ€™uomo รจ per quello che ha, che poi porterebbe a concludere che lโ€™uomo รจ quello che ha e ridurlo a un cumulo di cose. Lโ€™uomo vale per quello che รจ, non per quello che ha. Pertanto si รจ di fronte a un problema gravissimo quando sono il denaro o i beni a possederci e a ossessionarci, cioรจ quando si dร  loro valore per se stessi, e si considera il loro accumulo, possesso e conservazione il valore supremo e, dunque, la ragione di vita. Nella illusione di trovare in essi la propria sicurezza e la propria felicitร .

Gesรน mette bene in guardia contro un simile atteggiamento nella parabola evangelica dellโ€™uomo ricco, la cui campagna aveva dato un raccolto abbondante nel quale porre tutta la sua fiducia per il futuro (Lc 12,19-21).

Quellโ€™uomo รจ rinchiuso in un destino di solitudine egocentrica, perchรฉ la cupidigia ยซtoglie di mezzo chi ne รจ dominatoยป (Pr 1,19), cioรจ lo segrega dallโ€™ordinato vivere umano, impedendogli di vivere bene. Il suo cuore, รจ schiavo della cupidigia e di unโ€™irrefrenabile aviditร , รจ giร  morto prima ancora di morire perchรฉ attaccato e tutto riempito di cose morte.

Il Siracide cosรฌ dipinge lโ€™amara esistenza dellโ€™avido, avvolta dallโ€™inquietudine e insidiata dalla rovina: Lโ€™insonnia del ricco consuma il corpo, i suoi affanni gli tolgono il sonno. Le preoccupazioni dellโ€™insonnia non lasciano dormire, come una grave malattia bandiscono il sonno (Sir 31,1-2).

ยซDovโ€™รจ il vostro tesoro, lร  sarร  anche il vostro cuoreยป (Lc 12,34), afferma Gesรน. Lโ€™avaro rivela angoscia per la povertร  e la morte, per cui lโ€™avarizia รจ un continuo vivere nella miseria, per paura della miseria. Paradossalmente รจ una vita di stenti e di preoccupazioni per chi potrebbe, invece, concedersi gioie e piaceri!

Per lโ€™avaro lโ€™avere รจ divenuto il suo essere ed avendo assimilato la vita con i suoi beni, la prospettiva di poterli perdere รจ, per lui, prospettiva di morte. Per cui cerca di esorcizzarla accumulando, ma non puรฒ liberarsi da quellโ€™incubo perchรฉ non puรฒ ignorare che essa รจ sempre inesorabilmente in agguato.

Lโ€™altra faccia della medaglia dellโ€™avarizia โ€“ vale a dire il suo eccesso opposto โ€“ รจ costituita dalla prodigalitร , nel senso di spreco e di dilapidazione dei beni di cui si dispone. Anche questa deformazione รจ largamente presente nel mondo attuale dove i ricchi sperperano ciรฒ di cui molti avrebbero bisogno per sopravvivere.

Cristo ha presentato come modello negativo colui che si รจ macchiato di tale colpa (ยซRaccolte tutte le sue cose, partรฌ per un paese lontano e lร  sperperรฒ il suo patrimonio vivendo in modo dissolutoยป: Lc 15,13), dedicandogli una delle parabole piรน note, e se nโ€™รจ servito per ricordarci la magnanimitร  del perdono divino.

In realtร  il prodigo, cioรจ chi dilapida i beni che ha ricevuto in sorte o che si รจ conquistato, non รจ diverso dal goloso: egli, infatti, trae piacere dallโ€™eccesso di un consumo che, se contenuto, potrebbe considerarsi apprezzabile, ma che, esagerato, porta alla dissoluzione.

Da quanto detto risulta che lโ€™avarizia costituisce un grave peccato, anzi, in un certo senso, un compendio di tanti peccati. Infatti, ponendo nei beni materiali il proprio cuore, lโ€™avaro lo sottrae allo spazio vero dellโ€™amore, cioรจ dellโ€™incontro e della comunione con gli altri. Si rifiuta di legarsi allโ€™altro perchรฉ non ama nemmeno se stesso, ma solamente ciรฒ che accumula. Un cuore colmo e posseduto dal danaro non ha posto per pensare ed accogliere gli altri.

Quindi lโ€™avarizia non รจ un male qualunque, ma รจ uno dei peggiori essendo abuso e uso distorto di una realtร  che maggiormente condiziona lโ€™esistenza umana, cioรจ il denaro come espressione dei beni materiali che sono mezzo necessario per vivere dignitosamente e per stabilire rapporti di convivenza e solidarietร .

Brama senza fondo, desiderio di rapina senza confine, tensione che mai trova pace perchรฉ mai sโ€™accontenta, lโ€™avarizia ยซspezza la fedeltร , spegne ogni sentimento, pone se stessa al di sopra dei diritti divini e, con argomentazioni cavillose riduce a nulla ogni diritto umano e, se le fosse possibile, usurperebbe il mondo interoยป.

Nellโ€™avarizia รจ insita una triplice offesa: al prossimo, a se stessi, a Dio.

Essa รจ, innanzitutto, peccato contro Dio. Infatti, scegliendo i beni passeggeri, si disprezzano quelli eterni. Lโ€™avaro preferisce il denaro a ogni cosa. Le ricchezze sono il suo idolo, cosรฌ che Dio conta poco o nulla. Inoltre lโ€™avaro โ€“ impadronendosi di beni affidatigli da Dio perchรฉ li amministri con giustizia e caritร  โ€“ รจ iniquo verso Dio, di cui tradisce la fiducia.

Chi รจ vittima di questo vizio non sempre si rende conto del proprio atteggiamento idolatrico. E anche se non adora le ricchezze cosรฌ come gli idolatri adorano i loro idoli, ha perรฒ lo stesso atteggiamento; dando importanza assoluta e attenzione esclusiva alle cose materiali, fa dellโ€™avere e del possedere lโ€™idolo della propria vita. Si illude di possedere e garantirsi la vita ponendola, non sotto la signoria di Dio, ma sotto quella dei beni materiali, e non si rende conto che in tal modo si costruisce una prigione e si condanna ad una vita che รจ solo anticipazione di morte.

รˆ lโ€™apostolo Paolo che afferma la vera natura dellโ€™aviditร , quando ricorda ai Colossesi che ยซla cupidigia รจ idolatriaยป (Col 3,5). Assimilare lโ€™avarizia allโ€™idolatria รจ dire che i beni e il denaro diventano lโ€™assoluto a cui tutto sacrificare, il vitello dโ€™oro da adorare con le sue liturgie e le sue leggi sacrali. E questo รจ un peccato gravissimo. Giร  nel libro del Siracide viene affermata la sua gravitร : ยซNiente รจ piรน empio dellโ€™uomo che ama il denaro, poichรฉ egli si vende anche lโ€™animaยป (Sir 10,8).

Gesรน, in effetti, pone in alternativa radicale Dio e Mammona. E se lโ€™avaro diventa servo di Mammona, non puรฒ piรน essere servo di Dio (cf. Lc 16,13). Ne segue che lโ€™uomo si allontana tanto piรน da Dio quanto piรน si attacca al denaro ed รจ avido di ricchezze materiali.

Lโ€™avarizia รจ, poi, peccato contro il prossimo. Infatti lโ€™avaro manca al dovere di solidarietร  e di caritร , che vincola ogni cristiano, anzi ogni uomo. Essa lede il prossimo, perchรฉ uno non puรฒ sovrabbondare nelle ricchezze materiali, renderle inutilizzabili o sciuparle mentre un altro รจ e rimane nellโ€™indigenza. Lโ€™avarizia รจ una piaga sociale perchรฉ impedisce lโ€™esercizio della giustizia e della solidarietร .

Anzi, secondo alcuni Padri, lโ€™acquisto delle ricchezze avviene a scapito degli altri: pertanto ricchi e avari sono in un certo senso anche ladri, (Giovanni Crisostomo), depredatori e usurpatori. (Basilio Magno). Basti pensare ai molti paesi poveri dove le persone soffrono e muoiono di fame, mentre i paesi ricchi, invece di aiutarli, continuano a sfruttarli.

Lโ€™avarizia, infine, รจ un peccato che si ritorce anche contro se stessi. Lโ€™attaccamento eccessivo ai beni, lโ€™autocompiacimento e i desideri esagerati provocano angustia scontentezza e disordine interiore. Il cuore rimane inquieto, arido e vuoto. Lโ€™avaro non ama se stesso, ma solamente ciรฒ che accumula. Preoccupato di conservare i beni che sono in suo possesso e di acquisirne di nuovi, non solo ยซnon si prende nessuna cura della propria anima, nรฉ si preoccupa della sua salvezza eterna, ma si priva anche delle semplici e necessarie soddisfazioni che offre la vita.

Lโ€™infelicitร  in forme diverse accompagna questo vizio in tutte le sue fasi: ยซFatica nellโ€™acquisire, timore nel conservare, dolore nel perdereยป.

Lโ€™avaro non riesce a essere felice, perchรฉ รจ tirchio soprattutto con se stesso negandosi la possibilitร  di porre relazioni, di creare legami di reciprocitร , di gustare le legittime gioie della vita. Egli non vuole bene neppure ai suoi, rifiuta il matrimonio e figli, non li vuole perchรฉ li sente come un pericolo per il suo patrimonio. Lโ€™avaro รจ sterile, adoratore narcisista delle proprie voglie, fa il vuoto attorno a sรฉ e si condanna alla solitudine. Una solitudine che รจ piena di paura per tutto e per tutti: per le tasse da pagare, per i ladri dai quali difendersi, per lโ€™invito da contraccambiare, per il mendicante che chiede unโ€™elemosina.

Eโ€™ evidente che un tale vizio รจ come un ceppo che inchioda il piede, che blocca totalmente il cammino spirituale, e rende assai difficile la conversione. Gesรน stesso lo ha affermato:

ยซDifficilmente un ricco entrerร  nel regno dei cieliยป (Mt 19,23). E Paolo ammonisce che nessun avaro ยซha in ereditร  il regno di Cristo e di Dioยป (Ef 5,5). Pertanto ecco lโ€™ammonizione: ยซLa vostra condotta sia senza avarizia, accontentatevi di quello che avete, perchรฉ Dio stesso ha detto: Non ti lascerรฒ e non ti abbandonerรฒยป (Eb 13,5).

Lโ€™avarizia รจ vizio capitale perchรฉ prende lโ€™uomo in tutto il suo essere, una radice profonda e velenosa che dona linfa al male e lo fa crescere. S. Paolo lo afferma esplicitamente citando un proverbio corrente: ยซLโ€™aviditร  del denaro รจ la radice di tutti i maliโ€ (1Tm 6,10).

Ponendo lโ€™avarizia tra i vizi capitali da cui nascono altri peccati Gregorio Magno ne elenca โ€œsette figlieโ€: il tradimento, la frode, la falsitร , lo spergiuro, lโ€™inquietudine nel ricercare nuova ricchezza, le violenze, la durezza di cuore che chiude alla misericordia. Lโ€™avaro puรฒ facilmente diventare anche usuraio, pronto a sfruttare fragilitร  e bisogni di chi รจ meno protetto, e, lo sappiamo, lโ€™usura mina le basi della convivenza umana. Tanti, troppi sono gli esiti negativi del comportamento avaro e avido: lโ€™ingiustizia verso il prossimo, le frodi, gli inganni, i furti. Sempre, comunque, si tratta di un rifiuto e una tragica deformazione dellโ€™amore. Un impulso malvagio che distrugge la persona stessa.

Sullโ€™insaziabilitร  (che รจ lโ€™essenza stessa dellโ€™avarizia) e sulla conseguente infelicitร  dellโ€™avaro insistono molto gli autori. Gregorio Magno osserva che essa non si consuma nel piacere delle sensazioni della carne, come la gola e la lussuria, ma in quello delle percezioni dellโ€™anima. E afferma che insaziabilitร  e inquietudine sono intrecciate: piรน la prima tende a moltiplicare ciรฒ che uno possiede, piรน la seconda cresce e tormenta lโ€™avaro. Eโ€™ unโ€™infelicitร  che mai lo abbandona e ยซche coinvolge le persone che gli vivono accanto, la moglie, i figli, la servitรน, e anche la casa in cui abitaยป.

Giร  lo affermava lโ€™antico sapiente: ยซLโ€™occhio dellโ€™avaro non si accontenta della sua parte, una malvagia ingiustizia gli inaridisce lโ€™animaยป (Sir 14,9); ยซChi ama il denaro non รจ mai sazio di denaro e chi ama la ricchezza non ha mai entrate sufficientiยป (Qo 5,9).

Lโ€™insaziabilitร , in quanto non conosce uno scopo definitivo e non รจ mai appagata dagli oggetti ai quali si attacca, tende a svilupparsi sempre piรน. Per questo non si possiede mai abbastanza e si scopre sempre un motivo per avere di piรน.

Giร  gravi in se stesse e nel loro nascere, avarizia e aviditร  divengono particolarmente temibili se le si lascia crescere e radicare, perchรฉ, come dicevamo lโ€™avere diviene, per lโ€™avaro, il fondamento del proprio essere e garanzia della sua identitร ; quando si arriva a questo punto la malattia diventa pressochรฉ incurabile.

Evidentemente lโ€™avarizia e lโ€™aviditร  costituiscono anche un vizio sociale. Per le nazioni come per le persone, ยซlโ€™avarizia รจ la forma piรน evidente del sottosviluppo moraleยป, e il vizio maggiormente responsabile dei fenomeni di scarsitร  e dei conflitti conseguenti (a causa dellโ€™impatto negativo sulla disponibilitร  dei beni). Rappresenta uno degli ostacoli piรน gravi alla liberazione dei poveri e a un autentico e ordinato sviluppo civile e sociale.

Ci sono troppe nazioni avare: ad esempio, quelle che potrebbero condonare il debito a paesi in attesa o in via di sviluppo (dai quali ricevono interessi onerosi), ma non intendono farlo preferendo continuare a perpetrare forme nuove di colonialismo.

Eโ€™ avarizia lo sfruttamento delle risorse del creato a beneficio di una piccola minoranza di persone, incuranti delle sofferenze che ne derivano per le altre. Avarizia รจ anche conservare per sรฉ le conoscenze scientifiche e le possibilitร  tecnologiche, ritenendole proprio monopolio.

Anche il rifiuto di dare il proprio contributo al governo del paese (magari solo attraverso il voto) รจ segno di avarizia e mancanza di senso di responsabilitร .

Il richiamo fatto da s. Paolo (gli avari non erediteranno il regno di Dio: 1 Cor 6,10) รจ piรน che mai attuale per i nostri giorni, nei quali le scorribande finanziarie, frutto perverso di una โ€œglobalizzazione economicisticaโ€, sono tese ad un enorme e ingiusto accumulo di denaro ad opera di avventurieri, senza etica di fronte allโ€™ignoranza di disavveduti risparmiatori, e desiderosi soltanto di intascare soldi.

Avarizia รจ tutto ciรฒ che concerne la sterile accumulazione di beni, ma non si limita al denaro e alle cose non necessariamente materiali. Essa non risparmia neppure i โ€œbeni spiritualiโ€: รจ avarizia anche lโ€™assenza di generositร , la mancanza di amore, di solidarietร  e di umanitร . E puรฒ riguardare il tempo, i servizi, la stessa vita spirituale.

Ne consegue che puรฒ definirsi avaro anche chi considera esclusivi, e non condivisibili i propri talenti e le proprie conoscenze. Questo tipo di avarizia, comโ€™รจ ovvio, alligna piรน facilmente presso gli intellettuali.

Cโ€™รจ, poi, lโ€™avarizia di chi si attacca al proprio ruolo e ai propri impegni, ed รจ incapace di mettersi da parte e di lasciare posto ad altri. Si tratta di una cupidigia come amore per il possesso in sรฉ, che si esprime, appunto, con lโ€™ambizione, con la conquista e lโ€™attaccamento a cariche ed onori.

Esiste, dunque, unโ€™avarizia del proprio tempo, della propria intelligenza, delle proprie forze, dei propri compiti. Oggi soprattutto lโ€™avarizia si esprime col โ€œnegarsiโ€: รจ il rifiuto della condivisione delle gioie e dei dolori, delle speranze e delle attese. Si tratta di un avaro che non nega la necessitร  e i drammi (che pure avverte e conosce), ma nega a se stesso la possibilitร  di intervenire (adducendo vane scuse: perchรฉ ha giร  dato, perchรฉ ha famiglia, perchรฉ lavora e non ha tempoโ€ฆ). Spesso questa avarizia non ferisce direttamente, cioรจ non rende infelici delle persone precise: ma contribuisce ad allargare lo spazio dellโ€™infelicitร  nel mondo. รˆ lโ€™avarizia di chi dissipa il meglio di sรฉ per tutta la vita.

รˆ avaro chi potrebbe dare compagnia a chi รจ solo, e non la dร . Potrebbe impegnarsi in un amore autentico, ma si accontenta di rapporti superficiali. Potrebbe generare dei figli e contribuire alla crescita dellโ€™umanitร , ma evita di farlo pur avendo tutto ciรฒ che lo rende possibile, a cominciare dalle disponibilitร  economiche.

Ma, per concludere, esiste anche una cupidigia legata alla pratica della religione, che si rivela con lโ€™attaccamento a oggetti, segni, pratiche religiose e forme di devozione, quando questi, da mezzi che sono, diventano finalitร , e fanno perdere di vista il vero e unico Dio, riducendo la religione a superstizione.

In tutti questi casi รจ evidente che lโ€™avarizia si puรฒ trovare tanto nei poveri quanto nei ricchi.

Molte volte, purtroppo, lโ€™avarizia aumenta con lโ€™etร . Infatti, invecchiando, si รจ posti di fronte al restringimento dellโ€™orizzonte temporale di vita, e si reagisce intensificando lโ€™accumulo, per โ€œpaura della fineโ€. Ma puรฒ succedere anche il contrario. La prospettiva di una morte giร  non piรน lontana, costringe a riflettere sulla inutilitร  dellโ€™accumulo dei bene; e lโ€™alibi per questo accumulo per assicurarsi un avvenire, si riduce sempre piรน.

Rimedi dellโ€™avarizia

Chi vuole essere guarito dallโ€™avarizia e dalla cupidigia deve innanzi tutto conoscerle bene, poichรฉ la conoscenza รจ il primo elemento della terapia. Quando ci si rende conto che questo male comincia a mettere radice nel nostro cuore, si รจ spinti a fare attenzione e tenersene lontani, cominciando col riflettere sulla vanitร  degli oggetti perseguiti dalla cupidigia, e ricordando frequentemente che, come dice Gesรน, la vita dellโ€™uomo ยซnon dipende da ciรฒ che egli possiedeยป (Lc 12,15), e che la sola vera ricchezza รจ Dio, Padre provvidente che sa di che cosa abbiamo veramente bisogno. Da lui abbiamo ricevuto la vita e con la vita tutto il resto. Ora, la vita รจ bene vissuta se donata. E questo comporta rinuncia allโ€™accaparramento. Criterio e punto di riferimento rimangono sempre le parole del Maestro: โ€œchi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepoloยป (Lc 14,33). E lโ€™assicurazione che la vera ricchezza sta nella povertร  di spirito cioรจ nel distacco dai beni, perchรฉ รจ essa che garantisce il possesso del regno di Dio: โ€œbeati i poveri in spirito perchรฉ di essi รจ il regno dei cieliโ€ (Mt 5,3).

Per iniziare il cammino di liberazione bisogna cominciare con lโ€™accontentarsi di ciรฒ che รจ necessario e sufficiente per condurre una vita dignitosa; facendo ben attenzione ai falsi โ€œbisogniโ€, che spesso sono artificialmente e subdolamente indotti, creati ad arte dal sistema consumistico, che fa di tutto per eccitare la โ€œbramosia del possessoโ€. Tali bisogni non solo non sono โ€œnecessariโ€ ma del tutto inutili e perlopiรน dannosi. Eโ€™ bene ricordare spesso che รจ veramente ricco non colui che possiede molte cose, ma chi non ha bisogno di molte cose.

Eโ€™ fondamentale riconoscere che nel disegno di Dio i beni di questo mondo sono certamente un bene, ma un bene che ci viene donato a beneficio di tutti, e che, in quanto tale, deve essere distribuito, come fanno tutte le creature che a questo disegno non si sottraggono: il sole trasmette la luce, il fuoco il calore, gli alberi i frutti, solo lโ€™uomo avaro non vuole dividere con nessuno ciรฒ di cui si รจ impadronito e di cui si crede padrone assoluto ed esclusivo.

I veri rimedi allโ€™avarizia sono la condivisione fraterna, la misericordia e la pietร , come analogamente lโ€™antidoto dellโ€™aviditร  รจ la generositร , la filantropia e la sobrietร . Per san Tommaso allโ€™avarizia si contrappongono in modo particolare la giustizia e la liberalitร : la prima agisce a livello della distribuzione (imponendo di non trattenere e conservare beni che spettano ad altri); la seconda interviene moderando il desiderio e lโ€™amore per le ricchezze.

Sono le suddette virtรน che esprimono il cuore dellโ€™autentica vita cristiana e le permettono di prosperare. Ma รจ lโ€™elemosina, raccomandata piรน volte da Gesรน, che costituisce il rimedio per eccellenza perchรฉ lโ€™avaro ritrovi la salute spirituale. Essa implica una condivisione spirituale, prima ancora che materiale. Una delle sue principali finalitร  รจ proprio la guarigione di chi dona. Proporzionata ai mezzi del donatore, devโ€™essere fatta in modo disinteressato, con liberalitร , senza calcolo e con gioia. Cosรฌ contribuisce a liberare lโ€™uomo dalla sua insensibilitร  e dalle forme di aggressivitร  provocate dalle passioni, e gli permette di avere un atteggiamento libero di fronte al denaro e alle ricchezze terrene.

Va ricordato che serve a ben poco privarsi di qualcosa e fare qualche gesto di beneficenza, quando continua a sussistere nellโ€™animo la brama di possesso; per questo il radicale antidoto dellโ€™avarizia รจ la conversione dei desideri, ossia lโ€™esercizio per ristabilire il primato dellโ€™essere sullโ€™avere. I desideri vengono purificati dalla brama di possesso nella misura in cui vengono orientati alla ricerca del Regno, quindi al desiderio di Dio e del suo disegno che รจ la costruzione di una famiglia di figli e di fratelli.

Insomma, autentico e definitivo rimedio allโ€™avarizia e alla cupidigia รจ una vera conversione a Gesรน Cristo, che solo puรฒ ribaltare i valori dellโ€™uomo per riportarli in armonia con la volontร  di Dio. Quello che ha fatto con Zaccheo, (cf. Lc 19,1-10) Gesรน lo puรฒ fare con tutti proponendosi innanzitutto come esempio. โ€œDa ricco che eraโ€, egli volle nascere, vivere e morire povero, ed รจ con la sua croce che ci guarisce dal nostro attaccamento ai beni terreni e ci salva da tutte le nostre cupidigie.

Se si converte lโ€™avaro scoprirร  che ciรฒ che egli cercava nellโ€™accumulo dei beni, si ottiene quando la vita si lascia plasmare dal dono, quando le cose non sono piรน tiranne, quando il cuore si รจ liberato dalla passione dellโ€™avarizia e della cupidigia. Il passaggio dalla logica del possesso alla logica del dono ottiene ciรฒ che lโ€™uomo desidera dalla vita, vale a dire la beatitudine. Giร  a livello umano, felice รจ colui che si accontenta di quello che gli basta per vivere, per amare e perโ€ฆservire!