L’Incontro del Signore o Presentazione al Tempio di Gesù (2 Febbraio)

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E’ una festa della antica tradizione di Gerusalemme che si trova già nel IV secolo. E’ fissata quaranta giorni dopo la Natività perché questo era il periodo prescritto da Mosè per la purificazione delle donne dopo il parto. La scena evangelica si svolge all’interno del Santuario dove Simeone va incontro a Maria, abbraccia il bambino e profetizza che Gesù morirà in Croce, segno di contraddizione. Altre due persone partecipano all’incontro, la profetessa Anna e Giuseppe con l’offerta rituale di due tortore. Simeone riceve Gesù come Isaia riceve sulle labbra il carbone ardente (Is. 6,7) e il fedele riceve la Eucarestia. Giuseppe rappresenta la umanità incredula”.

Come Cristiani possiamo incontrarci per essere nuovi profeti dell’Annuncio Evangelico. 

TROPARIO*

“Salve, Piena di grazia Madre di Dio Vergine, * da te infatti è sorto il sole di giustizia, * Cristo Dio nostro, che illumina chi sta nelle tenebre. *Rallegrati anche tu, Vegliardo giusto, * accogliendo tra le braccia il liberatore delle nostre anime, * che dona a noi la Resurrezione.”

LETTURE

  • Isaia 6, 1-12
  • Ebr. 7, 7-17
  • Luca 2, 22-40 PREGHIERE

“Il grembo verginale hai santificato con la tua nascita* e le mani di Simeone hai benedetto, come conveniva, * ci hai prevenuti anche ora e ci hai salvato, Cristo Dio. *Ma da pace nelle guerre alla città, * e rafforza i regnanti che hai amato, * o solo amico degli uomini.” (Kontakion della Festa)

“Dillo dunque, Simeone, chi porti tra le braccia nel tempio, esultando? A chi gridi e acclami? Ora sono liberato, perché ho visto il mio Salvatore. Questi è il Verbo generato dalla Vergine, Dio da Dio, che per noi s’incarnò e salvò l’uomo. Adoriamolo.”

“Accogli, Simeone, colui che Mosè previde nella caligine, quando gli dava la Legge sul Sinai e che ora, divenuto bambino, si assoggetta alla Legge. Questi è colui che parlò mediante la Legge, questi è colui di cui è detto nei profeti, colui che s’incarnò per noi e salvò l’uomo. Adoriamolo!”

“Venite, andiamo anche noi incontro a Cristo con canti divini e accogliamo colui di cui Simeone vide la salvezza. Questi è colui che Davide annuncia; questi è colui che parlò nei profeti, colui che s’incarnò per noi e che parla nella Legge. Adoriamolo!” (Stichirà del Vespero)

“Colui che è portato dai cherubini e celebrato dai serafini, presentato oggi nel sacro tempio secondo la Legge, ha per trono le braccia di un vegliardo; per mano di Giuseppe riceve doni degni di Dio: sotto forma di una coppia di tortore, ecco la Chiesa incontaminata e il nuovo popolo eletto delle genti, con due piccoli di colomba per significare che egli è principe dell’antico e del nuovo patto. Simeone, accogliendo il compimento dell’oracolo che aveva ricevuto, benedice la Vergine Madre di Dio Maria, simbolicamente predicendole la passione di colui che da lei era nato e a lui chiede di essere sciolto dalla vita, gridando: Ora lascia che me ne vada, o Sovrano, come mi avevi predetto, perché io ho visto te, luce sempiterna e Signore Salvatore del popolo che da Cristo prende nome.” (Doxastikon degli Aposticha del Vespero)

“Quando Isaia in figura vide Dio, assiso su un trono elevato, scortato dagli angeli della gloria, gridò: O me misero! In anticipo ho visto incarnato il Dio della luce senza tramonto, il Sovrano della pace. Comprendendo il divino vegliardo la gloria già un tempo manifestata al profeta, vedendo il Verbo tenuto tra le mani dalla Madre, esclamava: Salve, o venerabile, che, come un trono, porti Dio, Sovrano della luce senza tramonto e della pace. Inchinandosi il vegliardo e abbracciando in uno slancio di divina ispirazione i piedi dell’ignara di nozze e Madre di Dio, disse: Tu porti il fuoco, o pura: tremo nell’abbracciare come bambino Dio, Sovrano della luce senza tramonto e della pace. Si purifica Isaia ricevendo il carbone ardente del serafino, gridava il vegliardo alla Madre di Dio; e tu con le tue mani, come con molle, mi illumini dandomi colui che porti, il Sovrano della luce senza tramonto e della pace.” (Ode 5 del Mattutino)

Intenzioni di preghiera e meditazione proposta dal Monastero Santa Barbara.

[box type=”info” align=”” class=”” width=””]Ogni proposta mensile presenterà la festa che ricorre, il suo Tropario, le relative Letture dall’Antico e Nuovo Testamento, alcuni testi tratti dalla innologia della festa.[/box]

[box type=”note” align=”” class=”” width=””]TROPARIO: Nella liturgia bizantina, breve preghiera ritmica composta di pochissime frasi. È l’elemento costitutivo dell’innografia greca cristiana. Se ne hanno diverse forme, variamente classificabili a seconda del contenuto, o per il posto che occupano nell’Ufficio: la principale è l’apolytìkion, che si recita alla fine dell’officiatura e riassume l’oggetto del mistero o le virtù di un santo.[/box]