1. Inizialmente avevo scritto un titolo riferito alla formazione sacerdotale, ma poi ho pensato che, analogamente, queste cose si possono dire circa la formazione di tutti gli agenti pastorali, come pure di qualsiasi cristiano. Mi riferisco al valore della lettura di romanzi e poesie nel cammino di maturazione personale.
2. Spesso nella noia delle vacanze, nel caldo e nella solitudine di alcuni quartieri deserti, trovare un buon libro da leggere diventa unโoasi che ci allontana da altre scelte che non ci fanno bene. Poi non mancano i momenti di stanchezza, di rabbia, di delusione, di fallimento, e quando neanche nella preghiera riusciamo a trovare ancora la quiete dellโanima, un buon libro ci aiuta almeno a passare la tempesta, finchรฉ possiamo avere un poโ piรน di serenitร . E forse quella lettura ci apre nuovi spazi interiori che ci aiutano ad evitare una chiusura in quelle poche idee ossessive che ci intrappolano in maniera inesorabile. Prima della onnipresenza dei media, dei social, dei cellulari e di altri dispositivi, questa era unโesperienza frequente, e quanti lโhanno sperimentata sanno bene di cosa sto parlando. Non si tratta di qualcosa di superato.
3. A differenza dei media audiovisivi, dove il prodotto รจ piรน completo e il margine e il tempo per โarricchireโ la narrazione o interpretarla sono solitamente ridotti, nella lettura di un libro il lettore รจ molto piรน attivo. In qualche modo riscrive lโopera, la amplifica con la sua immaginazione, crea un mondo, usa le sue capacitร , la sua memoria, i suoi sogni, la sua stessa storia piena di drammi e simbolismi, e in questo modo ciรฒ che emerge รจ un’opera ben diversa da quella che l’autore voleva scrivere. Unโopera letteraria รจ cosรฌ un testo vivo e sempre fecondo, capace di parlare di nuovo in molti modi e di produrre una sintesi originale con ogni lettore che incontra. Nella lettura, il lettore si arricchisce di ciรฒ che riceve dall’autore, ma questo allo stesso tempo gli permette di far fiorire la ricchezza della propria persona, cosรฌ che ogni nuova opera che legge rinnova e amplia il proprio universo personale.
4. Questo mi porta a valutare molto positivamente il fatto che, almeno in alcuni Seminari, si superi lโossessione per gli schermi -e per le velenose, superficiali e violente fake news– e si dedichi tempo alla letteratura, ai momenti di serena e gratuita lettura, a parlare su questi libri, nuovi o vecchi, che continuano a dirci tante cose. Ma in generale si deve, con rammarico, constatare che nel percorso formativo di chi รจ avviato al ministero ordinato, lโattenzione alla letteratura non trova al momento unโadeguata collocazione. Questโultima รจ spesso considerata, infatti, come una forma di intrattenimento, ovvero come unโespressione minore della cultura che non apparterrebbe al cammino di preparazione e dunque allโesperienza pastorale concreta dei futuri sacerdoti. Tranne poche eccezioni, lโattenzione alla letteratura viene considerata come qualcosa di non essenziale. Al riguardo, desidero affermare che tale impostazione non va bene. ร allโorigine di una forma di grave impoverimento intellettuale e spirituale dei futuri presbiteri, che vengono in tal modo privati di un accesso privilegiato, tramite appunto la letteratura, al cuore della cultura umana e piรน nello specifico al cuore dellโessere umano.
5. Con questo scritto, desidero proporre un radicale cambio di passo circa la grande attenzione che, nel contesto della formazione dei candidati al sacerdozio, si deve prestare alla letteratura. A tal proposito, trovo assai efficace ciรฒ che afferma un teologo:
ยซLa letteratura […] scaturisce dalla persona in ciรฒ che questa ha di piรน irriducibile, nel suo mistero […]. ร la vita che prende coscienza di sรฉ stessa quando raggiunge la pienezza di espressione, facendo appello a tutte le risorse del linguaggioยป. [1]
6. La letteratura ha cosรฌ a che fare, in un modo o nellโaltro, con ciรฒ che ciascuno di noi desidera dalla vita, poichรฉ entra in un rapporto intimo con la nostra esistenza concreta, con le sue tensioni essenziali, con i suoi desideri e i suoi significati.
7. Questo lโho imparato da giovane con i miei studenti. Tra il 1964 e il 1965, a 28 anni, sono stato professore di Letteratura a Santa Fe presso una scuola di gesuiti. Insegnavo agli ultimi due anni del Liceo e dovevo fare in modo che i miei alunni studiassero El Cid. Ma ai ragazzi non piaceva. Chiedevano di leggere Garcรญa Lorca. Allora ho deciso che avrebbero studiato El Cid a casa, e durante le lezioni io avrei trattato gli autori che piacevano di piรน ai ragazzi. Ovviamente loro volevano leggere le opere letterarie contemporanee. Ma, leggendo queste cose che li attiravano sul momento, prendevano gusto piรน in generale alla letteratura, alla poesia, e poi passavano ad altri autori. Alla fine, il cuore cerca di piรน, ed ognuno trova la sua strada nella letteratura [2]. Io, ad esempio, amo gli artisti tragici, perchรฉ tutti potremmo sentire le loro opere come nostre, come espressione dei nostri propri drammi. Piangendo per la sorte dei personaggi, piangiamo in fondo per noi stessi ed i nostri vuoti, le nostre mancanze, la nostra solitudine. Naturalmente, non vi sto chiedendo di fare le stesse letture che ho fatto io. Ognuno troverร quei libri che parleranno alla propria vita e che diventeranno dei veri compagni di viaggio. Non cโรจ niente di piรน controproducente che leggere qualcosa per obbligo, facendo uno sforzoconsiderevole solo perchรฉ altri hanno detto che รจ essenziale. No, dobbiamo selezionare le nostre letture con apertura, sorpresa, flessibilitร , lasciandoci consigliare, ma anche con sinceritร , cercando di trovare ciรฒ di cui abbiamo bisogno in ogni momento della nostra vita.
Fede e cultura
8. Inoltre, per un credente che vuole sinceramente entrare in dialogo con la cultura del suo tempo, o semplicemente con la vita delle persone concrete, la letteratura diventa indispensabile. A buona ragione, il Concilio Vaticano II sostiene che ยซla letteratura e le arti [โฆ] cercano di esprimere lโindole propria dellโuomoยป e ยซdi illustrare le sue miserie e le sue gioie, i suoi bisogni e le sue capacitร ยป. [3] La letteratura prende, in veritร , spunto dalla quotidianitร della vita, dalle sue passioni e dalle sue vicende reali come ยซlโazione, il lavoro, lโamore, la morte e tutte le povere cose che riempiono la vitaยป. [4]
9. Come possiamo raggiungere il centro delle antiche e nuove culture se ignoriamo, scartiamo e/o mettiamo a tacere i loro simboli, i messaggi, le creazioni e le narrazioni con cui hanno catturato e voluto svelare ed evocare le loro imprese e gli ideali piรน belli, cosรฌ come le loro violenze, paure e passioni piรน profonde? Come possiamo parlare al cuore degli uomini se ignoriamo, releghiamo o non valorizziamo โquelle paroleโ con cui hanno voluto manifestare e, perchรฉ no, rivelare il dramma del loro vivere e del loro sentire attraverso romanzi e poesie?
10. La missione ecclesiale ha saputo dispiegare tutta la sua bellezza, freschezza e novitร nellโincontro con le diverse culture -tante volte grazie alla letteratura- in cui si รจ radicata senza paura di mettersi in gioco e di estrarne il meglio di ciรฒ che ha trovato. ร un atteggiamento che lโha liberata dalla tentazione di un solipsismo assordante e fondamentalista che consiste nel credere che una certa grammatica storico-culturale abbia la capacitร di esprimere tutta la ricchezza e la profonditร del Vangelo. [5] Molte delle profezie di sventura che oggi tentano di seminare disperazione sono radicate proprio in questo aspetto. Il contatto con i diversi stili letterari e grammaticali permetterร sempre di approfondire la polifonia della Rivelazione senza ridurla o impoverirla alle proprie esigenze storiche o alle proprie strutture mentali.
11. Non รจ cosรฌ un caso che il cristianesimo delle origini, ad esempio, avesse bene intuito la necessitร di un serrato confronto con la cultura classica del tempo. Un Padre della Chiesa dโOriente come Basilio di Cesarea, ad esempio, nel suo Discorso ai giovani, composto tra il 370 e il 375, indirizzato probabilmente ai suoi nipoti, esaltava la preziositร della letteratura classica โprodotta dagli รฉxothen (โquelli di fuoriโ), come lui chiamava gli autori paganiโ sia per lโargomentare, cioรจ per i lรณgoi (โdiscorsiโ) da usare nella teologia e nellโesegesi, sia per la stessa testimonianza nella vita, ossia per le prรกxeis (โgli atti, i comportamentiโ) da tenere in considerazione nellโascetica e nella morale. E concludeva spingendo i giovani cristiani a considerare i classici un ephรณdion (โviaticoโ) per la loro istruzione e formazione, ricavandone โprofitto per lโanimaโ (IV, 8-9). Ed รจ proprio da quellโincontro dellโevento cristiano con la cultura dellโepoca che รจ venuta fuori unโoriginale rielaborazione dellโannuncio evangelico.
12. Grazie al discernimento evangelico della cultura, รจ possibile riconoscere la presenza dello Spirito nella variegata realtร umana, รจ possibile, cioรจ, cogliere il seme giร piantato della presenza dello Spirito negli avvenimenti, nelle sensibilitร , nei desideri, nelle tensioni profonde dei cuori e dei contesti sociali, culturali e spirituali. Possiamo ad esempio riconoscere negli Atti degli Apostoli, lรฌ dove si parla della presenza di Paolo allโAreopago (cfr. At 17,16-34), un simile approccio. Paolo, parlando di Dio, afferma: ยซIn lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: โPoichรฉ di lui stirpe noi siamoยป ( At 17,28). In questo versetto sono presenti due citazioni: una indiretta nella prima parte, dove si cita il poeta Epimenide (VI sec. a. C.), ed una diretta, che cita i Fenomeni del poeta Arato di Silo (III sec. a. C.), il quale canta le costellazioni e i segni del buono e cattivo tempo. Qui ยซPaolo si rivela โlettoreโ di poesia e lascia intuire il suo modo di accostarsi al testo letterario, che non puรฒ non far riflettere in ordine a un discernimento evangelico della cultura. Egli viene definito dagli ateniesi spermologos, cioรจ โcornacchia, chiacchierone, ciarlatanoโ, ma letteralmente โraccoglitore di semiโ. Quella che era certamente unโingiuria sembra, paradossalmente, una veritร profonda. Paolo raccoglie i semi della poesia pagana e, uscendo da un precedente atteggiamento di profonda indignazione (cfr. At 17,16), giunge a riconoscere gli ateniesi come โreligiosissimiโ e vede in quelle pagine della loro letteratura classica una vera e propria preparatio evangelicaยป [6].
13. Che cosa ha fatto Paolo? Egli ha compreso che la โletteratura scopre gli abissi che abitano lโuomo, mentre la rivelazione, e poi la teologia, li assumono per dimostrare come Cristo giunge ad attraversarli e a illuminarliโ [7]. In direzione di questi abissi, la letteratura รจ dunque una โvia dโaccessoโ, [8] che aiuta il pastore a entrare in un fecondo dialogo con la cultura del suo tempo.
Mai un Cristo senza carne
14. Prima di approfondire le ragioni specifiche per le quali รจ da promuovere lโattenzione alla letteratura nel cammino di formazione dei futuri sacerdoti, mi sia concesso richiamare qui un pensiero circa il contesto religioso attuale: ยซIl ritorno al sacro e la ricerca spirituale che caratterizzano la nostra epoca sono fenomeni ambigui. Ma piรน dellโateismo, oggi abbiamo di fronte la sfida di rispondere adeguatamente alla sete di Dio di molta gente, perchรฉ non cerchino di spegnerla con proposte alienanti o con un Gesรน Cristo senza carneยป. [9] Lโurgente compito dellโannuncio del Vangelo nel nostro tempo richiede, dunque, ai credenti e ai sacerdoti in particolare lโimpegno a che tutti possano incontrarsi con un Gesรน Cristo fatto carne, fatto umano, fatto storia. Dobbiamo stare tutti attenti a non perdere mai di vista la โcarneโ di Gesรน Cristo: quella carne fatta di passioni, emozioni, sentimenti, racconti concreti, mani che toccano e guariscono, sguardi che liberano e incoraggiano, di ospitalitร , di perdono, di indignazione, di coraggio, di intrepidezza: in una parola, di amore.
15. Ed รจ proprio a questo livello che unโassidua frequentazione della letteratura puรฒ rendere i futuri sacerdoti e tutti gli agenti pastorali ancora piรน sensibili alla piena umanitร del Signore Gesรน, in cui si riversa pienamente la sua divinitร , e annunciare il Vangelo in modo che tutti, davvero tutti, possano sperimentare quanto sia vero ciรฒ che dice il Concilio Vaticano II: ยซin realtร solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomoยป. [10] Ciรฒ non vuol dire il mistero di unโumanitร astratta, ma il mistero di quellโessere umano concreto con tutte le ferite, i desideri, i ricordi e le speranze della sua vita.
Un grande bene
16. Da un punto di vista pragmatico, molti scienziati sostengono che lโabitudine a leggere produca molti effetti positivi nella vita della persona: la aiuta ad acquisire un vocabolario piรน ampio e di conseguenza a sviluppare vari aspetti della sua intelligenza. Stimola anche lโimmaginazione e la creativitร . Allo stesso tempo, questo permette di imparare ad esprimere in modo piรน ricco le proprie narrazioni. Migliora anche la capacitร di concentrazione, riduce i livelli di deterioramento cognitivo, calma lo stress e lโansia.
17. Meglio ancora: ci prepara a comprendere e quindi ad affrontare le varie situazioni che possono presentarsi nella vita. Nella lettura ci tuffiamo nei personaggi, nelle preoccupazioni, nei drammi, nei pericoli, nelle paure delle persone che hanno superato alla fine le sfide della vita, o forse durante la lettura diamo consigli ai personaggi che in seguito serviranno a noi stessi.
18. Per tentare di incoraggiare ancora alla lettura, cito volentieri alcuni testi di autori molto conosciuti, che con poche parole ci insegnano tanto:
I romanzi scatenano ยซin noi nello spazio di unโora tutte le possibili gioie e sventure che, nella vita, impiegheremmo anni interi a conoscere in minima parte, e di cui le piรน intense non ci verrebbero mai rivelate giacchรฉ la lentezza con la quale si producono ce ne impedisce la percezioneยป. [11]
ยซLeggendo le grandi opere della letteratura divento migliaia di uomini e, allo stesso tempo, rimango me stesso. Come il cielo notturno della poesia greca, vedo con una miriade di occhi, ma sono sempre io a vedere. Qui, come nella religione, nellโamore, nellโazione morale e nella conoscenza, supero me stesso, eppure, quando lo faccio, sono piรน me stesso che maiยป. [12]
19. Comunque, non รจ la mia intenzione soffermarmi soltanto su questo livello di utilitร personale, ma riflettere sulle ragioni piรน decisive per risvegliare lโamore per la lettura.
Ascoltare la voce di qualcuno
20. Quando il mio pensiero si rivolge alla letteratura, mi viene in mente ciรฒ che il grande scrittore argentino Jorge Luis Borges [13] diceva ai suoi studenti: la cosa piรน importante รจ leggere, entrare in contatto diretto con la letteratura, immergersi nel testo vivo che ci sta davanti, piรน che fissarsi sulle idee e i commenti critici. E Borges spiegava questa idea ai suoi studenti dicendo loro che forse allโinizio avrebbero capito poco di ciรฒ che stavano leggendo, ma che in ogni caso essi avrebbero ascoltato โla voce di qualcunoโ. Ecco una definizione di letteratura che mi piace molto: ascoltare la voce di qualcuno. E non si dimentichi quanto sia pericoloso smettere di ascoltare la voce dellโaltro che ci interpella! Si cade subito nellโautoisolamento, si accede ad una sorta di sorditร โspiritualeโ, la quale incide negativamente pure sul rapporto con noi stessi e sul rapporto con Dio, a prescindere da quanta teologia o psicologia abbiamo potuto studiare.
21. Percorrendo questa via, che ci rende sensibili al mistero degli altri, la letteratura ci fa imparare a toccare il loro cuore. Come non ricordare a questo punto la parola coraggiosa che, il 7 maggio del 1964, san Paolo VI rivolse agli artisti e dunque anche ai grandi scrittori? Diceva: ยซNoi abbiamo bisogno di voi. Il Nostro ministero ha bisogno della vostra collaborazione. Perchรฉ, come sapete, il Nostro ministero รจ quello di predicare e di rendere accessibile e comprensibile, anzi commovente, il mondo dello spirito, dellโinvisibile, dellโineffabile, di Dio. E in questa operazione, che travasa il mondo invisibile in formule accessibili, intelligibili, voi siete maestriยป. [14] Ecco il punto: compito dei credenti, e dei sacerdoti in particolare, รจ proprio โtoccareโ il cuore dellโessere umano contemporaneo affinchรฉ si commuova e si apra dinanzi allโannuncio del Signore Gesรน ed in questo loro impegno lโapporto che la letteratura e la poesia possono offrire รจ di ineguagliabile valore.
22. T.S. Eliot, il poeta a cui lo spirito cristiano deve opere letterarie che hanno segnato la contemporaneitร , ha giustamente descritto la crisi religiosa moderna come quella di una diffusa โincapacitร emotivaโ. [15] Alla luce di questa lettura della realtร , oggi il problema della fede non รจ innanzitutto quello di credere di piรน o di credere di meno nelle proposizioni dottrinali. ร piuttosto quello legato allโincapacitร di tanti di emozionarsi davanti a Dio, davanti alla sua creazione, davanti agli altri esseri umani. Cโรจ qui, dunque, il compito di guarire e di arricchire la nostra sensibilitร . Per questo, al mio ritorno dal Viaggio Apostolico in Giappone, quando mi hanno chiesto che cosa ha da imparare lโOccidente dallโOriente, ho risposto: ยซcredo che allโOccidente manchi un poโ di poesiaยป. [16]
Una sorta di palestra di discernimento
23. Che cosa, allora, guadagna il sacerdote da questo contatto con la letteratura? Perchรฉ รจ necessario considerare e promuovere la lettura dei grandi romanzi come una componente importante della paideia sacerdotale? Perchรฉ รจ importante recuperare e implementare nel percorso formativo dei candidati al sacerdozio lโintuizione, delineata dal teologo Karl Rahner, di unโaffinitร spirituale profonda tra sacerdote e poeta? [17]
24. Proviamo a rispondere a questi interrogativi, ascoltando le considerazioni del teologo tedesco. [18] Le parole del poeta, scrive Rahner, sono โpiene di nostalgiaโ, sono ยซporte che si aprono sullโinfinito, porte che si spalancano sullโimmensitร . Esse evocano lโineffabile, tendono verso lโineffabileยป. Questa parola poetica ยซsi affaccia sullโinfinito, ma non puรฒ darci questo infinito, nรฉ puรฒ portare o nascondere in sรฉ colui che รจ lโInfinitoยป. Questo รจ proprio della Parola di Dio, infatti, e โprosegue Rahnerโ ยซla parola poetica invoca dunque la parola di Dioยป. [19] Per i cristiani la Parola รจ Dio e tutte le parole umane recano traccia di una intrinseca nostalgia di Dio, tendendo verso quella Parola. Si puรฒ dire che la parola veramente poetica partecipa analogicamente della Parola di Dio, come ce la presenta in maniera dirompente la Lettera agli Ebrei (cfr. Eb 4, 12-13).
25. Ed รจ cosรฌ che Karl Rahner puรฒ stabilire un bel parallelo tra il sacerdote e il poeta: ยซsolo la parola รจ intimamente capace di liberare ciรฒ che trattiene in prigionia tutte le realtร inespresse: il mutismo della loro tendenza verso Dioยป. [20]
26. Nella letteratura, poi, sono in gioco questioni di forma di espressione e di senso. Essa rappresenta pertanto una sorta di palestra di discernimento, che affina le capacitร sapienziali di scrutinio interiore ed esteriore del futuro sacerdote. Il luogo nel quale si apre questa via di accesso alla propria veritร รจ lโinterioritร del lettore, implicato direttamente nel processo della lettura. Ecco dunque dispiegarsi lo scenario del discernimento spirituale personale dove non mancheranno le angosce e persino le crisi. Infatti, sono numerose le pagine letterarie che possono rispondere alla definizione ignaziana di ยซdesolazioneยป.
27. ยซSi intende per desolazione [โฆ] lโoscuritร dellโanima, il turbamento interiore, lo stimolo verso le cose basse e terrene, lโinquietudine dovuta a diverse agitazioni e tentazioni: cosรฌ lโanima sโinclina alla sfiducia, รจ senza speranza e senza amore, e si ritrova pigra, tiepida, triste e come separata dal suo Creatore e Signoreยป. [21]
28. Il dolore o la noia che si provano leggendo certi testi non sono necessariamente brutte o inutili sensazioni. Lo stesso Ignazio di Loyola aveva notato che in ยซcoloro che procedono di male in peggioยป lo spirito buono agisce provocando inquietudine, agitazione, insoddisfazione. [22] Questa sarebbe lโapplicazione letterale della prima regola ignaziana del discernimento degli spiriti riservata a coloro che ยซvanno di peccato mortale in peccato mortaleยป e cioรจ che in tali persone lo spirito buono si comporta ยซpungendole e rimordendo la loro coscienza con la sinderesi della ragioneยป [23] per portarli al bene e alla bellezza.
29. Si capisce cosรฌ che il lettore non รจ il destinatario di un messaggio edificante, ma รจ una persona che viene attivamente sollecitata ad inoltrarsi su un terreno poco stabile dove i confini tra salvezza e perdizione non sono a priori definiti e separati. Lโatto della lettura รจ, allora, come un atto di โdiscernimentoโ, grazie al quale il lettore รจ implicato in prima persona come โsoggettoโ di lettura e, nello stesso tempo, come โoggettoโ di ciรฒ che legge. Leggendo un romanzo o unโopera poetica, in realtร il lettore vive lโesperienza di โvenire lettoโ dalle parole che legge. [24] Cosรฌ il lettore รจ simile ad un giocatore sul campo: egli fa il gioco ma nello stesso tempo il gioco si fa attraverso di lui, nel senso che egli รจ totalmente coinvolto in ciรฒ che agisce [25].
Attenzione e digestione
30. Per quanto riguarda i contenuti, si deve riconoscere che la letteratura รจ come โun telescopioโ โsecondo la celebre immagine coniata da Proust [26] โ puntato su esseri e cose, indispensabile per mettere a fuoco โla grande distanzaโ che il quotidiano scava tra la nostra percezione e lโinsieme dellโesperienza umana. ยซLa letteratura รจ come un laboratorio fotografico, nel quale รจ possibile elaborare le immagini della vita perchรฉ svelino i loro contorni e le loro sfumature. Ecco, dunque, a cosa โserveโ la letteratura: a โsviluppareโ le immagini della vitaยป [27], a interrogarci sul suo significato. Serve, in poche parole, a fare efficacemente esperienza della vita.
31. E, in veritร , il nostro sguardo ordinario sul mondo รจ come โridottoโ e limitato a causa della pressione che gli scopi operativi e immediati del nostro agire esercitano su di noi. Anche il servizio โ cultuale, pastorale, caritativo โ puรฒ diventare un imperativo che indirizza le nostre forze e la nostra attenzione solo sugli obiettivi da raggiungere. Ma, come ricorda Gesรน nella parabola del seminatore, il seme ha bisogno di cadere in un terreno profondo per maturare fecondamente nel tempo, senza essere soffocato dalla superficialitร o dalle spine (Mt 13,18-23). Il rischio diventa cosรฌ quello di cadere in un efficientismo che banalizza il discernimento, impoverisce la sensibilitร e riduce la complessitร . ร perciรฒ necessario ed urgente controbilanciare questa inevitabile accelerazione e semplificazione del nostro vivere quotidiano imparando a prendere le distanze da ciรฒ che รจ immediato, a rallentare, a contemplare e ad ascoltare. Questo puรฒ accadere quando una persona si ferma gratuitamente a leggere un libro.
32. ร necessario recuperare modi di rapportarsi alla realtร ospitali, non strategici, non direttamente finalizzati a un risultato, in cui sia possibile lasciar emergere lโeccedenza infinita dellโessere. Distanza, lentezza, libertร sono i caratteri di un approccio al reale che trova proprio nella letteratura una forma di espressione non certo esclusiva ma privilegiata. La letteratura diventa allora una palestra dove allenare lo sguardo a cercare ed esplorare la veritร delle persone e delle situazioni come mistero, come cariche di un eccesso di senso, che puรฒ essere solo parzialmente manifestata in categorie, schemi esplicativi, in dinamiche lineari di causa-effetto, mezzo-fine.
33. Unโaltra bella immagine per dire il ruolo della letteratura viene dalla fisiologia dellโapparato umano ed in particolare dallโatto della digestione. Qui il suo modello รจ dato dalla ruminatio della mucca, come affermavano il monaco dellโXI secolo Guillaume de Saint-Thierry e il gesuita del XVII secolo Jean-Joseph Surin. Questโultimo a sua volta parla di โstomaco dellโanimaโ ed il gesuita Michel De Certeau ha indicato una vera e propria โfisiologia della lettura digestivaโ. [28] Ecco: la letteratura ci aiuta a dire la nostra presenza nel mondo, a โdigerirlaโ e assimilarla, cogliendo ciรฒ che va oltre la superficie del vissuto; serve, dunque, a interpretare la vita, discernendone i significati e le tensioni fondamentali [29].
Vedere attraverso gli occhi degli altri
34. Per quanto riguarda la forma di discorso, accade questo: leggendo un testo letterario, siamo messi in condizione di ยซvedere attraverso gli occhi degli altriยป, [30] acquisendo unโampiezza di prospettiva che allarga la nostra umanitร . Si attiva cosรฌ in noi il potere empatico dellโimmaginazione, che รจ veicolo fondamentale per quella capacitร di identificazione con il punto di vista, la condizione, il sentire altrui, senza la quale non si dร solidarietร , condivisione, compassione, misericordia. Leggendo scopriamo che ciรฒ che sentiamo non รจ soltanto nostro, รจ universale, e cosรฌ anche la persona piรน abbandonata non si sente sola.
35. La meravigliosa diversitร dellโessere umano e la pluralitร diacronica e sincronica di culture e saperi si configurano nella letteratura in un linguaggio capace di rispettarne ed esprimerne la varietร , ma al tempo stesso vengono tradotte in una grammatica simbolica del senso che ce le rende intelligibili, non estranee, condivise. Lโoriginalitร della parola letteraria consiste nel fatto che essa esprime e trasmette la ricchezza dellโesperienza non oggettivandola nella rappresentazione descrittiva del sapere analitico o nellโesame normativo del giudizio critico, ma come contenuto di uno sforzo espressivo ed interpretativo di dare senso allโesperienza in questione.
36. Quando si legge una storia, grazie alla visione dellโautore ognuno immagina a modo suo il pianto di una ragazza abbandonata, lโanziana che copre il corpo del suo nipote addormentato, la passione di un piccolo imprenditore che tenta di andare avanti malgrado le difficoltร , lโumiliazione di chi si sente criticato da tutti, il ragazzo che sogna come unica via di uscita dal dolore di una vita miserabile e violenta. Mentre sentiamo tracce del nostro mondo interiore in mezzo a quelle storie, diventiamo piรน sensibili di fronte alle esperienze degli altri, usciamo da noi stessi per entrare nelle loro profonditร , possiamo capire un poโ di piรน le loro fatiche e desideri, vediamo la realtร con i loro occhi e alla fine diventiamo compagni di cammino. Cosรฌ ci immergiamo nellโesistenza concreta ed interiore del fruttivendolo, della prostituta, del bambino che cresce senza i genitori, della donna del muratore, della vecchietta che ancora crede che troverร il suo principe. E possiamo farlo con empatia e alle volte con tolleranza e comprensione.
37. Jean Cocteau scrisse a Jacques Maritain: ยซLa letteratura รจ impossibile, bisogna uscirne, ed รจ inutile cercare di tirarsene fuori con la letteratura perchรฉ solo lโamore e la fede ci consentono di uscire da noi stessiยป. [31] Ma veramente usciamo da noi stessi se non ci bruciano nel cuore le sofferenze e le gioie degli altri? Preferisco ricordare che, essendo cristiani, niente che sia umano mi รจ indifferente.
38. Inoltre, la letteratura non รจ relativista, perchรฉ non ci spoglia di criteri di valore. La rappresentazione simbolica del bene e del male, del vero e del falso, come dimensioni che nella letteratura prendono corpo di esistenze individuali e di vicende storiche collettive, non neutralizza il giudizio morale ma impedisce ad esso di diventare cieco o superficialmente condannatorio. ยซPerchรฉ guardi la pagliuzza che รจ nellโocchio di tuo fratello, e non ti accorgi della trave che รจ nel tuo occhio?ยป โ ci chiede Gesรน (Mt 7, 3).
39. E nella violenza, limitatezza o fragilitร altrui, abbiamo la possibilitร di riflettere meglio sulla nostra. Nellโaprire al lettore unโampia visione della ricchezza e della miseria dellโesperienza umana, la letteratura educa il suo sguardo alla lentezza della comprensione, allโumiltร della non semplificazione, alla mansuetudine del non pretendere di controllare il reale e la condizione umana attraverso il giudizio. Vi รจ certo bisogno del giudizio, ma non si deve mai dimenticare la sua portata limitata: mai, infatti, il giudizio deve tradursi in sentenza di morte, in cancellazione, in soppressione dellโumanitร a vantaggio di unโarida totalizzazione della legge.
40. Lo sguardo della letteratura forma il lettore al decentramento, al senso del limite, alla rinuncia al dominio, cognitivo e critico, sullโesperienza, insegnandogli una povertร che รจ fonte di straordinaria ricchezza. Nel riconoscere lโinutilitร e forse pure lโimpossibilitร di ridurre il mistero del mondo e dellโessere umano ad una antinomica polaritร di vero/falso o giusto/ingiusto, il lettore accoglie il dovere del giudizio non come strumento di dominio ma come spinta verso un ascolto incessante e come disponibilitร a mettersi in gioco in quella straordinaria ricchezza della storia dovuta alla presenza dello Spirito, che si dร anche come Grazia: ovvero come evento imprevedibile e incomprensibile che non dipende dallโazione umana, ma ridefinisce lโumano come speranza di salvezza.
La potenza spirituale della letteratura
41. Confido di aver evidenziato, in queste brevi riflessioni, il ruolo che la letteratura puรฒ svolgere nellโeducare il cuore e la mente del pastore o del futuro pastore in direzione di un esercizio libero e umile della propria razionalitร , di un riconoscimento fecondo del pluralismo dei linguaggi umani, di un ampliamento della propria sensibilitร umana, e infine di una grande apertura spirituale per ascoltare la Voce attraverso tante voci.
42. In questo senso la letteratura aiuta il lettore ad infrangere gli idoli dei linguaggi autoreferenziali, falsamente autosufficienti, staticamente convenzionali, che a volte rischiano di inquinare anche il nostro discorso ecclesiale, imprigionando la libertร della Parola. Quella letteraria รจ una parola che mette in moto il linguaggio, lo libera e lo purifica: lo apre, infine, alle proprie ulteriori possibilitร espressive ed esplorative, lo rende ospitale per la Parola che prende casa nella parola umana, non quando essa si auto comprende come sapere giร pieno, definitivo e compiuto, ma quando essa si fa vigilia di ascolto e attesa di Colui che viene per fare nuove tutte le cose (cfr. Ap 21, 5).
43. La potenza spirituale della letteratura richiama, da ultimo, il compito primario affidato da Dio allโuomo: il compito di โnominareโ gli esseri e le cose (cfr. Gn 2, 19-20). La missione di custode del creato, assegnata da Dio ad Adamo, passa innanzitutto proprio dalla riconoscenza della realtร propria e del senso che ha lโesistenza degli altri esseri. Il sacerdote รจ anche investito di questo compito originario di โnominareโ, di dare senso, di farsi strumento di comunione tra il creato e la Parola fatta carne e della sua potenza di illuminazione di ogni aspetto della condizione umana.
44. Lโaffinitร tra sacerdote e poeta si manifesta cosรฌ in questa misteriosa e indissolubile unione sacramentale tra Parola divina e parola umana, dando vita ad un ministero che diviene servizio pieno di ascolto e di compassione, ad un carisma che si fa responsabilitร , ad una visione del vero e del bene che si schiude come bellezza. Non possiamo fare a meno di ascoltare le parole che ci ha lasciato il poeta Paul Celan: ยซChi impara realmente a vedere, si avvicina allโinvisibileยป. [32]
Dato a Roma, presso San Giovanni in Laterano, il 17 luglio dellโanno 2024, dodicesimo del mio Pontificato.
FRANCESCO
[1] R. Latourelle, ยซLetteraturaยป, in R. Latourelle – R. Fisichella, Dizionario di Teologia Fondamentale, Assisi (PG) 1990, 631.
[2] Cfr. A. Spadaro, ยซJ. M. Bergoglio, il โmaestrilloโ creativo. Intervista allโalunno Jorge Miliaยป, in La Civiltร Cattolica 2014 I 523-534.
[3] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes 62.
[4] K. Rahner, ยซIl futuro del libro religiosoยป, in Nuovi saggi II, Roma 1968, 647.
[5] Cfr. Esortazione Apostolica Evangelii gaudium 117.
[6] A. Spadaro, Svolta di respiro. Spiritualitร della vita contemporanea, Milano, Vita e Pensiero, 101.
[7] R. Latourelle, ยซLetteraturaยป, 633.
[8] S. Giovanni Paolo II, Lettera agli artisti, n.6.
[9] Esortazione Apostolica Evangelii gaudium 89.
[10] Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes 22.
[11] M. PROUST, Alla ricerca del tempo perduto. I. La strada di Swann, Milano, Mondadori, 1983, 104 s.
[12] C.S. Lewis, Lettori e letture. Un esperimento di critica, Milano 1997, 165.
[13] Cfr. J.L. Borges, Borges, Oral, Buenos Aires 1979, 22.
[14] S. Paolo VI, Omelia, ยซMessa degli Artistiยป nella Cappella Sistina, 7 maggio 1964.
[15] T.S. Eliot, The Idea of a Christian Society, London 1946, 30.
[16] Conferenza stampa del Santo Padre durante il volo di ritorno dal Viaggio Apostolico di Sua Santitร Francesco in Thailandia e Giappone, 26 novembre 2019.
[17] Cfr. A. Spadaro, La grazia della parola. Karl Rahner e la poesia, Milano, Jaca Book, 2006.
[18] K. Rahner, ยซSacerdote e poetaยป in La fede in mezzo al mondo, Alba 1963, 131-173.
[19] Ivi 171 s.
[20] Ivi, 146.
[21] S. Ignazio di Loyola, Esercizi Spirituali, n. 317.
[22] Cfr. ivi, n. 335.
[23] Ivi, n. 314
[24] Cfr. K. Rahner, ยซSacerdote e poetaยป in La Fede in mezzo al mondo, Alba 1963, 141.
[25] Cfr. A Spadaro, La pagina che illumina. Scrittura creativa come esercizio spirituale, Milano, Ares, 2023, 46-47.
[26] M. Proust, ร la recherche du temps perdu. Le temps retrouvรฉ, Paris 1954, Vol. III, 1041.
[27] A. Spadaro, La pagina che illuminaโฆcit., 14.
[28] M. De Certeau, Il parlare angelico. Figure per una poetica della lingua (Secoli XVI e XVII), Firenze 1989, 139 s.
[29] Cfr. A. Spadaro, La pagina che illuminaโฆcit., 16.
[30] C.S. Lewis, Lettori e letture. Un esperimento di critica, Milano 1997, 165.
[31] J. Cocteau โ J. Maritain, Dialogo sulla fede, Firenze, Passigli, 1988, 56. Cfr. A. Spadaro, La pagina che illuminaโฆcit., 11-12.
[32] P. Celan, Microliti, Milano 2020, 101.
- Fonte – Copyright ยฉ Dicastero per la Comunicazione – Libreria Editrice Vaticana
- Immagine: https://depositphotos.com/it