Lectio Divina del 26 giugno 2016 โ scaricala in formato word
Prima lettura: 1Re 19,16.19-21
In quei giorni, il Signore disse a Elรฌa: ยซUngerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolร , come profeta al tuo postoยป. Partito di lรฌ, Elรฌa trovรฒ Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sรฉ, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elรฌa, passandogli vicino, gli gettรฒ addosso il suo mantello. Quello lasciรฒ i buoi e corse dietro a Elรฌa, dicendogli: ยซAndrรฒ a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirรฒยป. Elรฌa disse: ยซVaโ e torna, perchรฉ sai che cosa ho fatto per teยป. Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perchรฉ la mangiasse. Quindi si alzรฒ e seguรฌ Elรฌa, entrando al suo servizio.
Viene narrato in questo brano la chiamata di Eliseo, destinato a succedere a Elia. Il contesto รจ quello di una vita semplice, entro le preoccupazioni di ogni giorno, come farร Gesรน con i suoi discepoli. Lโordine del Signore รจ di ungere Eliseo: ยซUngerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolร , come profeta al tuo postoยป. Il rituale dellโunzione del re viene esteso anche al profeta. Il profeta รจ un uomo che deve avere lo Spirito, per dire le parole del Signore e agire secondo la sua volontร . ยซElรฌa, passandogli vicino, gli gettรฒ addosso il suo mantelloยป (v. 19). ร un gesto che esprime lโidea di protezione e di appartenenza, ma anche il passaggio dei poteri e di altre forze speciali da un uomo ad un altro. Qui esprime la chiamata, la nuova dignitร con cui Eliseo viene avvolto. Il possidente benestante (aveva 12 paia di buoi), ora ha una ereditร , quella di non lasciare estinguere lโopera di Elia, il suo zelo per il Signore. Alla richiesta di Eliseo di andare prima a salutare i parenti, Elia risponde: ยซVaโ e torna, perchรฉ sai che cosa ho fatto per teยป. Ormai non appartiene piรน a quel mondo. Eliseo accoglie pienamente la nuova missione abbandonando lโattivitร precedente e la sua famiglia con un banchetto di carne e di buoi cucinati sul fuoco prodotto dallโaratro.
Seconda lettura: Galati 5,1.13-18
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Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertร ! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitรน. Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertร . Che questa libertร non divenga perรฒ un pretesto per la carne; mediante lโamore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: ยซAmerai il tuo prossimo come te stessoยป. Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri! Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicchรฉ voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.
Paolo ricorda ai cristiani di Galazia lo spirito del vangelo che avevano accolto con gioia agli inizi. Ora rischiano di ricadere nel mondo della religiositร ebraica, pensando che si dovessero ancora osservare le prescrizioni antiche per poter piacere a Dio. In questo modo veniva oscurato il dono straordinario che avevano ricevuto dalla Pasqua di Cristo. LโApostolo richiama innanzitutto i fatti con verbi al modo indicativo: ยซCristo ci ha liberati per la libertร !ยป. La redenzione per lui รจ un esodo, un uscire dalla schiavitรน dellโEgitto per ritornare alla libertร al seguito di Gesรน Cristo. Solo lui ci puรฒ guidare al Padre. La legge mosaica aveva avuto un ruolo importante nella formazione del credente ebreo. Ora ha esaurito la sua funzione. La situazione in cui i fratelli si trovavano prima dellโannuncio del vangelo era quella di uomini carnali: ยซLa carne infatti ha desideri contrari allo Spiritoยป (v. 17). Vivevano sperimentando ogni giorno lโincapacitร a compiere la legge dellโamore. Ora perรฒ hanno ricevuto lo Spirito di Cristo risorto dalla morte. Hanno quindi la capacitร di compiere la legge dellโamore. Allora Paolo li esorta con verbi allโimperativo: ยซmediante lโamore siate invece a servizio gli uni degli altriยป (v. 13) e ยซcamminate secondo lo Spiritoยป (v. 16). Solo lasciandosi guidare dallo Spirito il cristiano puรฒ essere libero di amare come desidera.
Vangelo: Luca 9,51-62
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesรน prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandรฒ messaggeri davanti a sรฉ. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli lโingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perchรฉ era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciรฒ, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: ยซSignore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?ยป. Si voltรฒ e li rimproverรฒ. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: ยซTi seguirรฒ dovunque tu vadaยป. E Gesรน gli rispose: ยซLe volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dellโuomo non ha dove posare il capoยป. A un altro disse: ยซSeguimiยป. E costui rispose: ยซSignore, permettimi di andare prima a seppellire mio padreยป. Gli replicรฒ: ยซLascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece vaโ e annuncia il regno di Dioยป. Un altro disse: ยซTi seguirรฒ, Signore; prima perรฒ lascia che io mi congedi da quelli di casa miaยป. Ma Gesรน gli rispose: ยซNessuno che mette mano allโaratro e poi si volge indietro, รจ adatto per il regno di Dioยป.
Esegesi
Con questo brano inizia una nuova sezione del vangelo di Luca, il cosiddetto ยซracconto di viaggioยป (9,51-19,27). Il contesto รจ un lungo viaggio di Gesรน verso Gerusalemme, perchรฉ ยซnon conviene che un profeta perisca fuori di Gerusalemmeยป (13,33). Gesรน allโinizio del suo ministero era stato respinto dai nazareni (4,16ss), ora รจ respinto da un villaggio di Samaritani.
Nella prima parte del brano Luca fa notare lโatteggiamento dei discepoli a confronto con Gesรน (9,51-56). Essi non appaiono in sintonia con lui. Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesรน prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme (v. 51): Viene richiamato lโevento centrale della missione di Gesรน, il mistero pasquale. Vi รจ anche un riferimento del rapimento di Elia in cielo su un carro di fuoco (1Re 1,11-12). Gesรน si incammina deciso, confidando nellโassistenza di Dio come il Servo di JHWH. E mandรฒ messaggeri davanti a sรฉ (v. 52): si tratta di Giovanni e Giacomo. Il villaggio samaritano nega lโospitalitร a Gesรน. I due discepoli reagiscono come se avessero ricevuto un torto personale e si sentono investiti dello stesso furore di Elia, che fece scendere fuoco dal cielo sui soldati del re Acazia (2Re 1). Gesรน non รจ dโaccordo con questo atteggiamento e rimprovera i discepoli. Il termine ยซrimproverรฒยป significa anche ยซminacciรฒยป, un verbo usato per gli esorcismi.
Un commento potrebbe essere quello inserito nel testo da alcuni manoscritti antichi: ยซNon sapete di che spirito siete. Il Figlio dellโuomo non รจ venuto a perdere le vite degli uomini, ma a salvarleยป. Gesรน si sente ยซsalvatoreยป, il suo รจ tempo di salvezza e non di condanna. Si sa che la tolleranza di Gesรน ha portato grandi frutti di conversione tra i samaritani dopo la pasqua (cf. At 8,8-25).
Nella seconda parte del brano Luca parla invece della sequela di Gesรน: come essere in sintonia con lui. Inserendo questo episodio nel contesto del cammino verso Gerusalemme, Luca fa emergere lโesigenza che il discepolo segua il maestro incondizionatamente sulla via della croce. Gesรน forma i discepoli dicendo loro la veritร . A un tale che si offre di seguirlo presenta la sua vita continuamente a disposizione di tutti. Non รจ possibile quindi costruirsi un nido, una dimora fissa dove porre i propri beni: ยซil Figlio dellโuomo non ha dove posare il capo ยป (v. 58).
Un secondo invece รจ invitato direttamente da Gesรน: ยซSeguimiยป (v. 59), ma gli ricorda pure che le esigenze del Regno sono urgenti, non ammettono dilazioni, neppure di fronte ai doveri verso i genitori. Gesรน ha bisogno ora di operai, non quando i genitori sono giร morti. ยซLascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece vaโ e annuncia il regno di Dioยป (v. 60). Se ora, nel momento della chiamata, non ci si converte e non si entra nella nuova vita del Regno, si continua a appartenere al mondo dei morti, a coloro che non hanno accolto la nuova vita. La presenza di Gesรน poi segna la fine del potere della morte e perciรฒ il discepolo non puรฒ fare lutto, ma deve gioire per esprimere cosรฌ lโirruzione del regno di Dio nel mondo.
Un terzo poi si offre spontaneamente a Gesรน come il primo. Prima perรฒ vuole salutare i propri parenti come Eliseo (1Re 19,19-21). Nessuno che mette mano allโaratroโฆ (v. 62): Lโurgenza del Regno non ammette ripensamenti o lentezze. Il discepolo รจ colui che non guarda mai indietro, nรฉ per rimpiangere quanto ha lasciato, nรฉ per compiacersi di quanto ha fatto seguendo il Cristo. ร come Paolo ยซdimentico del passato e proteso verso il futuroยป (Fil 3,13).
Il seme e il frutto
Prendi un seme di girasole e piantalo nella terra
nel grembo materno
e aspetta devotamente: esso comincia a lottare,
un piccolo stelo si drizza allo splendore del sole
cresce, diventa grande e forte
abbraccia con la corona verde delle sue foglie
finchรฉ tutto intero splende al sole
diventa gemma e fiorisce un fiore.
E nella fioritura, seme dopo seme,
cโรจ, mille volte tanto, lโessenza futura.
E tu pianti nuovamente i mille semi,
e sarร lo stesso spettacolo, la stessa parabola.
Affonda lโanima nelle mille fioriture dei mille e mille germogli
abbracciando tutto, e poi guardando allโindietro
guida verso casa i pensieri e pensa:
tutto ciรฒ era nel primo seme.
Christian Morgenstern
Meditazione
Cammino, sequela, viaggio, itinerarioโฆ Cโรจ uno spostamento โ quello spaziale diviene simbolo di quello esistenziale โ da compiere per dirsi credenti. I brani biblici oggi sottoposti alla nostra riflessione e preghiera colgono piรน lโatto interiore della decisione che il cammino stesso, mettono a fuoco il primo momento dellโitinerario, lโelaborazione intima personale. Facendo peraltro emergere immediatamente, insieme a speranze e attese, difficoltร , resistenze e timori. Piรน che a una revisione successiva degli avvenimenti, siamo invitati a porre attenzione ai primi desideri che si affacciano alla coscienza dellโaspirante discepolo.
ร Gesรน stesso il primo a porsi in questa determinazione. Lโevangelista Luca afferma โ segnando una svolta anche strutturale nel piano complessivo del suo intero racconto โ che ยซprese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemmeยป (9,51). La vita riserva sempre numerose sorprese e con gli imprevisti ognuno di noi deve fare fin da subito i conti: saper trarre lezione e stimolo da tutto ciรฒ รจ segno di maturitร e realismo. Eppure, anche se le cose poi non vanno come ci si era aspettati, รจ necessaria una decisione anteriore e interiore che motiva e prepara alla disponibilitร di ciรฒ cheโฆ non avevamo previsto! Se Gesรน, nel suo ministero pubblico, ha fino ad ora compiuto un itinerario apparentemente circolare, senza meta, ora sembra ben determinato ad assumerne una precisa. Gesรน sembra abitato anche da una certa fretta: qualcosa lo urge interiormente e un luogo โ Gerusalemme โ sembra attrarlo a sรฉ come una calamita. Non si tratta perรฒ di giungere al piรน presto in un luogo fisico โ in tal caso le compagnie turistiche e aeree risulterebbero le migliori discepole del vangelo! โ ma di raggiungere una piรน completa elaborazione interiore, cosรฌ che il viaggio, con tutte le sue imprevedibili tappe, acquisti uno spessore esistenziale maggiore. Questo orientamento รจ tanto necessario e radicale che nemmeno le difficoltร o i fallimenti che certamente si incontreranno possono definitivamente sovvertirlo. Ci si potrร ravvede-re su alcune scelte o su certi atteggiamenti, si potrร riflettere sugli avvenimenti occorsi facendone motivo di ulteriore maturazione e adesione alla realtร , ma tutto ciรฒ non potrร bloccare o impedire lo svolgersi del viaggio, come attesta lโesperienza in terra di Samaria immediatamente riferita (cfr. 9,52-56).
Il cosiddetto racconto della vocazione di Eliseo e la seconda parte del brano lucano sottopongono alla nostra meditazione alcuni โcasi storiciโ di inizio del cammino di sequela del Signore. Sia che si tratti di rispondere a un appello esplicito proveniente da chi รจ giร in cammino (cfr. 1Re 19,19-20; Lc 9,59-60) o di accogliere un richiamo interiore che si manifesta in una volontaria generositร (cfr. Lc 9,57-58.61-62), nessuno รจ lodato nรฉ incoraggiato; piuttosto vengono immediatamente espresse possibili prossime difficoltร o sono comunicate ulteriori esigenze del cammino stesso. In fondo, viene subito richiesto un โsupplementoโ di libertร (cfr. Gal 5,13), quasi a visualizzare come la sequela reale รจ sempre al di lร di ogni nostra pur buona e necessaria apertura: si potrebbe forse arrivare a dire che stare die-tro al Signore รจ faccenda nostra ma anche del Signore stesso, che deve aprire un ulteriore varco nella nostra adesione al vangelo. La sintesi magnifica di tutta la parola di Dio, che Paolo esprime nella seconda lettura in quel ยซamerai il prossimo tuo come te stessoยป (Gal 5,14), appare subito impegnativa, esigente ma anche fortemente liberante. Sia che si tratti di rinunciare a una qualche โcomoditร โ, di saper dare un ordine nuovo alle prioritร della vita o di saper portare la solitudine e reggere alla durata di un impegno definitivo, รจ solo lo Spirito che puรฒ realizzare le nostre aspettative oltre i nostri stessi desideri. ยซCamminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicchรฉ voi non fate quello che vorresteยป (Gal 5,16-17). La sequela diviene questione eminentemente interiore, dove non รจ piรน possibile scaricare sugli altri, sulle vicende della vita, sugli imprevisti il proprio fallimento. Si tratta di affidarsi con totalitร allo Spirito e giocarsi con quella determinazione che il Signore ci domanda e ci testimonia. ยซSe vi lasciate guidare dallo Spiritoโฆยป (Gal 5,18).
Preghiere e racconti
La chiamata di Cristo colma il cuore dellโuomo
Le letture bibliche della santa Messa di questa domenica mi danno lโopportunitร di riprendere il tema della chiamata di Cristo e delle sue esigenze, tema sul quale mi sono soffermato anche una settimana fa, in occasione delle Ordinazioni dei nuovi presbiteri della Diocesi di Roma. In effetti, chi ha la fortuna di conoscere un giovane o una ragazza che lascia la famiglia di origine, gli studi o il lavoro per consacrarsi a Dio, sa bene di che cosa si tratta, perchรฉ ha davanti un esempio vivente di risposta radicale alla vocazione divina. Eโ questa una delle esperienze piรน belle che si fanno nella Chiesa: vedere, toccare con mano lโazione del Signore nella vita delle persone; sperimentare che Dio non รจ unโentitร astratta, ma una Realtร cosรฌ grande e forte da riempire in modo sovrabbondante il cuore dellโuomo, una Persona vivente e vicina, che ci ama e chiede di essere amata.
Lโevangelista Luca ci presenta Gesรน che, mentre cammina per la strada, diretto a Gerusalemme, incontra alcuni uomini, probabilmente giovani, i quali promettono di seguirlo dovunque vada. Con costoro Egli si mostra molto esigente, avvertendoli che โil Figlio dellโuomo cioรจ Lui, il Messia non ha dove posare il capoโ, vale a dire non ha una propria dimora stabile, e che chi sceglie di lavorare con Lui nel campo di Dio non puรฒ piรน tirarsi indietro (cfr Lc 9,57-58.61-62). Ad un altro invece Cristo stesso dice: โSeguimiโ, chiedendogli un taglio netto dei legami familiari (cfr Lc 9,59-60). Queste esigenze possono apparire troppo dure, ma in realtร esprimono la novitร e la prioritร assoluta del Regno di Dio che si fa presente nella Persona stessa di Gesรน Cristo. In ultima analisi, si tratta di quella radicalitร che รจ dovuta allโAmore di Dio, al quale Gesรน stesso per primo obbedisce. Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesรน, entra in una nuova dimensione della libertร , che san Paolo definisce โcamminare secondo lo Spiritoโ (cfr Gal 5,16). โCristo ci ha liberati per la libertร !โ scrive lโApostolo e spiega che questa nuova forma di libertร acquistataci da Cristo consiste nellโessere โa servizio gli uni degli altriโ (Gal 5,1.13). Libertร e amore coincidono! Al contrario, obbedire al proprio egoismo conduce a rivalitร e conflitti.
(Le parole che Benedetto XVI ha pronunciato questa domenica in occasione della recita dellโAngelus insieme ai fedeli e ai pellegrini riuniti in piazza San Pietro, domenica, 27 giugno 2010).
Un cuore puro
โAh, frate Leone, credimi riprende Francesco non preoccuparti tanto della purezza della tua anima. Volgi il tuo sguardo a Dio, ammiralo, gioisci di ciรฒ che รจ nella sua santitร ; ringrazialo perchรฉ esiste. Questo significa, o mio giovane fratello, avere un cuore puro. E quando guardi a Dio in questo modo, non far piรน ritorno a te stesso, non chiederti piรน a che punto รจ il tuo rapporto con Dio. La tristezza di non essere perfetto e di scoprirsi peccatore รจ ancora un sentimento umano, troppo umano. Bisogna puntare lo sguardo piรน in alto, sempre piรน in alto; cโรจ Dio, ci sono lโimmensitร di Dio ed il suo inalterabile splendore. Il cuore puro รจ quello che non smette mai di adorare il Dio vivente e vero, che si interessa in modo profondo alla vita stessa di Dio e che รจ in grado, in mezzo a tutte le sue miserie, di vibrare dinanzi allโeterna innocenza e allโeterna gioia di Dio. Un cuore cosรฌ รจ allo stesso tempo nudo e vestito: gli basta che Dio sia Dio. In questo soltanto trova tutta la sua pace, tutta la sua santitร โ.
โDio perรฒ pretende da noi sforzi e fedeltร โ, fa notare frate Leone.
โSรฌ, indubbiamenteโ replica Francesco; โma la santitร non รจ una realizzazione di sรฉ e neppure una pienezza che ci si offre. ร innanzitutto un vuoto che scopriamo e che accettiamo e che Dio viene a riempire nella misura in cui ci apriamo alla sua pienezza. Vedi, il nostro nulla, se lo accettiamo, diventa lo spazio libero in cui Dio puรฒ ancora creare. Il Signore non permette a nessuno di rubargli la gloria: egli รจ il Signore, lโUnico, il solo che รจ santo. Eppure prende per mano il povero, lo tira fuori dal fango e lo fa sedere tra i principi del suo popolo perchรฉ osservi la Sua gloria. Dio diventa cosรฌ il cielo della sua anima. Contemplare la gloria di Dio, fraโ Leone, scoprire che Dio รจ Dio, eternamente Dio, al di lร di quello che siamo o che possiamo essere, gioire pienamente di ciรฒ che รจ, estasiarsi di fronte alla sua eterna giovinezza e ringraziarlo perchรฉ esiste, perchรฉ รจ infallibile nella sua misericordia: questa รจ lโesigenza piรน profonda di quellโamore che lo Spirito del Signore non smette mai di diffondere nei nostri cuori. Questo vuol dire avere un cuore puro. Ma tutta questa purezza non si raggiunge attraverso sforzi e sacrifici.โ
โCome, allora?โ chiede Leone.
โBisogna semplicemente rinunciare a tutto di sรฉ. Spazzare via ogni cosa, anche la stessa acuta percezione della nostra miseria. Fare tabula rasa, accettare di essere poveri, rinunciare a tutto ciรฒ che รจ pesante, al peso stesso dei nostri errori. Vedere soltanto la gloria del Signore, lasciarsene irradiare. Dio รจ: questo basta. Il cuore diventa allora leggero, si sente diverso, come una rondine persa nello spazio immenso ed azzurro. ร libero da ogni preoccupazione, da ogni inquietudine; il suo desiderio di perfezione รจ diventato pura e semplice volontร di Dioโ.
(Eligio Leclerc, Sapienza di un povero, Bibl. Francescana, MI โ82).
Rinnega se stesso chi ama se stesso
Che cosa significano le parole: ยซSe uno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi seguaยป? (Mt 16,24). Comprendiamo che cosa vuol dire: ยซPrenda la sua croceยป; significa: ยซSopporti la sua tribolazioneยป; prenda equivale a porti, sopporti. Vuol dire: ยซRiceva pazientemente tutto ciรฒ che soffre a causa mia. ยซE mi seguaยป. Dove? Dove sappiamo che se ne รจ andato lui dopo la risurrezione. Ascese al cielo e siede alla destra del Padre. Qui farร stare anche noi. [โฆ] ยซRinneghi se stessoยป.
In che modo si rinnega chi si ama? Questa รจ una domanda ragionevole, ma umana. Lโuomo chiede: ยซIn che modo rinnega se stesso chi ama se stesso?ยป Ma Dio risponde allโuomo: ยซRinnega se stesso chi ama se stessoยป. Con lโamore di sรฉ, infatti, ci si perde; rinnegandosi, ci si trova. Dice il Signore: ยซChi ama la sua vita la perderร ยป (Gv 12,25). Chi da questo comando sa che cosa chiede, perchรฉ sa deliberare colui che sa istruire e sa risanare colui che ha voluto creare. Chi ama, perda. ร doloroso perdere ciรฒ che ami, ma anche lโagricoltore perde per un tempo ciรฒ che semina. Trae fuori, sparge, getta a terra, ricopre. Di che cosa ti stupisci? Costui che disprezza il seme, che lo perde รจ un avaro mietitore. Lโinverno e lโestate hanno provato che cosa sia accaduto; la gioia del mietitore ti dimostra lโintento del seminatore.
Dunque chi ama la propria vita, la perderร . Chi cerca che essa dia frutto la semini. Questo รจ il rinnegamento di sรฉ, per evitare di andare in perdizione a causa di un amore distorto. Non esiste nessuno che non si ami, ma bisogna cercare un amore retto ed evitare quello distorto. Chiunque, abbandonato Dio, avrร amato se stesso e per amore di sรฉ avrร abbandonato Dio, non dimora in sรฉ, ma esce da se stesso. [โฆ] Abbandonando Dio e preoccupandoti di te stesso, ti sei allontanato anche da te e stimi ciรฒ che รจ fuori di te piรน di te stesso. Torna a te e poi di nuovo, rientrato in te, volgiti verso lโalto, non rimanere in te. Prima ritorna a te dalle cose che sono fuori di sรฉ e poi restituisci te stesso a colui che ti ha fatto e che ti ha cercato quando ti sei perduto, ti ha trovato quando sei fuggito, ti ha convertito a sรฉ quando gli volgevi le spalle. Torna a te, dunque, e vaโ a colui che ti ha fatto.
(AGOSTINO DI IPPONA, Discorsi 330,2-3 NBA XXXIII, pp. 818-822).
Sulla via dellโamore
Quello che fa avanzare sulla via รจ lโamore di Dio e del prossimo. Chi ama corre, e la corsa รจ tanto piรน alacre quanto piรน รจ profondo lโamore. A un amore debole corrisponde un cammino lento, e se addirittura manca lโamore, ecco che uno si arresta sulla via, e se rimpiange la vita mondana, รจ come se volgesse indietro lo sguardo, non guardando piรน alla patria.
Non giova che uno si metta sulla via e poi invece di camminare torni indietro. Se uno si รจ posto sulla via โ cioรจ, fuori di immagine, si รจ fatto cristiano cattolico โ e guarda indietro volgendo ancora il suo amore al mondo, non fa che ritornare lร donde era partito.
(AGOSTINO DโIPPONA, Discorso 346/B,2).
Il modo autentico di vivere
La caritร non รจ anzitutto lโamore del prossimo o lโamore di Dio: รจ questa situazione oggettiva di essere nella comunione, nellโalleanza, che poi si svolge in tutti i rapporti, in tutte le situazioni, in tutte le esigenze che fanno lโesistenza di un uomo. Per cui, dal punto di vista cristiano, non cโรจ alternativa tra comunione con Dio e comunione con il prossimo; cโรจ piuttosto bisogno di lasciarsi prendere, di lasciarsi โferireโ da tutte le esigenze di questa comunione e di non darla nรฉ come assolutamente ovvia, considerandola come un dato di fatto per cui ci si occupa di altre cose, nรฉ di renderla senza significato, come se il significato fosse piuttosto nel fare questa o questโaltra cosa, nellโimpegnarsi in questa o in questโaltra situazione [โฆ]. Dunque, non cโรจ lโuomo e tanti modi di entrare in comunione con le persone; cโรจ lโuomo definito da questa comunione che assume il modo autentico di vivere e tradurre tutti i rapporti; assume cioรจ il modo di Gesรน Cristo. Come a dire che cโรจ un modo autentico di vivere, di assumere la vita e la morte, di soffrire, di godere, di amare, di operare, di parlare, di agire, di impegnarsi, di non impegnarsi, di tacere: e questo modo รจ quello di Gesรน Cristo (G. MOIOLI, Vaโ dai miei fratelli (Gv 20,17), Milano 1996, 39s.).
La rinuncia a se stessi
Quando una situazione umana ci chiede una totale rinuncia a noi stessi, istintivamente cerchiamo il compromesso o semplicemente imbocchiamo la strada della fuga, ci accomuniamo agli apostoli, che anchโessi sono fuggiti di fronte al realismo della Passione di Gesรน. A tanti livelli e su tanti piani dobbiamo cercare di smascherare le forme di fuga che caratterizzano il nostro preteso โservizio agli altriโ. Quante volte a livello della famiglia, ci lasciamo andare alla ricerca soltanto della gratificazione dellโaffermazione di noi stessi e non accettiamo le persone che ci sono vicine cosรฌ come sono nella loro realtร , le vorremmo sempre diverse e ci arrovelliamo? Quante volte nellโambito professionale ci lasciamo trascinare solo dallโinteresse e non cerchiamo di rendere un servizio fino in fondo, servizio che ci chiede di uscire da noi stessi di prendere parte in qualche modo alla croce e di partecipare alla sua forza rivelatrice? Quante volte di fronte alle richieste che i nostri fratelli avanzano, noi manifestiamo disagio, stizza, rifiuto: tante realtร semplici della nostra vita quotidiana in cui Gesรน dalla croce ci chiede di operare una profonda conversione, di metterci davvero in ginocchio davanti alla croce per coglierne il realismo e la fedeltร che cambiano la vita.
Innanzitutto, si rimane colpiti dal fatto che, nel Vangelo di Marco, la descrizione dei miracoli compiuti da Cristo sfuma, fino a scomparire del tutto, quanto piรน ci si avvicina alla Croce: รจ qui, dove Gesรน non salva se stesso, che anche i miracoli muoiono. Se i miracoli sono i segni tangibili della potenza di Dio, la Croce ci dice in modo chiaro che questa potenza si manifesta soprattutto nellโamore e nel dono che Cristo fa di sรฉ. Per Marco, il vero discepolo รจ colui che sa riconoscere il Figlio di Dio inchiodato sulla croce per la nostra salvezza (15,39).
ยซLa croce รจ diventata la suprema cattedra per la rivelazione della sua nascosta e imprevedibile identitร ; il volto dellโamore che si dona e che salva lโuomo condividendone in tutto la condizione, escluso il peccato (Ebrei 4,15). La Chiesa non lo dovrร mai dimenticare: sarร questa la sua strada a servizio dellโamore e della rivelazione di Dio agli uominiยป.
(CVMC 14).
Preghiera
Soltanto la caritร puรฒ dilatare il mio cuore.
Gesรน, da quando questa fiamma dolce mi consuma,
corro con gioia sulla via del comandamento nuovo.
Voglio correre in essa fino al giorno felice,
nel quale potrรฒ seguirti negli spazi infiniti
cantando il tuo cantico nuovo,
quello dellโamore.
(TERESA DI LISIEUX, Manoscritto C).