Lectio Divina del 14 Ottobre 2018 – Ordine dei Carmelitani

Gesù chiama il giovane ricco
Il centuplo già in questa vita, ma con persecuzioni!
Marco 10,17-30

1.  Orazione iniziale
Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l’hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.

Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti,

affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.

2.  Lettura

a)  Chiave di lettura:

•  Il vangelo di questa 28a domenica del tempo ordinario racconta la storia di un giovane che chiede a Gesù qual è il cammino per la vita eterna. Gesù gli dà una risposta, ma il giovane non accetta, perché era molto ricco. La ricchezza offre una certa sicurezza alle persone e queste hanno difficoltà a privarsi di questa sicurezza. Attaccate ai vantaggi dei loro beni, queste persone vivono preoccupate di difendere i loro propri interessi. Il povero non ha questa preoccupazione, e per questo è più libero. Ma ci sono poveri con mentalità da ricchi. Sono poveri, ma non sono “poveri in spirito” (Mt 5,3). Non solo la ricchezza, ma anche il desiderio di ricchezza, possono trasformare la persona e renderla schiava dei beni di questo mondo. Ed avrà difficoltà ad accettare l’invito di Gesù: “Va, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, ed avrai un tesoro nel cielo; e prendi la tua croce e seguimi” (Mc 10,21) Non farà il passo che Gesù chiede. Ed io sono capace di lasciare tutto per il Regno?

•     Nel testo che ora ascoltiamo, diverse persone cercano Gesù per chiedergli un consiglio: il giovane ricco, i discepoli e Pietro. Nel corso della lettura cercheremo di essere attenti alla preoccupazione di ciascuna di queste persone ed alla risposta che Gesù ha per loro.

b)  Una divisione del testo per aiutarne la lettura:

Marco 10,17: La richiesta della persona che vuole seguire Gesù Marco 10,18-19: La risposta inattesa ed esigente di Gesù Marco 10,20-21: La conversazione tra Gesù ed il giovane

Marco 10,22: Il giovane si allarma e non vuole seguire Gesù

Marco 10,23-27: Conversazione tra Gesù ed i discepoli sull’entrata dei ricchi nel Regno

Marco 10,28: La domanda di Pietro Marco 10,29-30: La risposta di Gesù

c)  Il testo

17Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». 18Gesù gli disse:

«Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».

20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». 22Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.

23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». 24I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com’è difficile entrare nel regno di Dio! 25 E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». 27Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».

28Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù

gli rispose: « In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, 30che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.»

3.  Momento di silenzio orante

perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.

4.  Alcune domande

per aiutarci nella meditazione e nella orazione.

a)  Qual è il punto di questo testo che ti ha colpito di più? Perché?

b)  Qual è la preoccupazione del giovane e quale il suo inganno?

c)   Cosa significa per noi oggi: “Va, vendi tutto, dallo ai poveri”? E’ possibile prendere questa frase letteralmente?

d)  Come capire il paragone dell’ago e del cammello?

e)  Come capire il centuplo in questa vita, ma con persecuzioni?

f)   Come capire e praticare oggi i consigli che Gesù dà al giovane ricco?

5.  Per coloro che desiderano approfondire maggiormente il tema

a)  Contesto di ieri e di oggi:

*    Il Vangelo di questa domenica descrive la conversione progressiva che, secondo l’invito di Gesù, deve avvenire nel nostro rapporto con i beni materiali. Per poter capire tutta la portata delle istruzioni di Gesù è bene ricordare il contesto più ampio in cui Marco colloca questi testi. Gesù sta andando verso Gerusalemme, dove sarà crocifisso

(cf. Mc 8,27; 9,30.33; 10,1.17.32). Sta per dare la sua vita. Sa che presto sarà ucciso, ma non si tira indietro. E dice: “Il Figlio dell’Uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti!” (Mc 10,45) Questo atteggiamento di fedeltà e di dedizione alla missione ricevuta dal Padre gli offre le condizioni per poter indicare cosa realmente importa nella vita.

*  Le raccomandazioni di Gesù valgono per tutti i tempi, sia per la gente ai tempi di Gesù ed ai tempi di Marco, sia per noi oggi, nel XXI secolo. Sono come degli specchi su cui si rispecchia ciò che è veramente importante nella vita, ieri ed oggi: ricominciare, sempre da capo, la costruzione del Regno, rinnovando il rapporto umano in tutti i livelli, sia tra di noi e con Dio, come pure con i beni materiali.

b)  Commento del testo:

Marco 10,17-19: I comandamenti e la vita eterna

Una persona arriva e chiede: “Maestro buono, cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” Il vangelo di Matteo dice che si trattava di un giovane (Mt 19,20.22). Gesù risponde bruscamente: “Perché mi chiami buono. Nessuno è buono, se non Dio solo!” Gesù devia l’attenzione da se stesso verso Dio, poiché gli interessa fare la volontà del Padre, rivelare il Progetto del Padre. Subito Gesù: “Tu conosci i comandamenti: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora il padre e la madre”. Il giovane aveva chiesto cosa fare per ereditare la vita eterna. Voleva vivere accanto a Dio! E Gesù gli ricorda solo i comandamenti che indicano una vita accanto al prossimo! Non ricorda i tre primi comandamenti che definiscono il rapporto con Dio! Per Gesù, riusciamo solo a stare bene con Dio, se riusciamo a stare bene con il prossimo. Non ci si può ingannare. La porta per arrivare a Dio è il prossimo. Non un’altra!

Marco 10,20: Osservare i comandamenti, a cosa serve?

Il giovane risponde che già osserva i comandamenti da molto tempo. Ciò che è strano, è ciò che segue. Il giovane ha chiesto di sapere qual è il cammino della vita eterna. Ora, il cammino della vita eterna era e continua ad essere: fare la volontà di Dio espressa nei comandamenti. Vuol dire che quell’ uomo osservava i comandamenti senza sapere a cosa servono! Non sapeva che l’osservanza dei comandamenti che lui praticava, fin dalla sua infanzia, era il cammino per giungere fino a Dio, fino alla vita eterna. E’ come molti cattolici di oggi che non sanno a cosa serve essere cattolici. ”Sono nato in Italia, sono nato in Irlanda, per questo sono cattolico!” Un’abitudine!

Marco 10,21-22: Condividere i beni con i poveri

Gesù lo guarda, lo ama e gli dice: Solo una cosa ti manca: va, vendi ciò che tieni, dallo ai poveri ed avrai un tesoro nel cielo, e poi vieni e seguimi! Gesù non condanna il giovane, non lo critica, ma cerca di aiutarlo a fare un passo in più nella vita. La conversione che Gesù chiede è progressiva. L’osservanza dei comandamenti non è che il primo gradino di una scala che va più lontano e più in alto. Gesù chiede di più! L’osservanza dei comandamenti prepara la persona a poter giungere al dono totale di sé a favore del prossimo. I Dieci Comandamenti sono il cammino per giungere alla pratica perfetta dei due comandamenti dell’amore verso Dio e verso il prossimo (Mc 12,29-31;

Mt 7,12). Gesù chiede molto, ma lo chiede con molto amore. Il giovane non accetta la proposta di Gesù e se ne va “perché era molto ricco”.

Marco 10,23-27: Il cammello e la cruna dell’ago

Dopo che il giovane si allontana, Gesù commenta la sua decisione: Come è difficile per un ricco entrare nel Regno di Dio! I discepoli rimangono sbigottiti. Gesù ripete la stessa frase ed aggiunge un proverbio che si usava per indicare una cosa umanamente impossibile. E’ più facile per un cammello passare per la cruna i un ago che per un ricco entrare nel Regno di Dio! Ogni popolazione ha le sue espressioni ed i suoi proverbi che non possono essere presi letteralmente. Per esempio, in Brasile, per dire che una persona non deve più dar fastidio agli altri si dice: “Vattene a fare un bagno!” Se si prende questa espressione letteralmente la persona è ingannata e non si rende conto del messaggio! Lo stesso dicasi per il cammello che deve passare per la cruna di un ago. Impossibile!

I discepoli rimangono sbigottiti con l’affermazione di Gesù! Segno questo che non avevano capito la risposta di Gesù al giovane ricco: “Va, vendi tutto, dallo ai poveri, e vieni e seguimi!” Il giovane aveva osservato i comandamenti, ma senza capire il perché dell’osservanza. Qualcosa di simile stava avvenendo con i discepoli. Per seguire Gesù loro avevano abbandonato tutti i beni (Mc 1,18.20), ma senza capire il perché dell’abbandono! Perché, se l’avessero capito, non sarebbero rimasti così sbigottiti davanti all’esigenza di Gesù. Quando la ricchezza o il desiderio di ricchezza occupa il cuore e lo sguardo della persona, questa non riesce a capire il senso della vita e del vangelo. Solo Dio stesso può aiutarla! “Per gli uomini questo è impossibile, ma non per Dio. Poiché a Dio tutto è possibile”.

Quando Gesù parla della quasi impossibilità del fatto che “un ricco entri nel Regno di Dio”, si riferisce, non in primo luogo all’entrata in cielo dopo la morte, ma sì all’entrata nella comunità attorno a Gesù. Fino ad oggi, è molto difficile ad un ricco abbandonare tutto ed entrare in una piccola comunità ecclesiale di base e sedersi accanto ai poveri, insieme a loro, per così seguire Gesù.

Marco 10,28-30: La conversazione tra Gesù e Pietro

Pietro aveva capito che “entrare nel Regno di Dio” era la stessa cosa che seguire Gesù in povertà, poi le chiede: “Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito. Che avremo in seguito?” Malgrado l’abbandono, Pietro aveva la mentalità di prima. Ancora non aveva capito il senso del servizio e della gratuità. Lui ed i suoi compagni abbandonarono tutto per avere qualcosa in cambio: “Che avremo in seguito?” La risposta di Gesù è simbolica. Lascia intravedere che non devono aspettarsi nessun vantaggio, nessuna sicurezza, nessuna promozione. Riceveranno il centuplo, questo sì! Ma con persecuzioni in questa vita! Nel mondo futuro avranno la vita eterna di cui parlava il giovane ricco. “In verità, in verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.”

c)  Ampliando l’informazione:

Gesù e la scelta per i poveri

Una duplice schiavitù marcava la situazione della gente di Galilea ai tempi di Gesù: (i) La schiavitù della politica di Erode, appoggiata dall’Impero Romano, manteneva ovunque un sistema ben organizzato di sfruttamento e di repressione. (ii) La schiavitù della religione ufficiale, mantenuta dall’autorità religiosa dell’epoca. A causa di questo, la famiglia, la comunità, il clan, stava disintegrandosi ed una gran parte della gente viveva esclusa, marginata, senza un luogo, senza una religione, senza una società. Per combattere questa disintegrazione della vita comunitaria e familiare, c’erano diversi movimenti che, come Gesù, cercavano un nuovo modo di vivere e convivere in comunità. Per esempio, gli esseni, i farisei e, più tardi, i zeloti, tutti loro vivevano in comunità. Nella comunità di Gesù, per esempio, c’era qualcosa di nuovo che la differenziava dagli altri due gruppi. Era l’atteggiamento davanti ai poveri e gli esclusi.

Le comunità dei farisei vivevano separate. La parola “fariseo” vuol dire “separato”. Vivevano separate dal popolo impuro. Molti farisei consideravano il popolo ignorante e maledetto (Gv 7,49), pieno di peccato (Gv 9,34). Non imparavano nulla dalla gente (Gv 9,34). Gesù e la sua comunità, al contrario, vivevano mescolati con gente esclusa, considerata impura: pubblicani, peccatori, prostitute, lebbrosi (Mc 2,16; 1,41; Lc 7,37). Gesù riconosce la ricchezza ed il valore che posseggono (Mt 11,25-26; Lc 21,1-4). Proclamateli felici, perché il Regno è loro, dei poveri (Lc 6,20; Mt 5,3). Definisce la sua propria missione come “annunciare la Buona Nuova ai poveri” (Lc 4, 18). Lui stesso vive come un povero. Non possiede niente suo, nemmeno una pietra per riposare il capo (Lc 9,58). E a coloro che volevano seguirlo per vivere con lui in comunità, lui fa scegliere: o Dio o il denaro! (Mt 6,24). Ordina di fare delle scelte per i poveri! (Mc 10,21)

La povertà che caratterizzava la vita di Gesù e dei discepoli, caratterizzava anche la missione. Al contrario degli altri missionari (Mt 23,15), i discepoli di Gesù non potevano portare nulla con sé, né oro, né argento, ne due tuniche, né una bisaccia, né sandali (Mt 10,9-10). Dovevano aver fiducia nell’ospitalità (Lc 9,4; 10,5-6). E nel caso di essere accolti dal popolo, dovevano lavorare come tutti gli altri e vivere di ciò riceveranno in cambio (Lc 10,7-8). Dovevano occuparsi dei malati e dei bisognosi (Lc 10,9; Mt 10,8). Ed allora possono dire alla gente:“Il Regno è giunto” (Lc 10,9).

D’altro canto, quando si tratta di amministrare i beni, ciò che colpisce nelle parabole di Gesù è la serietà che chiede nell’uso di questi beni (Mt 25,21.26; Lc 19, 22-23). Gesù vuole che il denaro sia posto al servizio della vita (Lc 16,9-13). Per Gesù, essere povero non è sinonimo di essere fannullone e negligente.

Questa testimonianza diversa a favore dei poveri era il passo che mancava nel movimento popolare dell’epoca dei farisei, esseni e zelati. Ogni volta che nella Bibbia sorge un movimento per rinnovare l’Alleanza, ricominciano stabilendo il diritto dei poveri, degli esclusi. Senza questo, l’Alleanza non è possibile. Cos’ facevano i profeti, così fa Gesù. Denuncia l’antico sistema che, in Nome di Dio, escludeva i poveri. Gesù annuncia un nuovo inizio che, in Nome di Dio, accoglie gli esclusi. Questo è il senso ed il motivo dell’inserimento e della missione della comunità di Gesù in mezzo ai poveri. Attinge dalla radice ed inaugura la Nuova Alleanza.

6.  Orazione di un Salmo 15 (14) L’ospite di Dio!
Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sul tuo santo monte?

Colui che cammina senza colpa, agisce con giustizia e parla lealmente, non dice calunnia con la lingua,

non fa danno al suo prossimo

e non lancia insulto al suo vicino.

Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore.

Anche se giura a suo danno, non cambia; presta denaro senza fare usura,

e non accetta doni contro l’innocente. Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre.

7.  Orazione Finale

Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

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