Lectio divina 29 gennaio 2018 – Suore di Casa Raffael

Lunedì della Quarta Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)

Lunedì della Quarta Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)

Lectio: Marco 5, 1 – 20

1) Orazione iniziale

Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l’anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo.

2) I Santi del giorno : San Costanzo di Perugia [1]

Sulla metà del II secolo, Costanzo era un giovane cristiano che già emergeva nella recente Chiesa perugina per il suo zelo e per la sua generosità verso i poveri, unita ad una grande severità verso se stesso. Venne perciò eletto Vescovo molto giovane, quando aveva appena trent’anni. Era però già prudente, saggio nell’apostolato, maturo nella carità, saldo nell’autorità, e si dimostrò un Vescovo provvidenziale, specialmente negli anni difficili della persecuzione di Marc’Aurelio.

Neanche l’imperatore saggio e filosofo, infatti, aveva abrogato o mitigato le disposizioni dei suoi predecessori. A norma di queste, chi veniva accusato come cristiano, doveva essere processato, e se era trovato colpevole, cioè se confermava la propria fede rifiutando di sacrificare, doveva essere condannato alla pena capitale.

Non si sa chi denunziò l’attivo e benefico Vescovo di Perugia. Probabilmente, come in molti altri casi, qualcuno sperò di metter le mani sulle ricchezze della Chiesa, avute in consegna dai fedeli e destinate ai poveri. Forse proprio per questo, per strappargli cioè vantaggiose informazioni, il Vescovo Costanzo venne torturato a lungo e crudelmente, insieme con diversi altri compagni di fede. Non mancano le leggende sulla sua Passione, dato che gli studiosi hanno rintracciato ben quattro distinte vite del Martire, a testimoniarne la popolarità e la suggestione tra i fedeli. E non è escluso che queste leggende abbiano qualche fondamento di verità.

Egli, per esempio, sarebbe stato rinchiuso nel calidarium delle Terme romane, dove i cittadini rispettabili e raffinati facevano il bagno di vapore. Quella volta però il calidarium venne scaldato alla temperatura di un forno, ma San Costanzo uscì incolume dal bagno mortale.

Ebbe la grazia di convertire i suoi guardiani, e poté scappare una prima volta. Chiamato di nuovo in giudizio, venne condannato a camminare sui carboni ardenti. Ma né questo né altri supplizi ebbero potere su di lui. Liberato miracolosamente e arrestato una terza volta ebbe la testa tagliata con la spada, verso l’anno 178.

Così cadde il primo Patrono di Perugia, uomo virtuoso, cittadino probo, cristiano generoso, Vescovo soccorrevole. Cadde per insegnare al suo popolo, e anche ai persecutori, la vera fede e la legge del Signore, non imposta con la violenza ma attuata con l’amore.

3) I Santi del giorno :  Beata Boleslava Maria Lament  [2]

Boleslava, la primogenita degli otto fratelli, nasce in Polonia nel 1862; sopravvive al vaiolo, che però la rende quasi sorda, mentre contemporaneamente riesce a sviluppare un grande amore per i poveri. Tutto fa presagire in lei la vocazione religiosa, soprattutto la sua intensa unione con Dio; invece diventa una bravissima sarta, con tanto di laboratorio ed apprendiste, cui insegnare taglio e cucito. Ha un direttore spirituale, che le chiede obbedienza cieca in base alla spiritualità dell’epoca, e che un giorno le ordina di fare le valigie e di trasferire il laboratorio a Varsavia. Qui la fa incontrare con le Suore della Famiglia di Maria, che si dedicano all’istruzione degli orfani, ma clandestinamente, perché in questo periodo di occupazione zarista non è facile in Polonia professare la fede alla luce del sole. E Boleslava diventa una di loro, continuando ad insegnare un mestiere alle ragazze senza famiglia dovunque l’ubbidienza la manda, anche in Russia. Si vede che però non ha ancora deciso cosa fare “da grande”, perché alla vigilia dei voti perpetui esce dalla congregazione. Chi la conosce bene le raccomanda di non andare a chiudersi in un monastero di clausura, ma Boleslava questa volta fa di testa sua ed entra tra le Visitandine di Cracovia, dove resta poco perché davvero questa non è la sua strada. Torna così a Varsavia, ad insegnare cucito ed a continuare a chiedersi cosa il Signore voglia da lei, mentre Padre Onorato Kozminski (oggi beato), la guida spiritualmente e le affida la direzione di cinque dormitori pubblici per i barboni. Intanto papà muore di colera e lei fa venire a Varsavia la mamma e il fratello che vuole studiare da prete: forse, in questa vocazione così solida. Boleslava cerca di compensare la sua, che ancora non ha trovato modo di esprimersi. Ma un brutto giorno il fratello muore nella Vistola, nel disperato ed eroico tentativo di salvare un compagno che sta annegando. Davanti alla sua bara, oltre allo strazio di sorella, Boleslava sente che il Signore ancora la chiama, come voce potente che le dice nell’intimo: “Io non voglio la sua, ma la tua vocazione”. Da quel momento le strade si appianano, in modo quasi insperato. Padre Onorato la mette in contatto con una ricca proprietaria terriera della Bielorussia che vuole avviare un’iniziativa di istruzione della gioventù povera. Nasce così, in assoluta semplicità e con l’affitto di una semplice casa di legno, per accogliere ed insegnare un mestiere alle prime giovani. Arrivano anche le prime collaboratrici, con le quali dà inizio alla sua congregazione: la suora mancata aveva la stoffa della fondatrice e verso questo il Signore la spingeva. Nascono così le Missionarie della Sacra Famiglia, che, insieme al carisma originario, ereditano da lei anche la passione per l’unità dei cristiani, spingendosi ad operare anche tra protestanti e ortodossi. Madre Boleslava sa anche valutare i limiti che l’età le impone e a 70 anni suonati non solo si dimette da superiora generale, ma “sparisce” nel convento Bialystock, per non fare ombra a chi le succede. Qui muore il 29 gennaio 1946 e qui Giovanna Paolo II° la proclama beata nel 1991.

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4) Lettura: dal Vangelo secondo Marco 5, 1 – 20

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.

Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.

Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.

C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.

I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.

Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

5) Riflessione [3]  sul Vangelo secondo Marco 5, 1 – 20

  • Giunti che furono da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio” – Mc 5,15-17 – Come vivere questa Parola?

Il Vangelo di oggi narra una scena quanto mai movimentata, con punte drammatiche. C’è un uomo posseduto dal demonio che nessuno riesce a domare. Si aggira notte e giorno tra i sepolcri e sui monti e si percuote con le pietre. Quando Gesù interviene, è la liberazione dell’uomo quella che immette respiro e luce divina nel racconto. Però il Signore ha creduto bene di acconsentire anche all’invocazione dei demoni. Gli hanno chiesto, uscendo da quell’uomo, di poter entrare in una numerosa mandria di porci. Quando questo è avvenuto, tutto quel bestiame è andato a precipitarsi nel mare.

Il quadro finale è dominato da un forte contrasto: da una parte l’uomo liberato che se ne sta seduto e composto, in un atteggiamento di riconquistata pace, di piena armonia. Dall’altra l’accalcarsi furibondo degli abitanti del luogo attorno a Gesù. Gli hanno da parlare, certo! In ordine a che cosa? Ai loro interessi economici messi a repentaglio dalla perdita dei porci. E chiedono al Signore di andarsene per questo. Dell’uomo liberato, riconquistato alla sua dignità e armonia? Oh, proprio niente gl’importa!

Oggi, nella nostra pausa contemplativa, prenderemo in mano il nostro cuore per guardarci dentro. Ci importano più le persone e la comunione o il guadagno e gl’interessi comunque materiali? Più la libertà del Regno di Dio o tutto il raggomitolarsi delle tante faccende attorno al nostro “ego”? Verbalizzeremo: “Crea in me, o Dio, un cuore puro“.

Ecco la voce di un maestro spirituale contemporaneo Enzo Bianchi: “La santità è spazio di libertà non di paura; di simpatia, di condivisione e solidarietà. La santità è bellezza che rifulge dove si fa vincere la comunione invece del consumo, la contemplazione e la gratuità invece del possesso e della voracità”.

  • Che giova all’uomo guadagnare il mondo?

Noi intanto, leggendo e meditando il Vangelo di oggi, seguiamo Gesù nel suo cammino instancabile. Assieme i suoi discepoli, Egli giunge all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni… “Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro… Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene… nessuno riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre“. È una scena raccapricciante… è una scena da inferno! Satana con i suoi dannati urla per sempre nel suo inferno eterno…!

Salviamoci l’anima, fratelli miei, salviamoci l’anima. Il periodo della nostra vita sulla terra è un tempo di grazia e serve per farci decidere liberamente il nostro destino eterno: o eternamente salvati in Cristo e andare in Paradiso, oppure dannati nell’inferno per sempre...! Infatti Gesù ci ammonisce: “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?” …se poi và all’inferno per sempre?… Salvaci, Signore, salvaci! E proprio per questo la Madonna a Fatima, facendo vedere l’inferno a Lucia, Francesco e Giacinta, disse loro di pregare assai per i peccatori e di fare penitenze per la loro salvezza e insegnò ad essi anche questa piccola preghiera che si ripete sempre nell’intercalare di ogni mistero del Rosario: “Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, e porta in cielo tutte le anime e specialmente quelle più bisognose della tua Misericordia!Gesù ha compassione di quel povero posseduto da molti diavoli e lo libera, mandandoli nei porci che pascolavano là all’intorno… E si affogarono tutti nel mare! Il pensiero và ai giovani di oggi: la gran maggioranza non segue più gli insegnamenti divini di Gesù ma mentalità moderna del mondo e le tentazioni del diavolo… ecco perché poi sono sempre così tristi, problematici e sempre insoddisfatti. Il demonio li inganna: li fa camminare nelle tenebre e non li lascia liberi di camminare in Dio, che dona libertà vera, dona luce radiosa, pace e amore, sempre e per tutta l’eternità senza fine. Preghiamo per loro e per la loro liberazione!

  • «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». – Mc 5, 19 – Come vivere questa Parola?

Siamo in tanti a cercare la vita vera che è Gesù. A volte questa ricerca è pure di quelli che non sanno che Dio stesso ci cerca da tempo.

Ci sono molte occasioni in cui possiamo fare l’esperienza di trovare Gesù e toccare con mano la sua forza di guarigione, di consolazione, di misericordia. E così rinasce nel nostro cuore la riconoscenza per tutto il suo amore per noi e la gioia di condividerla, di annunciare la Buona Novella.

Annunciare la Buona Novella vuol dire annunciare “ciò che il Signore ha fatto per te!” L’uomo liberato del Vangelo di oggi vuole “seguire Gesù“, ma Gesù gli dice: “Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato”.

Questa frase di Gesù, ora è rivolta a tutti noi.

Che la sequela di Cristo sia l’annuncio della sua bontà attraverso le nostre parole, atti, pensieri e sentimenti. Incominciamo l’annuncio dai più vicini, dai nostri cari, dai membri della famiglia che hanno bisogno di una parola di speranza e di un cuore che riscalda perché pieno di amore.

Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono, ne ricolmi chi in te si rifugia davanti agli occhi di tutti. (Sal 30)

Ecco la voce di Papa Francesco (Angelus 22 gennaio 2017): “Il Signore si rivela a noi non in modo straordinario o eclatante, ma nella quotidianità della nostra vita”, cosi come per i discepoli, per i quali “la chiamata li raggiunge nel pieno della loro attività di ogni giorno”, anche per noi avviene “nella quotidianità della nostra vita. Li dobbiamo trovare il Signore; e lì Lui si rivela, fa sentire il suo amore al nostro cuore; e lì – con questo dialogo con Lui nella quotidianità della vita – cambia il nostro cuore “

6) Per un confronto personale

  • Qual è il punto di questo testo che più ti è piaciuto o che più ti ha colpito? Perché?
  • L’uomo guarito vuole seguire Gesù. Ma deve rimanere a casa e raccontare a tutti ciò che Gesù ha fatto per lui. Cos’è che Gesù ha fatto per te e che può essere raccontato agli altri?

7) Preghiera finale: Salmo 3

Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio!

Signore, quanti sono i miei avversari!
Molti contro di me insorgono.
Molti dicono della mia vita:
«Per lui non c’è salvezza in Dio!».

Ma tu sei mio scudo, Signore,
sei la mia gloria e tieni alta la mia testa.
A gran voce grido al Signore
ed egli mi risponde dalla sua santa montagna. 

Io mi corico, mi addormento e mi risveglio:
il Signore mi sostiene.
Non temo la folla numerosa
che intorno a me si è accampata.

 

Suore di Casa Raffael
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