โ€œLe ragioni della fedeโ€ โ€“ dialogo tra il cardinale Angelo Scola e il filosofo Massimo Cacciari

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Una serata di altissimo livello culturale, cui la cittร  di Varese ha risposto con inaudito calore, quella vissuta ieri al Teatro Apollonio di piazza Repubblica, assiepato allโ€™inverosimile. Tutti in ascolto dellโ€™intenso dialogo su โ€œLe ragioni della fedeโ€ intessuto dallโ€™Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, e dal filosofo Massimo Cacciari.

Incontro promosso dal Decanato come occasione di riflessione per tutti nellโ€™Anno della fede, ha visto una partecipazione ยซcome non ci saremmo mai aspettatiยป, ha commentato il decano monsignor Gilberto Donnini, salutando gli oltre 1200 presenti in sala e scusandosi con gli altri sei-settecento rimasti fuori, che potranno assistere in differita alla serata sugli schermi di Telenova (canale 664) venerdรฌ 8 febbraio alle 21.

Le ragioni della fedeSul palco dellโ€™Apollonio, due fini pensatori, uniti da unโ€™antica frequentazione divenuta rispetto e amicizia, in ragione degli anni trascorsi in Laguna (Patriarca uno, sindaco lโ€™altro). Scola e Cacciari si sono confrontati e incontrati sul terreno di una riflessione su due termini, ragione e fede appunto, che solo certa letteratura dogmatica e apologetica vuole in contrasto e che invece โ€“ come ha espresso Scola con una bellissima immagine โ€“ ยซsono come due fiori distinti, ma intrecciati, che sbocciano sul terreno della conoscenzaยป.

E cosรฌ, quella che il moderatore, lโ€™inviato del Tg1 Enrico Castelli, temeva potesse trasformarsi in unโ€™aspra dialettica tra credente e non credente, si รจ rivelata una serata densa di riflessioni filosofiche e teologiche, animate dalla consapevolezza comune che la fede rappresenta un orizzonte irrinunciabile per la ragione umana e per la vita stessa dellโ€™uomo. ยซNessun pensatore che sia veramente tale e onestamente impegnato nellโ€™esercizio della ragione โ€“ ha detto il filosofo dellโ€™Universitร  Vita e Salute del San Raffaele โ€“ puรฒ evitare di giungere alla domanda metafisica fondamentale, che riguarda lโ€™ultimo e il primo, cioรจ Dio stesso.ยป E, prendendo a prestito lโ€™espressione del grande pensatore tedesco Leibniz, ha ricordato che ยซiniziamo ogni nostra indagine da filosofi e finiamo da teologiยป.

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Una prospettiva pienamente abbracciata dal cardinale Scola che, di fronte a un uditorio a tratti smarrito nei meandri delle argomentazioni e dei concetti espressi dai due esperti, ha saputo calarla magistralmente nel vissuto quotidiano. E lโ€™ha fatto ricorrendo allโ€™immagine del sorriso di una mamma al suo bambino: ยซQuel sorriso dice molto piรน di un gesto โ€“ ha detto lโ€™Arcivescovo -, offre una comprensione della realtร  e comunica una veritร . Il bambino a cui la mamma dona gratuitamente il sorriso, conosce la realtร  affidandosi a lei e mettendo in gioco tutto se stesso. Questo affidamento รจ lโ€™esperienza naturale della fede, che ci consente di vivere ogni giorno, che ci permette di svegliarci e cominciare il nostro impegno ogni mattinaยป.

Ragione e fede, filosofia e teologia a braccetto, dunque, sempre disposte a interrogarsi a vicenda sul senso profondo dellโ€™uomo e della realtร , ยซpena lo scadere nel dogmatismo (teologico o dellโ€™intelletto) โ€“ ha detto Cacciari โ€“ che รจ la vera tomba della conoscenza, insieme alla superstizioneยป.

Ma, allora, dove sta la differenza tra il credente e il non credente? Alla domanda ha risposto il filosofo, additando nellโ€™intensa testimonianza cristiana di Scola la ragione dello scarto con la sua analisi, pur ragionevolmente aperta al trascendente: ยซSarei lโ€™ultimo idiota โ€“ ha commentato Cacciari โ€“ se rifiutassi di riconoscere lโ€™impronta del divino in ogni cosa, se trascurassi la domanda sulla trascendenza. Ma non potrei mai nutrire, come fa Scola in ragione del suo credere in Cristo, del suo essere cristiano, la profonda e irrinunciabile fede nellโ€™uomo, che io vedo contraddetta dalla storia ogni giornoยป.

E proprio la โ€œtestimonianzaโ€ (fino al martirio) รจ stata la cifra sintetica del pensiero espresso dallโ€™Arcivescovo: ยซCโ€™รจ un primato dellโ€™esperienza che fonda la coscienza. Lโ€™uomo di fede, che crede in Gesรน Cristo, fa da ponte tra Cristo stesso e il fratello-uomo. Il testimone non da semplicemente il โ€œbuon esempioโ€, che รจ un comportamento proprio di ogni uomo: egli conosce la realtร  e comunica la veritร , smentendo la volontร  di potenza di cui siamo intrisi ogni volta che apriamo gli occhi ogni mattinaยป.

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