Laura Paladino – Commento al Vangelo del 9 Luglio 2023

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Che cosa è il potere e qual è la vera libertà? Il tema torna oggi: le Letture celebrano la potestà infinita di Dio, Padre buono,  che  dona in abbondanza ai suoi figli e assicura loro una regalità autentica. La grande tentazione del “principe di questo mondo” è in ogni tempo legata alle sicurezze terrene, all’ambizione della supremazia sugli altri, al desiderio di essere riconosciuti e onorati (cfr. Matteo 4,1- 11): con queste lusinghe, oerte anche a Gesù, il nemico ci allontana dalla nostra verità di gli e ci induce a pensare che il Signore non ci ama veramente se non esaudisce i nostri desideri umani. 

È questo «il dominio della carne», che rende schiavi e uccide: i battezzati sono sottratti a esso perché sono entrati, in Cristo «risuscitato dai morti», nella Vita nuova dei figli e in loro «abita lo Spirito» di Gesù (II lettura, Romani 8). Egli ci mostra oggi la dimensione del cuore che caratterizza i figli, i quali sanno di possedere tutto in Dio! Di fronte alla carcerazione del Battista e a diverse ostilità, descritte dopo il discorso apostolico che abbiamo meditato nelle scorse domeniche (Matteo 10), mentre è rifiutato dal popolo, in mezzo al quale pure ha operato prodigi e annunciato la salvezza, Gesù conserva la consapevolezza di essere il Figlio amato, parla apertamente e poi si mette in preghiera: non chiede cose, potere, riconoscimenti, ma ringrazia il Padre per aver scelto gli ultimi del mondo e per la sua benevolenza.

La preghiera del cristiano, alter Christus, è sempre, in qualunque circostanza concreta dell’esistenza, la lode riconoscente di un figlio amato (cfr. Salmo 144, Responsorio), che niente possiede da sé stesso e sa di essere stato innalzato fino a «poco meno degli angeli» (Salmo 8) da un Padre buono e misericordioso che lo ha costituito sacerdote, profeta e re con la grazia battesimale: Gesù afferma questa condizione con franchezza, dice che «tutto gli è stato dato dal Padre» e «nessuno può conoscere il Padre se non conosce il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare» (Matteo 11). […]

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