Contro la salvezza nulla può il peccato
Le tre liturgie domenicali con cui dopo la Pasqua riprende il ciclo del Tempo ordinario sono sostituite ogni anno dal Proprio della domenica di Pentecoste e delle due successive solennità (Trinità e Corpus Domini), che prolungano la pienezza vissuta.
Prima del mercoledì delle Ceneri abbiamo celebrato, quest’anno, la sesta domenica del T.O. e oggi, dopo le tre solennità in corrispondenza delle domeniche 7, 8 e 9 del T.O., e dopo le liturgie feriali delle stesse settimane dell’Anno dispari, celebriamo la decima domenica, dedicata al tema del peccato e della redenzione. L’ordinarietà della vita, che può sembrarci sinonimo di banalità, fatica e sofferenza, è invece la Verità alta di una salvezza pienamente donataci nella Pasqua e ogni giorno offertaci nel memoriale perenne di quel Mistero, l’Eucaristia.
Il quotidiano dell’uomo è illuminato dalla bellezza pensata «in principio», prima del peccato, e mai revocata dal nostro Creatore innamorato: la I lettura (Genesi 3,8-25) è la stessa della solennità dell’Immacolata, in Avvento, al “principio” dell’anno liturgico, memoriale ciclico della Storia della salvezza.
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L’infedeltà degli uomini, per quanto grande, non rende vana la misericordia di Dio: Lui solo è il Signore dell’universo ed è Amore senza fine! La salvezza potente realizzata nell’Incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù, unico Mistero, è profetizzata già in Eden nel cosiddetto “protovangelo”, subito dopo il peccato, con la Parola del Padre che conferma l’originario dono della isha (Genesi 2,18-25), madre di una stirpe, nemica del peccato, del male e della morte.
Questa “mamma” compare al termine della pericope evangelica di oggi (Marco 3,20-35): è lei, con «i fratelli e le sorelle» di Gesù, che con delicatezza, «stando fuori», lo «manda a chiamare». Come già il Padre in Eden, così Gesù, Parola eterna del Padre, conferma qui come tutti siamo chiamati alla stessa eredità del Figlio, la stessa di Maria: «Chi compie la volontà di Dio è per me fratello, sorella e madre».[…]
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