Laura Paladino – Commento al Vangelo del 5 Novembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 23, 1-12

Figli dell’unico Padre, fratelli tra noi

«Gesù è ancora nel Tempio di Gerusalemme e, dopo le discussioni con scribi, farisei, dottori della Legge, sadducei, «si rivolge alla folla e ai suoi discepoli»: gli interlocutori che predilige sono persone semplici, disposte ad ascoltare e ad accogliere insegnamenti di Verità, per questo potenzialmente più esposte all’inganno e alla tirannia di chi vive orgogliosamente, trincerato nel suo sapere e nella sua intelligenza, e ritiene di avere solo da insegnare e niente da imparare.

«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti scribi e farisei.»

«Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché dicono e non fanno!» (Matteo 23,2-3).

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È un rischio concreto per tutti: la conoscenza e l’osservanza dei precetti può rendere orgogliosi e fieri e indurre ad agire non secondo Verità, ma «per essere ammirati dalla gente», per «compiacersi dei posti d’onore, dei saluti nelle piazze, di essere chiamati “maestri”, “padri”, “guide”».

Tutta la liturgia insiste oggi su questa tentazione, che insidia in particolare le persone di fede: il profeta Malachia rimprovera «i sacerdoti» perché «deviano dalla retta via e sono di inciampo a molti con il loro insegnamento» (I lettura); San Paolo, che dopo aver «perseguitato la Via» di Gesù ne ha accolto compiutamente la rivelazione (cfr. Atti 22,4), scrive ai Tessalonicesi di aver improntato il suo rapporto con loro alla carità, non al potere, «come una madre che ha cura dei propri figli», col «desiderio di trasmettere non solo il Vangelo di Dio, ma la sua stessa vita», «lavorando notte e giorno per non essere di peso a nessuno» (II lettura). […]

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