Rimanere nell’amore perché il frutto resti
La liturgia delle domeniche di Pasqua ci offre ogni anno un itinerario spirituale per farci entrare nel Mistero della Redenzione: dopo il percorso quaresimale, attraverso il Triduo Santo, riceviamo l’annuncio della Risurrezione (Veglia di Pasqua), affidato, in tutti i Vangeli, alla parola e alla testimonianza delle donne, fin dal principio alleate della Vita (cfr. Genesi 3,15). Siamo chiamati, con gli apostoli, ad avvicinarci al sepolcro, la mattina di Pasqua, per riconoscere che è vuoto: surrexit Dominus vere!
La professione di Pietro, fondata sull’incontro con il Risorto, risuona potente negli Atti, il libro dello Spirito e della Chiesa: «Siamo uomini» e in noi vive la Vita nuova di Cristo! «Dio non fa differenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia» (Atti 10, I lettura): nella fede di Pietro si radica la fede di tutta la Chiesa, dalle origini fino ai confini del tempo e dello spazio si innesta la fede di Giovanni (Vangelo del Giorno di Pasqua) e quella di ciascuno di noi, “discepolo amato”.
La fede nella Risurrezione trasmessa dagli apostoli, testimoni di Colui che hanno visto vivo, può essere tentata dalla paura e dal dubbio: l’esperienza di Tommaso (II Domenica di Pasqua) può essere l’esperienza di tutti noi, innamorati del Dio della Vita eppure affaticati dal quotidiano, bisognosi di incontrare ancora Gesù e di sperimentare quello che ci è stato annunciato; per ciascuno di noi il Cristo si fa presente nella comunità, offre momenti di intimità, mostra un Amore potente, che attraversa e vince il dolore e la morte. […]
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