Nel deserto, tra solitudine e incontro
Si apre il percorso quaresimale e ci colloca nel deserto. Non è uno spazio negativo: nella tradizione biblica esso, luogo di silenzio privo di parole umane, come la stessa etimologia ebraica evoca, è ambiente favorevole al risuonare della Parola autentica, quella di Dio, innamorato del suo popolo. La Parola eterna del Padre, come ricorda san Paolo ai Romani nella seconda lettura, è vicina a noi, sulla bocca e nel cuore: è Cristo, risorto dai morti, Salvatore di tutte le genti. Credere in Lui e invocare il suo nome è pegno di salvezza.
Israele ha conosciuto nel deserto la fedeltà di Dio e la stabilità della sua Parola: nel percorso quarantennale che lo ha condotto alla salvezza, Israele ha vissuto grandi tentazioni e compiuto grandi peccati, ma sempre ha sperimentato che Egli lo ama e combatte al suo fianco, e al suo posto, contro i suoi nemici.
Proprio nel deserto Dio ha pronunciato le dieci Parole, bussola per il popolo santo. Con mano potente e braccio teso ha liberato la moltitudine che si è scelto, nonostante la sua infedeltà .
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Questo canta e professa con la sua bocca Israele, questo celebra e rievoca con memoria grata nella Pasqua che ci è presentata nella prima lettura: una benevolenza che Israele ha disatteso ma che Dio ha rinnovato con larghezza, un’abbondanza di frutti che Israele non ha coltivato ma che Egli ha elargito, una bellezza che Israele contempla, che si rinnova ogni istante e ripete il miracolo della salvezza e della vita. […] ⦾ CONTINUA SU FAMIGLIA CRISTIANA