Il discernimento verso il vero bene
La liturgia odierna pone l’accento sulla capacità di discernere, vedere e scegliere il Bene, compito affidato a ogni persona, fatta a immagine di Dio e dotata di un’intelligenza in grado di conoscere, comprendere, decidere: è in ciascuno di noi una scintilla della bellezza del Creatore, che ci invita a custodire e coltivare quanto ricevuto perché, formati e orientati al Bene, sappiamo desiderare e scegliere ciò che è buono, individuando e custodendo il vero Tesoro, che sempre è «il regno di Dio e la sua giustizia»: trovato questo, «tutte le altre cose ci saranno date in aggiunta» (Matteo 6,33).
Le parabole del Regno, che mettono al centro proprio il Regno di Dio e la chiamata comunitaria a essere Chiesa, insistono oggi sulla capacità di riconoscere ciò che è più prezioso: «il regno è simile ad un tesoro nascosto in un campo», «ad un mercante che va in cerca di perle preziose», «ad una rete gettata nel mare»; dimensioni che possono sfuggire a una vista superficiale, sicché tutto vi può rientrare, in bene o in male: per individuare ciò che è prezioso in questi contesti occorre la capacità di giudicare e discernere, la disponibilità di un cuore che desidera la pienezza ed è disposto ad abbandonare quello che sembra di valore ma in realtà non ha nessun significato se messo di fronte alla realtà e alla felicità del Regno.
La vera Sapienza, che ci consente di giudicare rettamente, non viene dal nostro impegno o dal nostro studio, ma è dono di Dio, espressione del suo Spirito su di noi: Egli la offre agli umili, nascondendola «ai sapienti e agli intelligenti», e apprezza un cuore «capace di ascoltare», che non si stanca di chiedere il dono del discernimento. […]
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