Laura Paladino – Commento al Vangelo del 3 Luglio 2022

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Pieni di gioia, inviati per la salvezza

Quasi a metà del Tempo Ordinario la Chiesa ci chiama alla gioia: tutte le letture invitano a esultare nel Signore, Dio di Pace e di Misericordia. «Rallegratevi con Gerusalemme, quanti l’amate»: verso di essa scorrerà, come un fiume, la pace, i suoi figli saranno consolati, Dio li colmerà di gioia (I lettura). Il salmo benedice il Signore, Salvatore potente e Dio di tutta la terra: «Per questo in Lui esultiamo di gioia»; «Egli non ha negato la sua misericordia».

San Paolo spiega ai Galati di non volere altro vanto se non nella croce di Cristo: in Lui siamo nuove creature e abbiamo pace e misericordia, non per i nostri meriti né per privilegi di nascita o di opere, ma per la sua grazia e per la salvezza che Egli ci ha ottenuto nel suo sangue (II lettura). Emerge così la ragione dell’autentica gioia cristiana, che nessuno ci potrà togliere (Giovanni 16,22): essa viene dall’esperienza della salvezza, dall’aver incontrato Gesù, averlo seguito fino alla croce, averlo visto risorto e vivo.

La gloria del Salvatore è la radice della nostra gioia di discepoli: Egli muta il lamento in danza (Salmo 30), la steppa in sorgenti d’acqua (Isaia 35), dona la vita abbondante che non ha fine. Per questo non ci rallegriamo di miracoli e fatti straordinari che dovessero avvenire attraverso la nostra azione, ma di quanto è essenziale: «che i nostri nomi sono scritti nei Cieli» (Vangelo).

Questa gioia è per tutti: è la gioia dei salvati, di quanti sanno di essere nel palmo della mano di Dio e vivono la propria chiamata senza cercare di eccellere o di avere segni, ma con la pace nel cuore e con quotidiana perseveranza. […]

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