Vegliare invocando il ritorno di Gesù
Si apre con questa domenica il nuovo anno liturgico B, dedicato al Vangelo di Marco, il più breve e il più antico di tutti, che non conserva racconti sull’infanzia di Gesù e si concentra sulla «buona notizia» che è Lui, «il Cristo, Figlio di Dio» (Marco 1,1), per mostrare la bellezza di stare con Lui e gustare la Vita che Lui è e dà, per invitare alla sequela dell’unico Signore.
La liturgia invita a «stare pronti», «essere svegli e pregare», «perché non sappiamo quando è il momento», non conosciamo il kairòs del ritorno del Signore (cfr. Vangelo, Marco 13): il primo Avvento, che celebriamo all’inizio dell’anno liturgico, è figura e profezia dell’ultimo Avvento, che abbiamo meditato nelle settimane conclusive dell’anno A fino al giorno solenne di Cristo Re.
«Vegliare» (I domenica di Avvento), «convertirsi» (II domenica), «rallegrarsi» (III domenica) e «affidarsi» (IV domenica) sono le azioni che siamo specialmente invitati a compiere in questo “tempo forte”, che ci prepara a entrare nel Mistero del Natale: ci introduce il Trito-Isaia (I lettura), grande profeta messianico, che invoca Dio, «nostro Padre e nostro Redentore», perché «ritorni», «non ci lasci vagare lontano dalle sue vie e non lasci indurire il nostro cuore».
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«Non c’è Dio fuori di Lui: Egli va incontro a chi pratica con gioia la giustizia e si ricorda delle sue vie». La stessa convinzione, densa di preghiera, esprime il Salmista, che si rivolge al «Pastore di Israele» e gli chiede di «ritornare», «visitare la sua vigna», sostenere con la sua mano «il figlio dell’uomo, che ha reso forte» (Salmo 79, Responsorio). […]
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