Laura Paladino – Commento al Vangelo del 29 Gennaio 2023

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Beati noi tutti, poveri e figli amati

Entriamo oggi, con la IV Domenica del Tempo Ordinario, nel cuore del messaggio matteano: si apre il cosiddetto Discorso della montagna, il primo dei cinque grandi Discorsi di Gesù contenuti nel Vangelo di Matteo, il discorso programmatico (Matteo 5, 6, 7) che ci accompagnerà fino alla Quaresima. Ci ha introdotti il tema della Giustizia (I Domenica T.O.), nella novità della venuta del Messia; ci hanno accompagnati la santità (II T.O.) e la Luce che vengono dal Cristo (III T.O.), che rischiara e chiama alla Verità e alla Vita senza fine ogni popolo, ogni uomo e ogni donna, indipendentemente dalla sua origine o dal suo passato. Oggi (IV T.O.) sono al centro i poveri, prediletti del Signore: le liturgie ci hanno guidati a riconoscere noi stessi come tali e ad accogliere con gratitudine e zelo il regalo inestimabile della figliolanza, che ci ha rivestiti, nel Battesimo, quali eredi del Re.

San Paolo nella II lettura (1Corinzi) ci invita a «considerare la nostra vocazione»: non si tratta del risultato della nostra «sapienza» umana, «potenza» o «nobiltà» di stirpe, ma è un dono immeritato e gratuito.

Il Signore «ha scelto» «ciò che è stolto per il mondo», «ciò che è debole», «ignobile e disprezzato», «ciò che è nulla, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio. Grazie a Lui noi siamo in Cristo Gesù». Egli «per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione». Se solo si aprissero i nostri occhi alla ricchezza di queste parole, che descrivono la grandiosità della nostra chiamata! Quale dono ineffabile, che passa proprio per la nostra povertà! Comprendiamo allora perché il profeta Sofonia (I lettura), rivolgendosi a «tutti» i «poveri della terra», li inviti a «cercare l’umiltà», che è porta della fede, insieme alla «giustizia». […]

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