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Laura Paladino – Commento al Vangelo del 28 Aprile 2024

Domenica 28 Aprile 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 15, 1-8

Rimanere in Gesù, costruire la Pace

Percorriamo nelle ultime domeniche di Pasqua i cosiddetti discorsi del commiato (Giovanni 14-17): il Signore, alla vigilia della Passione, dà agli apostoli indicazioni importanti per la loro vita e la loro testimonianza. La liturgia ci offre oggi l’immagine della vite e dei tralci, uno degli alberi più umili e preziosi del creato.

Il suo legno, una volta tagliato, non può essere usato per costruire: esso è utile solo finché è attaccato alla pianta, e consente la crescita e la maturazione dei frutti, dell’uva e del suo prodotto nobile, «il vino che allieta il cuore dell’uomo» (salmo 104,15), che dice festa, gioia, vita.

Il Cristo «è la vera vite e il Padre suo è il vignaiolo», immagine potente nella Scrittura (Salmo 80,15- 17), che evoca il simbolismo amoroso (Isaia 5,1-10; cfr. Cantico dei Cantici), ribadisce la fedeltà di Dio oltre l’infedeltà dell’uomo ed è ripresa anche da Gesù (Matteo 20- 21, Marco 12, Luca 20): tutti noi, discepoli, siamo i tralci, quel legno umile, insignificante, buono solo per essere bruciato se viene staccato dalla vite e perde, dunque, la vita, capace invece di trasmettere questa vita e di portare frutto se rimane “attaccato” all’albero. 

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L’unione richiamata qui dice una dimensione forte, sacramentale, capace di dare vita non in un senso meccanico e superficiale, ma nella profondità della verità, dell’unità e Trinità di Dio, rivelatasi nel Figlio fatto Uomo e nello Spirito vivificante. […]

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