Laura Paladino – Commento al Vangelo del 26 Maggio 2023

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Lo Spirito rende perfetti nell’unità

La liturgia di Pentecoste insiste sull’unità: la I lettura del giorno (Atti degli apostoli), uguale tutti gli anni, nota che quanti compongono la Chiesa nascente si trovano «tutti insieme nello stesso luogo». Fin da subito, dunque, coloro che credono in Gesù sono «un cuor solo e un’anima sola» e rimangono «perseveranti e concordi». Non si tratta solo dei Dodici: sono presenti, fin dal principio, «alcune donne, Maria la madre di Gesù e i fratelli di Lui» (Atti 1,14).

La Chiesa apostolica custodisce fin dall’origine la ricchezza e la varietà delle vocazioni e dei Doni elargiti dall’unico Signore. San Paolo lo chiarisce in modo mirabile nella I Lettera ai Corinzi (II lettura), ribadendo il tema dell’unità, che è filo conduttore di questa grande Solennità: «Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune».

È questa un’ammonizione potente: ciascuno è chiamato ad assumere la speciale manifestazione di Dio in lui per farla fiorire, riconoscendo il dono e il compito che si esprime nella vocazione peculiare di ogni persona.

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Custodire l’unità è un impegno importante e urgente, che passa per un attento discernimento e per la docilità di prendere ciascuno il proprio posto, e di compiere quanto si è chiamati a compiere con Amore, «fino alla fine» (Giovanni 13,1), sapendo che è lo Spirito che agisce in tutti e riconduce tutti e tutto all’unità, a immagine del nostro Dio, uno e trino. […]

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