Tentati dal demonio, prediletti da Dio
Ogni uomo, in ogni tempo, è sottoposto alla tentazione, effetto dell’invidia del nemico verso la creatura amata da Dio e fatta a sua immagine e somiglianza. Anche Gesù, in quanto vero uomo, ha vissuto la tentazione, e ogni anno la Chiesa, nella I Domenica di Quaresima, all’inizio del percorso di conversione che conduce alla Pasqua, ci mette di fronte a questo episodio centrale nell’esistenza terrena del Salvatore.
Egli ci «ha dato l’esempio, perché come ha fatto Lui facciamo anche noi» (cfr. Giovanni 13,15), imitando il suo modello di fortezza e di fiducia nel Padre. Il capitolo 4 di Matteo risponde al capitolo 3 di Genesi (I Lettura), ove si descrive la caduta dell’adam maschio e femmina ad opera del “nemico della natura umana”, che non sopporta la bellezza e la perfezione cui è chiamata, fin dalle origini, la creatura prediletta di Dio.
Per questo il nemico studia i nostri punti deboli, le nostre vulnerabilità ma anche i doni che il Signore ci ha fatto per il bene nostro e dei fratelli, e si industria per ingannarci: così al principio si rivolge alla donna, che ha il dono salvifico dell’ascolto e dell’accoglienza, ed introducendosi in questo modo nell’intimità di iš e iša induce l’adam a desiderare di andare oltre il limite dell’umano, facendogli percepire tale limite come mortificante, quando esso è invece via di incontro con l’altro e di salvezza.
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Nella pienezza dei tempi lo stesso satàn si rivolge a Gesù insistendo, per indurlo a peccare, proprio sulla sua dimensione salvifica di Figlio di Dio.[…]
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