Laura Paladino – Commento al Vangelo del 26 Dicembre 2021

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Padri e madri nel Padre, figli nel Figlio

La prima domenica del tempo di Natale è dedicata alla Santa Famiglia. È dedicata a Gesù, Maria e Giuseppe. A loro tre, insieme. Al mistero trinitario che si incarna nell’amore sponsale, generativo e fecondo, tale da diventare amore di padre e di madre e da coltivare l’amore filiale. Gesù non è entrato nel mondo in un modo diverso da quello in cui ogni uomo e ogni donna vengono alla luce: ha scelto l’intimità di una famiglia. Egli, il Figlio, si è fatto figlio anche sulla terra, si è affidato a Maria e Giuseppe ed è stato loro obbediente.

Le letture di questa domenica insistono sulla genitorialità: il figlio rende padri e madri responsabili e solleciti per il Bene vero della persona loro affidata. Questa responsabilità nella sensibilità biblica si impara alla scuola di Colui dal quale, come dice san Paolo, discende ogni paternità in cielo e in terra. Non possiamo essere autenticamente papà e mamme se non guardiamo a come Dio è padre e madre per noi.

San Giovanni nella seconda lettura ci mostra questa paternità: «Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio!». L’incarnazione, passione, morte e resurrezione del Figlio è la misura e la manifestazione perfetta dell’amore di Dio per gli uomini: dare sé stesso perché essi siano salvi.

La salvezza di ognuno è rimanere in Lui: si tratta dell’unico vero Bene e dell’unico vero Amore possibile.Siamo chiamati ad amare i nostri figli come li ama Dio, sapendo che a Lui appartengono, preoccupandoci non soltanto e non tanto di darli alla luce e guidarli nella vita del mondo, ma di aprire loro le porte della Vita che non muore, consapevoli che la paternità e la maternità non sono un vanto o un diritto, ma un dono grande e una responsabilità che Dio affida ai genitori, perché nel loro amore il figlio conosca l’amore di Dio.[…]

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