Gesù a Gerusalemme per donare sé stesso
Celebriamo la Domenica delle Palme o di Passione, mentre si compie il plenilunio di marzo, che ricorre quest’anno nella prima mattina del giorno 25, Lunedì Santo. Si individua così la data della Pasqua secondo il rito cattolico, che cade nella domenica successiva alla prima luna piena di primavera, nel rispetto dei simbolismi della celebrazione della Pasqua ebraica, legata ai ritmi dell’anno solare e all’equinozio che segna l’avvio della stagione delle primizie e dei frutti.
Il memoriale del passaggio di Israele dalla schiavitù a una nuova libertà, quella dei figli, chiamati a camminare incontro a un Padre buono e a una Casa Santa attraverso il deserto, nel silenzio, nell’intimità e pur tra le prove, è presentato nella I lettura (Esodo 12) della Messa “In Coena Domini”, istituzione dell’Eucaristia, dono di Colui che, «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine» (Giovanni 13,1).
Inaugurate dalla Messa del Crisma, che è presieduta in ogni diocesi dal vescovo e celebrata in unione con lui, nelle chiese Cattedrali, dal clero diocesano, chiamato a rinnovare le promesse sacerdotali alla presenza del popolo di Dio, segno dell’unità della Chiesa radunata per l’unico Mistero che dà salvezza, le liturgie del Giovedì Santo, che avviano il Sacro Triduo in modo solenne, con il colore bianco dei paramenti e la proclamazione del Gloria, omesso di norma in Tempo di Quaresima, ci introdurranno nell’unica grande celebrazione che, senza chiudersi con la benedizione finale e senza riaprirsi, nei giorni del Triduo, con il segno di croce iniziale, culminerà, la notte del Sabato Santo, con l’Alleluia nuovo della Pasqua, che annuncia il Vangelo dopo la ricca liturgia della Veglia. […]
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