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Laura Paladino – Commento al Vangelo del 19 Maggio 2024

Domenica 19 Maggio 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 15,26-27; 16,12-15

Custoditi da Maria nello Spirito

La grande solennità che chiude il Tempo pasquale, giubileo e compimento della Risurrezione, è in continuità con la Pentecoste israelitica, festa della Legge e dell’Alleanza di Dio, che cade a 50 giorni dalla celebrazione della Pasqua ebraica.

Meditiamo due liturgie, della Veglia e del Giorno; si manifesta oggi, in pienezza, la perfezione del mistero della Redenzione, l’orizzonte senza tempo di una salvezza potente che attraversa e supera la storia nel segno dello Spirito Santo: è Lui, Persona della Trinità, Dio vivo e vero, il protagonista del tempo della Chiesa, sposa, madre e maestra, radunata da Cristo, nata dal suo sacrificio di salvezza, fino alla fine dei tempi rinnovata e fecondata dallo Spirito che dà la Vita, «crea e rinnova la faccia della Terra» (Salmo 103, Responsorio del giorno): «Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva» (Giovanni 7, Vangelo della Veglia).

La Pentecoste è incorniciata da due feste della Madonna, Regina degli Apostoli (sabato prima di Pentecoste, settimo di Pasqua) e Madre della Chiesa (lunedì dopo Pentecoste, con cui riprende il Tempo ordinario); Maria, presente con gli Undici a Pentecoste, immagine e profezia della Chiesa, custodisce in ogni tempo il Corpo mistico del Figlio e lo conserva nell’unità e nell’afflato evangelico, con la potenza dello Spirito, la cui presenza si manifesta, nel racconto lucano (Atti 2, I Lettura del giorno), con fenomeni simbolici: si ode «un rombo come di vento», si vedono «lingue di fuoco» e gli idiomi distintisi al principio, a Babele «porta di Dio», luogo di un intervento capitale, e salvifico, del Creatore nella Storia dell’uomo (Genesi 11, I Lettura della Veglia), tornano protagonisti, al compimento della Rivelazione, a Gerusalemme, «città del grande Re» (cfr. Salmo 32, Responsorio della Veglia), e trovano una nuova unità non nell’appiattimento delle differenze, che distrugge la specificità di ciascuno, ma nello Spirito, Amore, che ci “rende uno” rispettando e valorizzando le nostre peculiarità. […]

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