Perdonare di cuore ai nostri fratelli
Continua la lettura del IV discorso di Gesù in Matteo (capitolo 18), il cosiddetto “discorso comunitario” o “ecclesiale”, che segue eventi fondativi per la comunità dei credenti: la moltiplicazione dei pani, simbolo e profezia del sacrificio eucaristico, la trasfigurazione, l’attribuzione del primato a Pietro, principio di unità per la Chiesa nascente.
Il Maestro offre istruzioni ai suoi su come impostare la vita personale e comunitaria per seguire Lui ed essere veramente «sale della terra e luce del mondo» (Matteo 5,13- 16): farsi come bambini, non dare scandalo, custodire i “piccoli” perché nemmeno uno si perda, esercitare la correzione fraterna, mettere al centro la carità e perseverare nella preghiera unanime e concorde.
Conclude il capitolo la parabola di oggi, che Gesù espone per dare risposta alla domanda di Pietro: «Quante volte dovrò perdonare se il mio fratello pecca contro di me? Fino a sette volte?». Il numero sette, nella tradizione biblica, significa perfezione e totalità nell’orizzonte umano, rappresenta dunque un limite oltre il quale nessuno è chiamato ad andare.
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È il numero dei giorni della creazione, su di esso è impostato il computo delle feste e l’alternarsi del lavoro, del riposo e della preghiera: Pietro ha manifestato disponibilità e generosità! Ma l’Amore è un’altra cosa: esso apre all’ottavo giorno, quello senza tramonto, che solo Gesù, in un sacrificio che non ha prezzo e ha superato ogni limite, ha dischiuso alla nostra condizione umana. […]
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